
Nella sede di Vicenza in via Mario, oggi Ognissanti, in una fascia di orario e in un giorno che non vedesse impegnati i candidati nel loro lavoro, Rifondazione Comunista di Vicenza ha ufficialmente presentato la propria lista provinciale “Pace Salute Lavoro per le regionali del Veneto: quella che dentro la coalizione di centrosinistra guidata da Giovanni Manildo vuole essere la componente più nettamente di sinistra, pacifista, ambientalista e del lavoro. La conferenza stampa si è tenuta con sei dei nove candidati vicentini presenti inclusa la segretaria provinciale Silvia Stocchetti e il capolista Marco Orlandi.
Ad aprire l’incontro è stato proprio Marco Orlandi, militante storico di Rifondazione, che ha chiarito subito il messaggio politico: «Dopo trent’anni di governo della destra in Veneto è tempo di una vera discontinuità. Non di un maquillage. Per questo ci siamo: per dire che un altro Veneto è possibile se lo si guarda con le lenti della giustizia sociale». Orlandi ha spiegato anche la scelta – che il Partito Comunista Italiano ha criticato in queste ore – di stare dentro la coalizione di Manildo: «La sua è stata l’unica proposta che ha accettato la nostra presenza con il nostro simbolo e con la nostra autonomia programmatica. Non siamo qui per diluirci, ma per portare temi che altrimenti non entrerebbero».
La presentazione è proseguita con l’elencazione e descrizione dei candidati. Oltre a Stocchetti, in lista ci sono Paolo Benvegnù (responsabile nazionale lavoro di PRC), Safietou Touré, lavoratrice senegalese e dirigente del partito anticolonialista PASTEF in Italia (Patriotes Africains du Sénégal pour le Travail – il partito anticolonialista che governa oggi in Senegal, che ha sedi anche qua in Italia, strutturate, nel Veneto ne hanno 4), l’attivista agroecologico Marco Fanton, l’ingegnera e docente Maria Cristina Giacinti (assente per motivi familiari), il ricercatore universitario Francesco Camelli, l’assistente sociale Paola Leggieri (assente), e l’ambientalista con esperienze di cooperazione Redento Geremia. Una lista volutamente mista, con presenza di migranti e lavoratori dei servizi, «perché il Veneto di oggi – ha detto Orlandi – non è quello raccontato dalle cartoline della Regione, ma quello fatto da chi lavora e spesso non arriva a fine mese».
La segretaria Silvia Stocchetti ha costruito il suo intervento attorno alle tre parole del simbolo: pace, salute, lavoro. «Sembrano parole semplici, ma oggi sono tutte e tre sotto attacco» ha detto. Sulla pace ha legato il tema internazionale al bilancio regionale: «Ogni euro che l’Italia mette nel riarmo è un euro in meno per sanità, scuola, case popolari. Dire no alla guerra riguarda anche il Veneto». Sulla sanità ha puntato il dito contro il “modello veneto” raccontato come eccellenza: «Eccellente per chi paga. Per chi non può, ci sono liste d’attesa infinite, ticket alti e medicina territoriale svuotata. La sanità va riportata nel pubblico e sui territori». Il terzo punto, il lavoro: «Nel Veneto cresce il lavoro povero. C’è gente che lavora e resta povera. È inaccettabile in una delle regioni più ricche d’Europa. Vogliamo che negli appalti regionali sia previsto un salario minimo di 10 euro l’ora e che la Regione smetta di alimentare il massimo ribasso».
Molto forte anche il passaggio di Safietou Touré, che ha portato un caso concreto: una donna del suo Paese d’origine ma ancora senza permesso di soggiorno, con un tumore al seno diagnosticato e operabile, non ha potuto essere curata in tempo ed è oggi costretta alla chemioterapia. «La salute deve essere per tutti, italiani e stranieri. Noi paghiamo tasse e contributi, ma i diritti sono limitati. È ingiusto. Per questo mi candido: per dire che la sanità non può essere selettiva».
Interpellato da noi sul perché dell’accordo con un candidato presidente considerato moderato come Manildo e sul mancato accordo con il PCI, Paolo Benvegnù ha ricostruito per Rifondazione Comunista la sequenza : «Noi avevamo detto da mesi che volevamo esserci, non da comparse. Il centrosinistra ci ha riconosciuto lista, simbolo e piena autonomia programmatica: a quel punto era giusto stare dove si può incidere. Ma mentre tardavano le risposte di Manildo sull’accettazione di due condizioni irrinunciabili (presenza del simbolo e autonomia nella presentazioni di alcuni punti del nostro programma) abbiamo intavolato col PCI del Veneto una valutazione di una lista comune. Ma, ricevuto l’assenso di Manildo alle nostre condizioni, lo abbiamo comunicato al PCI a cui abbiamo anche offerto di salire a bordo, ricevendone un rifiuto. Ma la nostra non è una resa: è un tentativo di avere una presenza in Consiglio regionale per provare a cambiare davvero la Regione». E l’affondo sul Veneto “felice” raccontato dalla destra: «Qui abbiamo Pfas, consumo di suolo, migliaia di alloggi popolari vuoti, 500 mila lavoratori sotto la soglia di povertà relativa e la Regione che si vanta di non far pagare l’Irpef. Ma quell’Irpef valgono oltre un miliardo l’anno: quanti asili, quante RSA, quante bonifiche si potevano fare?».
In chiusura, i candidati vicentini di Rifondazione con “Pace Salute e Lavoro” hanno ribadito che la loro presenza in coalizione non è ornamentale ma “di scopo”: «Siamo la sinistra in questa alleanza – ha detto Stocchetti – e portiamo dentro pace, sanità pubblica, ambiente, diritto alla casa, diritti dei migranti e sicurezza sul lavoro. Lo facciamo coi nostri volti e con le nostre storie, non con i talk show» perché, come ha ripetuto Benvegnù, «Dopo trent’anni di governo della destra serve una vera discontinuità».
Ecco, infine, una sintesi chiara e completa del programma di Rifondazione Comunista per le Regionali del Veneto, tratta dal volantino distribuirto:
“Per un Veneto giusto, solidale e sostenibile” – Il programma di Rifondazione Comunista
Dopo trent’anni di governo della destra, il Veneto — secondo Rifondazione Comunista — si trova di fronte a una crisi sociale, ambientale e democratica.
Il partito propone una “svolta radicale”, puntando su giustizia sociale, ambiente e diritti.
Le criticità individuate
- Crescita del lavoro povero e salari falcidiati dall’inflazione.
- Crisi manifatturiera e fuga dei giovani.
- Sanità pubblica in difficoltà, con carenza di medici, infermieri e posti nelle RSA, mentre cresce il ruolo del privato.
- Emergenza abitativa, con affitti in aumento e migliaia di alloggi pubblici Ater inutilizzati.
- Grave inquinamento ambientale (acqua, aria, suolo) e consumo di suolo senza controllo.
Le proposte chiave
- Più risorse per il sociale
- Reintroduzione dell’IRPEF regionale per i redditi alti.
- Lotta all’evasione fiscale per finanziare welfare, sanità e casa.
- Emergenza abitativa
- Piano regionale per il recupero e la riassegnazione degli alloggi pubblici Ater.
- Utilizzo immediato dei milioni di euro fermi nei conti delle aziende territoriali.
- Lavoro e diritti
- Clausola regionale per il salario minimo a 10 euro l’ora negli appalti pubblici.
- Regole stringenti per la sicurezza sul lavoro.
- Contrasto alla precarietà e al lavoro sottopagato.
- Ambiente e sostenibilità
- Stop definitivo al consumo di suolo e chiusura programmata di discariche e inceneritori.
- Piano di riconversione ecologica delle produzioni.
- Tutela di acqua, aria e territorio come beni comuni.
- Sanità pubblica e salute
- Potenziamento della sanità pubblica e territoriale.
- Riconoscimento del valore del personale sanitario e socioassistenziale.
- Rafforzamento dell’assistenza agli anziani e dei centri di salute mentale.
- Stop al finanziamento del privato a scapito del pubblico.
- Pace e solidarietà internazionale
- No al riarmo e all’economia di guerra.
- Le risorse devono servire a garantire una vita dignitosa per tutti e tutte, non a sostenere conflitti.




































