Processo Veneto Banca, “baciate” anche ad aziende in liquidazione o in difficoltà ma non c’e firma imputato unico Consoli. Per BCE erano molte meno

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Inviato a Treviso. Nell’udienza di oggi 10 maggio del processo per il crac di Veneto Banca che vede come imputato unico l’ex ad e dg Vincenzo Consoli, anche oggi presente in aula, davanti ai giudici Umberto Donà, Alberto Fraccalvieri e Carlotta Brisegan è iniziata la deposizione dei testi dei pm Massimo De Bortoli e Gabriella Cama. Sono stati ascoltati prima il maresciallo della Guardia di Finanza di Venezia Roberto Fiori e poi il luogotenente sempre delle Fiamme Gialle, ma di Roma, Luciano Andreotti. Lunedì 17 maggio verranno sentiti gli ispettori di Bankitalia.

La cronaca

Fiori ha fatto parte del pool che ha eseguito le indagini su Veneto Banca, su delega della procura di Roma, coordinando la “spettacolare” perquisizione del 17 febbraio 2015. Dal file di tutti gli azionisti dell’istituto di Montebelluna, circa 76.800, sono state selezionate 72 società che risultavano più in difficoltà economica, di cui poi ne sono state selezionate altre 19. Su 16 casi secondo Fiori (per un totale di circa 1 milione e 889.000 euro) è emerso che in concomitanza con la pratica di fido accordato queste società avrebbero acquistato azioni Veneto Banca grazie al fido o ai prestiti della stessa banca solo in un caso e per 724.000 euro circa. Si tratta delle cosiddette “operazioni baciate”. Il credito veniva prorogato o comunque non veniva messo a incaglio anche se magari qualche società era già di fatto “fallita” aveva detto Fiori.

La difesa di Consoli, l’avvocato Ermenegildo Costabile, ha tentato di smontare questa tesi accusatoria sostenendo che non ci fosse coincidenza temporale tra acquisto azioni e fido concordato facendo diversi esempi di casi in cui questo non è stato vero. “In tutti i casi – secondo Costabile – si trattava di denaro proprio e non dato dalla banca, ad esempio attraverso un’anticipo sulle fatture“. In ogni caso dalla deposizione di Fiori è emerso come “non ci fosse nulla a firma del dott. Consoli nelle annotazioni”.

La testimonianza di Luciano Andreotti ha portato all’analisi nel dettaglio di alcune di queste operazioni “baciate”, sottolineando che dal 1° gennaio 2014 sono cambiate le regole europee. Con una circolare dell’unione europea i parametri sono diventati diversi e la BCE ha effettuato un nuovo controllo in Veneto Banca. Secondo Costabile proprio questa ispezione avrebbe portato alla luce il fatto che il vero valore delle “baciate” sarebbe molto inferiore ai 157 milioni di euro stimati dagli inquirenti ma si tratterebbe di “ventisette operazioni” per poche decine di milioni.