

Sapere che l’acqua potabile è sotto controllo non basta: Cristina Guarda, eurodeputata di Avs, esprime grande preoccupazione dopo la presentazione dei dati Arpav che confermano la presenza del composto Pfba, appartenente alla famiglia dei PFAS, in diversi siti vicentini dove sono state depositate le terre di scavo delle gallerie della Superstrada Pedemontana Veneta. “Senza una reazione forte di tutela sanitaria e una strategia agricola seria, – dichiara – continueremo a inquinare l’acqua di falda che serve per irrigare i campi e produrre il nostro cibo. Siamo davvero disposti a sacrificare la salute e l’economia dei nostri territori per accelerare i tempi delle grandi opere?”.
Secondo l’eurodeputata però sarebbe stato necessario intervenire prima, in quanto già nel 2021 i comitati ed Europa Verde avevano denunciato in procura e in Regione la contaminazione da PFAS in corso. “La Regione doveva prevenire lo spostamento di materiali che sapeva potessero essere contaminati, visto che alcune aree sono interessate anche dalle conseguenze dell’ex Miteni e considerato l’uso massivo di acceleranti per i cementi della Pedemontana”.
La questione non si risolve con i i filtri per gli acquedotti, continua Guarda, in quanto l’acqua per irrigare e abbeverare è compromessa e diversi pozzi acquedottistici sono stati interdetti. Il danno è fatto e serve un coordinamento regionale che ne riduca le conseguenze, sostenga gli agricoltori e difenda il Veneto dall’uso di acceleranti con PFAS nelle opere cementizie. E per prevenire danni futuri, serve una spinta decisa a livello nazionale ed europeo per dire basta all’uso dei PFAS nelle produzioni e nelle importazioni, evitando l’uso di questi additivi nei cantieri. L’esponente di AVS si sta già muovendo in questo senso: “A Bruxelles mi sto battendo per evitare che si ripetano casi come questo. Sostengo la proposta di divieto universale dei PFAS, dalla produzione al consumo, e ho sollevato il problema delle deroghe contenute nell’aggiornamento della direttiva sugli inquinanti delle acque, come quella che consente il trasferimento di materiali contaminati da un corpo idrico all’altro: un controsenso per sostanze perenni come i PFAS, come dimostra proprio il caso dei cantieri dalla Pedemontana. Ma cosa ci possiamo aspettare – conclude – finché nei banchi della destra sono meglio rappresentati gli interessi dei colossi della chimica del diritto alla salute dei cittadini?”.
Masolo (AVS): “La Regione deve trovare una soluzione”
Sulla questione interviene anche il consigliere regionale di AVS Renzo Masolo, sottolineando negativamente il fatto che i numeri siano emersi solo a cose fatte, nonostante le denunce di comitati e cittadini: “Preoccupa il fatto che ora siano i primi cittadini dei comuni interessati a doversene occupare, privi delle risorse e degli strumenti necessari”. Per questo Masolo invita la Regione ad agire: “La Regione, che tanto ha voluto la SPV, arrivando addirittura a indebitarci per i prossimi 39 anni, deve trovare una soluzione, ma soprattutto garantire chiarezza sulla situazione, che attualmente manca. I cittadini non possono essere trattati come l’ultima ruota del carro.”

































