Piano del centro storico di Vicenza, Coalizione Civica: “Quale strategia”?

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Piano centro storico
La commissione Territorio del Comune di Vicenza torna a riunirsi per l’espressione del parere sul Piano del centro storico. Questo l’orientamento politico di Coalizione Civica.

“Sono occorsi ben 5 anni (ma l’incarico al prof. Tombolan era già stato affidato dalla precedente amministrazione), per arrivare a questa variante parziale del PI del Centro Storico che andrà a sostituire il precedente Piano Particolareggiato del 1979.

Mentre il sindaco Rucco parla di momento epocale per la città storica, di Piano flessibile e delle opportunità, a noi pare essenzialmente una scelta al ribasso. Da un corposo e approfondito strumento di pianificazione, qual era il Piano Coppa, ci ritroviamo con un elaborato che non ha punti di riferimento, che non definisce in quale modo perseguire l’interesse pubblico e che, in definitiva, risulta privo di una precisa strategia urbanistica lasciando mano libera al privato.

Facciamo qualche esempio: concedere la possibilità di demolire il Cinema Teatro San Marco sostituendolo con un condominio (ancorché disegnato da un’archistar) significa affermare il primato del progetto o, più semplicemente, conferma di non avere un’idea di città?Permettere la libera modificazione urbanistica della Piarda di Via Vittorio Veneto, è una scelta lungimirante, o un ammiccamento al mercato immobiliare? Come si intende realizzare il percorso ciclabile delle mura storiche, indicato tra le progettualità? Ponendo dei vincoli di salvaguardia o consentendo la trasformazione degli immobili presenti in loco? Non si può volere tutto e il suo contrario.

Oltre a questo, mancano i dati sul dimensionamento: qual è il numero di edifici pubblici e privati, suddiviso per categoria di intervento, che potranno essere recuperati e con quale destinazione? Quanti sono gli abitanti ora insediati e quanti quelli ipotizzati? Quanti metri cubi aggiuntivi sono previsti per ogni categoria di intervento? E se applico il Piano Casa? Qual è la dotazione di parcheggi che si vuole ricavare? Quante le aree verdi e le attrezzature pubbliche?

Sono tutte domande che gli operatori economici si fanno, così come i cittadini interessati ad una crescita ordinata e sostenibile. Purtroppo, solo la politica non sembra essere in grado di fornire risposte. Ma così facendo abdica al proprio ruolo, rinuncia a pianificare la città del futuro, e consente alla rendita edilizia di essere la sola ed unica regista dei processi di trasformazione.

Con le elezioni fissate al 14 e 15 maggio, e considerati i tempi necessari alla sua approvazione, (trascorsi 8gg dall’adozione, il piano è a disposizione del pubblico per 30gg, decorsi i quali vi sono altri 30gg per presentare le osservazioni) risulta evidente che questo piano non potrà mai essere approvato, ma solo adottato dal Consiglio comunale. Il che ripone tutto nelle mani della prossima amministrazione. Forse sta proprio in questo la tanto decantata flessibilità urbanistica: serviva un documento in chiave elettorale che contenesse un po’ di tutto, ma che non vincolasse a fare niente e, almeno in questo, si può dire che l’obiettivo è stato raggiunto”.

Ciro Asproso
Leonardo Nicolai