Raggi imita Rucco e vieta di sedersi sugli scalini di Trinità dei Monti. Sgarbi: “provvedimento fascista”. E il dl Sicurezza bis?

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Raggi vieta di sedersi sugli scalini di Trinità dei Monti, i vigili in azione
Raggi vieta di sedersi sugli scalini di Trinità dei Monti, i vigili in azione

La linea del capo grillino, chinatosi anche a far passare il decreto Sicurezza bis, l’ha capita, a livelli inferiori, anche Virginia Raggi, la sindaca di Roma, una volta gloriosa caput mundi, (capitale del mondo) oggi (ma non da oggi) sempre più caput monnezza (capitale dell’immondizia).

Luigi Di Maio, capo politico dei 5 Stelle, nonché vice premier, ministro del lavoro e, per non farsi mancare nulla, ministro dello sviluppo economico è, infatti, sempre più appiattito sulle posizioni di Matteo Salvini, capo della Lega, vicepremier, re dei social, ministro dell’interno e, nel tempo libero dai suol iperattivismo in ogni dove meno che nel suo ministero, capo di tutti gli altri ministeri a turno, quando c’è da schernirne i titolari pentastellati.

E allora Virginia Raggi, per non essere da meno, ha copiato il leghista in pectore (con tessera in armadio?) Francesco Rucco per cui, se a Vicenza il sindaco avvocato arrivò a vietare di sedersi sui, pochi, scalini di Palazzo Chiericati, da oggi a Roma la sua sindaca, anch’essa avvocato, ha proibito di sedersi sui 135 gradini della ben più famosa scalinata di Trinità dei Monti.

Ma se Vittorio Sgarbi ha bollato il provvedimento della Raggi come “eccessivo, di stampo fascista“, verrebbe da chiedere allo studioso d’arte, politico e tuttologo che non disdegna di farsi vedere e notare spesso anche dalle parti del Vicentino, come andrebbe definito il decreto Sicurezza bis di cui Salvini va fiero con Rucco a plaudire e che Di Maio ha fatto ingoiare e votare agli “illuminati” pentastellati per non mollare Palazzo Chigi, l’ultima cosa che gli è rimasta dopo aver perso anche la faccia.

Ai due avvocati sindaci Raggi e Rucco, entrambi para leghisti di fatto o per tessera nell’armadio, piacerebbe, poi, chiedere quali articoli della Costituzione (da quelli sul diritto di manifestazione e di scioperare a quelli sui diritti politici degli stranieri) quel decreto infrange.

Se non li conoscono, Sergio Mattarella sarà a loro disposizione per illustraglieli magari, però, dopo averli invitati ad occuparsi meno di scalini e più dei problemi reali della gente.