I prestiti studenteschi: deriva socialista di Biden?

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Joe Biden

“Il socialismo dei prestiti studenteschi del presidente Biden rappresenta uno schiaffo a tutte le famiglie che hanno fatto sacrifici per risparmiare i soldi per l’università e per ogni laureato che ha ripagato il suo debito”. Queste le parole di Mitch McConnell, senatore del Kentucky e leader della minoranza repubblicana al Senato. McConnell si riferiva all’ordine esecutivo di Joe Biden di cancellare debiti studenteschi per 10mila di dollari e in alcuni casi persino il doppio.

Quando la classe media o i poveri ricevono delle briciole, i repubblicani strillano al socialismo. Non fanno però la stessa cosa quando loro stessi riducono le tasse alle corporation e agli ultra ricchi, come hanno fatto nel 2017 durante l’amministrazione di Donald Trump. Va ricordato che approvarono una legge che ridusse le tasse principalmente ai soggetti benestanti per un totale di 1700 miliardi di dollari.

Il provvedimento di Biden era stato richiesto insistentemente dall’ala sinistra del suo partito. Difatti il 46esimo presidente lo aveva promesso in campagna elettorale. Dopo quasi due anni di presidenza, Biden ha finalmente agito ricevendo il plauso dei democratici progressisti, ma anche critiche tanto dai repubblicani quanto dai centristi del suo partito.

L’ala sinistra voleva che tutti i debiti generati da studenti universitari per ottenere le loro lauree fossero cancellati. Le cifre concesse da Biden rappresentano un compromesso, ma avranno notevoli benefici. 43 milioni di studenti vedranno condonati 10mila dollari di prestiti. tradotto: per 20 milioni di loro i debiti studenteschi saranno eliminati totalmente.

Il provvedimento di Biden include però dei paletti. I 10mila dollari condonati si applicano a individui che guadagnano 125mila dollari annui lordi. Quindi esiste una certa progressività che viene ampliata per quegli studenti che nel corso dei loro studi hanno ottenuto “Pell Grants”, borse governative. 27 milioni di studenti entrano in questa categoria e beneficeranno di un totale di 20 mila dollari di condono.

La sinistra del Partito Democratico ha applaudito alla mossa di Biden. I senatori Bernie Sanders (Vermont), Chuck Schumer (New York), Elizabeth Warren (Massachusetts), e le parlamentari Alexandria Ocasio-Cortez (New York) e Pramila Jayapal (Washington) hanno lodato il provvedimento dell’attuale inquilino della Casa Bianca.

Membri centristi del Partito Democratico hanno però criticato il presidente ritenendo che questo genere di sanatorie siano compito del Parlamento. Hanno ragione ma, considerando le grossissime difficoltà legislative, specialmente al Senato, Biden ha avuto poca scelta. I repubblicani sono stati compatti nel condannare il provvedimento riflettendo la voce di McConnell “sull’ingiustizia”, poiché punisce quelli che hanno ripagato i loro debiti studenteschi. Verrebbe da dire che forse Biden (o Donald Trump) avrebbe dovuto agire prima.

La progressività della sanatoria di Biden apporta grandi benefici a quelli con redditi più bassi, specialmente a studenti afro-americani che rappresentano il 72% di quelli che ricevono Pell Grants.

Queste borse andrebbero aumentate riducendo la necessità di ricorrere ai prestiti per proseguire gli studi universitari. Sappiamo che lo studio apre la porta a uno standard di vita migliore e anche la probabilità di contribuire alla società. Il problema è il costo degli studi superiori che anche nei casi di università statali, relativamente a buon mercato in comparazione a quelle private, raggiungono cifre alte. Si calcola che le tasse universitarie annue variano da una media di 9mila dollari (istituti statali) a 35mila per i privati. Moltiplicando per 4 anni, il tempo necessario per ottenere il Bachelor’s Degree (B.A.), equivalente a una laurea triennale in Italia, si parla di un totale da 40 a 80mila dollari. Sappiamo anche che i laureati guadagnano più di quelli che solo possiedono il diploma di scuola superiore. Inoltre la disoccupazione per i laureati con il B.A. si aggira sul 2% comparata a quasi 4% per tutti gli americani.

Cancellare i debiti ai laureati aiuterà questi individui a spendere questi soldi in altre attività che entreranno nell’economia. Ciò ha preoccupato alcuni poiché potrebbe aumentare l’inflazione. Joseph Stiglitz, vincitore del Premio Nobel per l’economia nel 2001, sostiene però che ciò non sia vero poiché si tratta di cifre relativamente basse che l’economia potrà assorbire facilmente.

Il problema dei costi per il futuro rimane. A differenza di alcuni paesi europei come la Germania, la Danimarca e la Norvegia, dove l’università è gratis, in America è in grande misura privata. Il governo dovrebbe intervenire per non dovere mettere pezze come ha fatto Biden con il suo condono.

Un’idea dell’ala sinistra del Partito Democratico era quella di istituire due anni di università gratis che avrebbe dimezzato i costi per il B.A.. Biden ha deciso di abbandonare quest’idea vista l’intransigenza dei repubblicani al Senato, ma anche quelle dei centristi del suo partito.

Alcuni analisti hanno sostenuto che Biden abbia deciso il condono del debito studentesco per incoraggiare i giovani a recarsi alle urne a novembre. Forse. In realtà le prospettive di mantenere la maggioranza alle due Camere all’elezione di midterm sono aumentate per i democratici. L’eliminazione dell’aborto da parte della Corte Suprema, i continui guai giudiziari di Trump e il fatto che rimane sempre presente nelle notizie, potrebbero essere di buon auspicio per i democratici. Da aggiungere l’indice di gradimento di Biden che è in ripresa anche se non raggiunge il 50%.

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Qui gli articoli su ViPiu.it di Domenico Maceri, PhD, professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.