
(Il candidato Luigi Creazzo dallo Speciale Elezioni Regionali di VicenzaPiù Viva n. 303, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).
Il Veneto deve tornare comunità: la sfida socialista di Luigi Creazzo con Uniti per Manildo Presidente.
Progettista, creativo e riformista, Creazzo rappresenta l’anima socialista della lista Uniti per Manildo Presidente. «Dopo quindici anni di governo della destra servono strategie di crescita, non tattiche di sopravvivenza. In gioco c’è il futuro di chi lavora, studia e costruisce ogni giorno questa regione».
Luigi “Gigi” Creazzo, libero professionista, studi alla NABA (Nuova Accademia delle Belle Arti) di Milano, città che, dopo la sua nascita a Vicenza, è stata fino ai trent’anni sua residenza e luogo di lavoro e formazione in teatro, allestimenti, progetti urbani e committenze private; è stato residente nell’Ovest vicentino dai primi anni ’90 e dal 2022 nella città del Palladio, in particolare sintonia con la sua formazione.
Ha fatto parte della Costituente Nazionale del Partito Democratico nel 2007 con Veltroni, ricoprendo incarichi provinciali e regionali, candidato alla Camera dei Deputati nel 2008 e nel 2013, Luigi Creazzo è sempre stato riconosciuto durante gli anni di militanza come punto di riferimento di una sinistra socialdemocratica e riformista, con un carattere umanista e libertario; oggi è iscritto al Partito Socialista e si candida in queste elezioni con la Lista “Uniti per Manildo Presidente”.
Perché?
“Perché l’ambito regionale è il luogo dove vengono prese molte decisioni che incidono sulla nostra vita di ogni giorno, dalla Sanità alla Scuola, dal futuro del nostro territorio urbano, agricolo e naturale allo sviluppo economico e infrastrutturale.
Il programma di Giovanni Manildo individua con realismo e slancio riformista un’idea di Veneto che non è sterile contrapposizione di parte ma senso di comunità, condivisione tra le generazioni, con un programma articolato su semplici e qualificate proposte.
La Lista “Uniti per Manildo” nasce come naturale aggregazione di sensibilità politiche riformiste, laiche, liberali e socialiste intorno alla figura di Giovanni Manildo e alle sue idee di governo del territorio veneto.”
Un compito non facile nella roccaforte del Presidente Zaia, non crede?
“Alle ultime elezioni il Presidente Zaia prese il 76% dei voti espressi, un plebiscito. Disconoscerne la portata e la responsabilità sarebbe oltre che stupido, improvvido; il centrosinistra non può negare questa evidenza ma Giovanni Manildo sta dimostrando di anteporre le proposte e i fatti alle chiacchiere inconcludenti, in una civile confronto di competenze ed idee. Tuttavia…”
Tuttavia, quali critiche si sente di fare ai passati cinque anni?
“Altro che cinque anni, sono almeno quindici e comunque dico che un diverso approccio alle politiche sociali e alle emergenze generazionali, di pianificazione territoriale e tutela ambientale sarebbero una grande spinta verso un progresso economico, culturale e soprattutto sociale. L’alternativa è credibile perché promuove con spirito costruttivo più visioni strategiche di crescita e rigenerazione. Ecco, non sempre ci si è mossi con strategia ma con tattiche utili a risolvere il presente, che però non sempre coincide con il futuro, anche quello prossimo.”
Quali sono le emergenze nel Veneto di oggi?
“Quelle che affliggono la maggior parte del nostro territorio nazionale con diversi gradi di gravità: famiglie e anziani fragili, politiche rivolte alle giovani generazioni, ambiente e salute, territorio troppo spesso umiliato, salari inadeguati, senso d’insicurezza… Dovessi evidenziarne solo due indicherei il tema infrastrutturale con le sue implicazioni di pianificazione territoriale e il problema della sicurezza sul lavoro sempre più drammatico nelle nostre province.”
Cosa si sente di dire ai nostri lettori e agli elettori?
“Il Veneto demograficamente decresce a comprova di una regione che ha bisogno di nuove energie e nuovi stimoli; stiamo affrontando tempi a dir poco difficili e sfide tecnologiche, geopolitiche e sociali che cambieranno il nostro mondo, il prossimo Consiglio regionale dovrà essere composto da donne e uomini consapevoli della complessità della sfida sempre più globale, chiamati a ben amministrare per tutti i veneti di oggi e del futuro.
Gli slogan da una parte e dall’altra non bastano più.”


































