Regionali in Veneto, Manildo all’attacco: “Centrodestra nel caos, il Veneto non è una colonia”

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giovanni manildo
Giovanni Manildo

Manildo, candidato della coalizione di centrosinistra alla presidenza della Regione Veneto gira il dito nella piaga: “Nessuna data, nessun candidato, nessuna idea”, ha detto riferendosi al momento di stallo del centrodestra veneto. Come è noto, gli alleati Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia stentano a trovare la quadra attorno a un nome che sia espressione del consenso comune.

In questo scenario, viene delineata una sorta di “lotta intestina” che però vedrebbe impegnati solo quelli del Carroccio e di FdI, con i forzisti sfilati dopo aver avuto l’avallo degli alleati su propri nomi in altre regioni, come in Calabria.

Una lotta, quella tra i due partiti che fanno riferimento a Meloni e Salvini, che presta il fianco al totonome o, come riportato oggi da queste pagine, a strategiche auto candidature (leggi qui).

Oppure ad attacchi degli avversari, come quello odierno del candidato presidente di centrosinistra: “Siamo ormai oltre metà settembre. Eppure i veneti ancora non sanno quando si voterà per scegliere chi governerà la loro Regione nei prossimi anni. Non solo: il centrodestra non ha nemmeno un candidato. E mentre Luca Zaia gioca a rimpiattino, è il presidente della Campania Vincenzo De Luca a comunicare che il 23 novembre si voterà anche in Veneto. Possibile che debbano essere altri a decidere per noi?

Un’elezione – prosegue Manildo – che riguarda una delle Regioni più importanti d’Italia e d’Europa merita ben altro rispetto. Le elezioni non sono un fastidio burocratico, ma il momento in cui visioni diverse si confrontano e i cittadini possono scegliere in modo consapevole. Invece siamo ostaggio dei giochi di potere tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, che trattano il Veneto come un possedimento da spartire. Ma il Veneto non è una colonia”.

Manildo sottolinea come anche il mondo economico e produttivo stia lanciando segnali d’allarme. “Nei giorni scorsi – ricorda – le associazioni di categoria hanno espresso con chiarezza tutta la loro preoccupazione. In un momento difficile, con le imprese che affrontano il caro energia, la carenza di manodopera, la difficoltà di trovare alloggi per i collaboratori, l’instabilità e l’assenza di programmazione della Regione sono un danno serio per il sistema veneto. E l’idea di affrontare il 2026 con un bilancio provvisorio non fa che aggravare le cose. Per parte nostra, in queste settimane stiamo incontrando imprenditori, cittadini schiacciati dal carovita, operatori sanitari e di case di riposo che denunciano tutte le difficoltà a garantire un servizio puntuale e efficiente. E poi i moltissimi giovani che non hanno fiducia nel loro futuro, e le migliaia di persone preoccupate dalla criminalità urbana.

È ora che la politica torni ad ascoltare le priorità vere dei cittadini e delle imprese. Servono risposte concrete, non silenzi tattici. Servono visione, pianificazione, confronto. E invece ci tocca assistere all’assurdo: a pochi mesi dal voto, il centrodestra non è ancora stato capace nemmeno di scegliere il proprio candidato. Il Veneto merita di più”, ha concluso Manildo.