Pfas Veneto, la Regione aggiorna i dati del piano sorveglianza sanitaria. Intanto il processo subisce un rinvio

806
pfas veneto piano sorveglianza dati regione

La Regione Veneto ha aggiornato i dati relativi al Piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione esposta a sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). Il Rapporto illustra, con dati aggiornati al 18 aprile scorso, i risultati delle attività di sorveglianza offerte alla popolazione dell’Area Rossa. ed è consultabile sul proprio sito internet.

Quasi tutti i soggetti aventi diritto, più di 106mila persone, hanno ricevuto un invito per il primo turno (round) di chiamata e, di questi, quasi 64mila hanno deciso di partecipare al programma di sorveglianza, fanno sapere dall’ente regionale.

“Oltre 22mila persone che avevano già aderito al primo round di chiamata sono state invitate ad un secondo round per verificare il calo delle concentrazioni di PFAS nel siero e, di queste, più di 13mila hanno aderito anche la seconda volta (in media, a 4 anni di distanza dal primo round)  si legge in una nota -. In questo sottogruppo, si osserva un significativo decremento delle concentrazioni di PFAS tra primo e secondo round: in particolare, le concentrazioni di PFOA, il principale contaminante veicolato dall’acqua potabile, sono calate in media del 62%, a riprova dell’efficacia delle misure messe in atto per interrompere l’esposizione idro-potabile (installazione di filtri a carboni attivi negli impianti di potabilizzazione degli acquedotti)”.

Il Rapporto fornisce inoltre un aggiornamento sulla sorveglianza degli ex-lavoratori della ditta RIMAR-MITENI, sottogruppo altamente esposto per il quale è stata prevista una sorveglianza annuale. “Anche in questa particolare popolazione – evidenzia il rapporto -, si osserva un progressivo calo delle concentrazioni sieriche di PFAS”.

Sul sito regionale è stato pubblicato inoltre un breve report sullo studio osservazionale “Valutazione dell’esposizione a sostanze perfluoroalchiliche nella popolazione del Comune di Trissino”, che aggiorna quello già elaborato a settembre 2022. “Lo studio – ancora dal report -, approvato con DGR 801/2021, ha riguardato la popolazione residente a Trissino, comune in cui ha avuto sede la ditta RIMAR-MITENI, appartenente alle coorti di nascita 1966-1970 e 1996-2000. Tutte le persone eleggibili (1202 soggetti) sono state invitate e di queste 418 hanno deciso di partecipare allo studio. Le concentrazioni di PFAS nel siero sono risultate notevolmente inferiori a quelle dei soggetti residenti nell’Area Rossa e paragonabili a quelle di una popolazione esposta a una contaminazione di fondo”.

Intanto, la Consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda interviene dopo un rinvio registrato nel processo sull’accertamento delle responsabilità per l’inquinamento da Pfas: “Da un mese – afferma -, si attendeva di raccogliere la testimonianza dell’avvocato Robert Billot, il famosissimo avvocato americano che ha messo in ginocchio Dupont vincendo la Class Action per l’inquinamento da Pfas delle acque del fiume Ohio; una vicenda, la sua, che è stata trasposta nel film ‘Cattive acque’.

Probabilmente – attacca la Guarda – l’avvocato deve essersi sentito in balìa di una candid camera quando si è reso conto che l’interprete incaricata dal Tribunale di Vicenza non era in grado di tradurre parola per parola, determinando la necessità di un rinvio dell’udienza per la formalizzazione di un nuovo incarico di interprete. Uno stop forzato che lascia l’amaro in bocca”, ha concluso.