
(Adnkronos) – “Quello che successo a me credo che sia un atto dimostrativo, non so ancora bene finalizzato a cosa, e questo è l’aspetto che mi preoccupa di più”. Così il giornalista Sigfrido Ranucci intervenendo in collegamento al Parlamento europeo al seminario ‘Il silenziamento delle voci dei giornalisti intorno al mondo’. Il giornalista sottolinea come l’attentato contro la sua vita sia giunto dopo solo tre o quattro anni di attività inerente e rappresenta un “salto di livello” rispetto alle azioni di dossieraggio, di diffamazione, di intimidazioni cui è soggetto da anni. Ranucci spiga quindi che l’Italia “più di altri è un Paese malato e abituato convivere con la sua patologia come se fosse normalità”. Il giornalista racconta di aver dovuto affrontare diciannove provvedimenti giudiziari a causa di un politico oggetto delle sue inchieste, solo per vedere quest’ultimo, rinviato a giudizio per le modalità con cui aveva provato a impedire l’attività giornalistica, cambiare partito ed essere eletto in Ue. L’episodio “è testimonianza di quanto sia fragile la nostra democrazia”, riassume Ranucci. “Le querele temerarie hanno preso il posto delle pallottole”, spiega. Ranucci oggi sarà presente anche al presidio del Movimento 5 stelle a favore della libertà di stampa organizzato dopo l’attentato. Sarà proprio lui a chiudere gli interventi dal palco di piazza Santi Apostoli aperti da Giuseppe Conte. Alla manifestazione partecipano Milena Gabanelli, giornalista del Corriere della sera da cui, peraltro Ranucci ha ereditato Report, Marco Travaglio, direttore del Fatto quotidiano, Rula Jebreal, giornalista e scrittrice, Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, Riccardo Iacona, giornalista e conduttore di Presa diretta, Attilio Bolzoni, giornalista, Lirio Abbate, giornalista e scrittore, Federico Cafiero de Raho, deputato del Movimento 5 stelle e già procuratore nazionale Antimafia, Roberto Scarpinato, senatore pentastellato ed ex procuratore generale di Palermo, Barbara Floridia, senatrice dei Cinque stelle e presidente della commissione di Vigilanza Rai, Francesca Fornario, della Rete No bavaglio, Michele Calleri, presidente di Transparency International Italia, Roberto Bertoni, di Articolo 21 e Andrea Scanzi, giornalista e scrittore.
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