Prostituzione, Alex Cioni: “senza un intervento dello Stato, per altri sessant’anni ci troveremo a discutere…”

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Prostituzione in strada
Prostituzione in strada

I cittadini che vivono nelle aree del capoluogo berico – scrive Alex Cioni, portavoce comitato di cittadini PrimaNoi – interessate dal meretricio su strada, hanno tutte le ragioni del mondo per lamentarsi. Ai cittadini va però detto che i sindaci possono fare poco per contrastare un fenomeno che non si può arrestare senza che ci sia un serio intervento legislativo nazionale che tutti caldeggiano anche se legislatura dopo legislatura i disegni di legge rimangono nel cassetto.

D’altronde le multe alle prostitute non servono a niente, mentre multare gli automobilisti è un provvedimento altrettanto inefficace che si presta a parecchi dubbi sul piano costituzionale.

Non entro nel merito di una visione di tipo morale, dico solo che rimanendo dentro i confini di un approccio tecnico e giuridico, basta ricordare che in Italia prostituirsi non è reato. Se non lo è, su quali basi legali si staccano sanzioni da 500 euro agli automobilisti? Tanto è vero che da quando sono entrate in vigore queste inefficaci direttive sindacali, sono arrivate anche delle sentenze molto chiare. Solitamente chi fa ricorso vince.

Un giudice di pace del tribunale di Brescia ha così ha spiegato l’accoglimento di un ricorso presentato da un automobilista: “il Regolamento di polizia urbana è invalido perché un organo diverso dallo Stato non può disciplinare la lotta alla prostituzione, perché ciò esula dai suoi poteri e perché a una norma secondaria è vietato contrastare una norma di tipo primario”. In sostanza, il giudice, nell’appellarsi ad una sentenza della corte costituzionale, ci dice che la prostituzione non costituisce una attività illecita, quindi è preclusa la possibilità di porre delle regole che creino ostacolo o intralcio allo svolgimento di tale libertà se non mediante leggi statali.

Fermo restando che i sindaci hanno il diritto-dovere di arginare il degrado urbano che si manifeste nelle proprie città, è fuori discussione che deve essere lo Stato a legiferare per chiarire la sua posizione su questo scottante tema vista l’inefficacia delle normative esistenti. E’ il parlamento ad avere la potestà legislativa di decidere se vietare l’esercizio della prostituzione, o emanare nuove leggi in modo tale da rendere questa attività trasparente sotto tutti i punti di vista (fiscale e sanitario per esempio) come già accade in molte nazioni europee appena oltre confine.

Senza questo intervento dello Stato, per altri sessant’anni ci ritroveremo a disquisire periodicamente ed inutilmente di questa roba qui.