Pnrr, Guarda (Verdi-AVS): “Cancellare i fondi destinati alle Comunità energetiche rinnovabili danneggia i territori”

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L’eurodeputata Cristina Guarda (Verdi-AVS)

Se il governo italiano non è riuscito a spendere le risorse Pnrr destinate alle Comunità energetiche rinnovabili – CER – la soluzione non è certo redistribuire quei fondi: Cristina Guarda, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra sulla questione ha le idee chiare. “La richiesta del governo di riallocare i fondi del Pnrr destinati alle Comunità energetiche rinnovabili (CER) – dichiara – rappresenta un vero e proprio sabotaggio della transizione ecologica e della democrazia energetica, oltre che un danno alle comunità rurali”. La colpa dei ritardi, ricorda l’eurodeputata veneta di AVS, è del governo “che non ha saputo (o non ha voluto) rimuovere i troppi ostacoli burocratici. Auspico che l’Unione europea blocchi la revisione del Piano, fermando questa deriva, e che il governo Meloni sblocchi subito i fondi. A farne le spese, altrimenti, saranno i cittadini, le imprese e i territori che hanno creduto nella transizione. Senza dimenticare il settore agricolo, per il quale queste risorse possono rappresentare un’importante occasione”.

Finora, ricorda ancora Guarda, è stato speso meno dell’1% delle risorse, 25 milioni su 2,2 miliardi di euro. Il problema non è la mancanza di progetti, ma la troppa burocrazia unita a gravi ritardi normativi. “Invece di rimuovere gli ostacoli – sottolinea – si tagliano le risorse. È inaccettabile.”

L’eurodeputata Guarda già lo scorso marzo aveva interpellato la Commissione europea sul punto, presentando un’interrogazione parlamentare. “La risposta è stata chiara: la piena attuazione delle norme europee è oggetto di verifica e la Ue ha già avviato procedure di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato recepimento delle disposizioni della direttiva sulle autorizzazioni per i progetti di energia rinnovabile. Già a febbraio Bruxelles aveva sollecitato l’Italia, insieme ad altri Paesi, a recepire le norme sull’accelerazione delle procedure autorizzative. Questo conferma che i ritardi non sono un’invenzione, ma un problema strutturale che il governo Meloni ha continuato ad ignorare”.

“Bisogna assolutamente scongiurare questo arretramento – conclude – che rischia di compromettere non solo gli obiettivi climatici, ma anche la possibilità per cittadini e imprese di liberarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili e dal caro-bollette. Non vanno tagliate le risorse, ma messe le CER nella condizione di accedere ai contributi”.