Russia e Ucraina: popoli fratricidi, una volta fratelli come Caino e Abele. Le riflessioni di Gian Luigi Corinto, collaboratore Aduc

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Ucraina e Russia, come Caino e Abele
Ucraina e Russia, come Caino e Abele

La nota sulla guerra tra Ucraina e Russia che pubblichiamo a firma di Gian Luigi Corinto, collaboratore di Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) – inizia così.

Disse Caino al Signore: “Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono?

Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere”.

Ma il Signore gli disse: “Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!”. Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato.

Genesi, IV, 13-15

Russi e Ucraini sono popoli fratelli. Vladimir Putin pensa fermamente che siano un unico popolo con le stesse origini e la stessa religione. Per questo anche la terra deve essere una sola, a Russia. I fratelli devono abitare nello stesso territorio e chiuderlo verso tutti gli altri. Inizialmente parlava a Volodymyr Zelensky come un fratello a cui tendeva la mano per condividere la stessa casa. Ma questi essendo un comico, dell’Ucraina, non lo ha voluto ascoltare.

Uno pensava già alla terra e al ferro, l’altro si era dedicato a parole e atti umoristici, a cose leggere come un soffio. Ebbene Caino è un agricoltore, ama la terra, e la radice del nome può rimandare al significato di possedere o di fabbro, secondo interpretazioni diverse. La durezza del ferro delle lance o la pesantezza del possesso di terra sono nel nome di Caino. Abele è invece un pastore, secondo figlio di Adamo ed Eva, e il suo nome significherebbe soffio, alito, una cosa evanescente, o anche più semplicemente figlio.

I due fratelli avevano le stesso Dio a cui fecero offerta dei loro prodotti, della coltivazione della terra e della pastorizia vagante nei pascoli. La Genesi narra che Dio guardò ad Abele ed alla sua offerta e non a quella di Caino. Le ragioni non sono così esplicite, ma l’adirato e invidioso Caino invitò Abele in campagna e lo uccise. Dio ne chiese conto, ma Caino tentò di negare. Il sangue di Abele gridava vendetta al cospetto di Dio che maledisse il fratricida. Questi temette di essere condannato a vita randagia ed essere ucciso da chiunque l’incontrasse. Era la paura della vigente legge del taglione. Ma Dio inibì ogni vendetta umana imponendo su Caino un segno di salvaguardia. Nessuno poteva toccare Caino. La giustizia divina non prevede la vendetta. Quella degli uomini sì.

Putin, il fratello che guarda alla terra, finora non è riuscito a uccidere Zelensky, il fratello che parla leggero e muove il suo gregge dall’Ucraina verso pascoli occidentali. Da che parte stare non è nemmeno in discussione. Molti sperano però che qualche altro fratello di Putin, magari un oligarca diventato un fratello ricco che teme di diventare povero, lo faccia fuori. Quando sarà preso incontrerà giudici che credono che Caino non si debba toccare. L’avvocato della difesa si chiamerà Abele.

Gian Luigi Corinto, geografo ambientale, collaboratore Aduc