
A meno di un mese dal voto per le regionali, il Movimento 5 Stelle, che appoggia il candidato presidente del centro sinistra Giovanni Manildo, alza il tono della campagna elettorale in Veneto. Con parole dirette e un’ironia che richiama la tradizione più autentica del movimento, il senatore e coordinatore regionale Enrico Cappelletti lancia un messaggio chiaro: «Basta ipocrisie, è ora di voltare pagina in Veneto. Se ci fosse una lista “Vaffanzaia”, prenderebbe più voti del Presidente».

Lo slogan che ha acceso il dibattito politico — “Vaffanzaia, si volta pagina” — è diventato un simbolo del malcontento diffuso dopo quindici anni di amministrazione Zaia. Cappelletti ne spiega il senso con esempi precisi, che toccano i nervi scoperti della politica veneta: «Quando pensiamo alla Pedemontana Veneta, passata da 800 milioni di spesa previsti a oltre 13 miliardi, viene in mente quello slogan. Quando guardiamo a un sistema sanitario pubblico smantellato a favore del privato, o alle famiglie costrette a pagare di tasca propria le cure per via delle liste d’attesa infinite, viene in mente quello slogan. E ancora, quando si ricorda il crac delle banche venete e le 200 mila famiglie rimaste senza risparmi, o l’inquinamento da Pfas gestito con leggerezza e opacità, torna sempre in mente quello slogan».
Secondo il senatore M5S, “Vaffanzaia” non è un insulto, ma un grido popolare di esasperazione e di svolta: «È un modo tutto veneto di dire che la misura è colma. Dopo anni di clientele, consumo di suolo e mancate risposte ai cittadini, serve una rottura vera. E noi siamo pronti a costruirla».

Cappelletti e il Movimento nella corsa verso le urne sostengono la coalizione di centrosinistra guidata da Giovanni Manildo, candidato presidente, che nelle ultime ore ha presentato ufficialmente le sette liste a suo sostegno: Partito Democratico, Uniti per Manildo, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle, Volt Europa, Pace Salute Lavoro Rifondazione Comunista e Le Civiche Venete.

«Abbiamo costruito la coalizione più ampia mai messa in campo dal centrosinistra in Veneto — ha dichiarato Manildo —. Non è un’alleanza di sigle, ma una comunità politica nata dall’ascolto e dal confronto. Rappresentiamo la società veneta in tutte le sue anime: dal mondo del lavoro a quello dell’impresa, dalla scuola all’ambiente. Dopo trent’anni di governo della destra, serve una svolta vera».
L’ex sindaco di Treviso punta su un programma che mette al centro welfare, sanità pubblica, ambiente e giovani. «Il Veneto locomotiva d’Italia è fermo — ha aggiunto —. La produttività ristagna, i giovani se ne vanno, il costo della vita cresce e la qualità dei servizi cala. È tempo di restituire fiducia e futuro alla nostra comunità».
Anche su questo terreno il M5S si muove in sintonia, rilanciando la battaglia contro i privilegi e per una gestione trasparente delle risorse pubbliche. «Il Veneto deve tornare dei veneti, non dei soliti amici del potere — ha ribadito Cappelletti —. Dalla Pedemontana ai Pfas, il sistema Zaia ha mostrato i suoi limiti. Ora bisogna cambiare tutto, e noi siamo qui per farlo con serietà, coraggio e senza padroni».
Intanto stamattina si è svolto in strada Maddalene 51 a Vicenza il “Pranzo Democratico” organizzato dal Partito Democratico cittadino, preceduto da un incontro con il candidato presidente alle regionali del Veneto Giovanni Manildo, che ha dialogato con Francesco Boccia, capogruppo del PD al Senato, insieme a Giacomo Possamai, Alessandra Moretti e Rosanna Filippin.

L’evento, promosso dal segretario cittadino Corrado Battilana, ha registrato una certa qual partecipazione in un clima, però, di forte coesione attorno alla candidatura di Manildo.

Con il voto del 23 e 24 novembre alle porte, la campagna elettorale per le regionali entra, quindi, sempre più nel vivo. E nel linguaggio colorito di Cappelletti, “Vaffanzaia” non è solo uno slogan di protesta, ma una promessa di discontinuità: quella di un Veneto che, sostiene il senatore, vuole finalmente “voltare pagina”.





































