Regionali Veneto 2025, tre visioni per il futuro di Manildo, Stefani e Bui: famiglia, prevenzione e autonomia

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Elezioni regionali del Veneto
Elezioni regionali del Veneto

È stato un fine settimana denso di contenuti e messaggi politici per la corsa alle prossime elezioni regionali del Veneto. Tre protagonisti, tre approcci diversi ma un tema comune: il futuro della comunità veneta. Da Treviso a Padova fino a Venezia, Giovanni Manildo, Alberto Stefani e Fabio Bui hanno tracciato le rispettive visioni di una Regione che, seppur con prospettive differenti, è chiamata a ripensare se stessa tra welfare, salute pubblica, autonomia e partecipazione.

Festival della Statistica e della Demografia di Treviso: confronto Manildo Stefani
Festival della Statistica e della Demografia di Treviso: confronto Manildo Stefani

Manildo: “Sostenere le famiglie significa creare futuro”

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Giovanni Manildo

Al Festival della Statistica e della Demografia di Treviso, il candidato presidente del centrosinistra Giovanni Manildo ha scelto di affrontare uno dei nodi più delicati del Veneto contemporaneo: la denatalità. “Nessuno mette al mondo un figlio se non sente che c’è un futuro davanti”, ha detto, ricordando come dal 2008 a oggi la Regione abbia perso quasi il 40% delle nascite.
Il suo messaggio è netto: “Non bastano i bonus, serve una visione complessiva. La famiglia è la prima infrastruttura sociale del Veneto: se si indebolisce, si indebolisce la comunità”.

Manildo propone un grande piano casa per giovani e famiglie, con canoni calmierati e garanzie sui mutui, la progressiva gratuità degli asili nido e un contratto d’ingresso per integrare i primi stipendi dei giovani lavoratori. A questo si aggiungono investimenti mirati nella sanità pubblica, nel benessere mentale e nel sostegno ai caregiver.
Per l’ex sindaco di Treviso, la questione demografica non è solo economica, ma etica e sociale: “Le nostre proposte valgono per tutte le famiglie, senza distinzioni. La Regione deve tornare alleata delle persone, non semplice erogatrice di contributi”.
Un messaggio che, tra i numerosi interventi del Festival, ha riportato il dibattito sulla necessità di ricostruire fiducia e stabilità sociale, due elementi che, per Manildo, sono la base di qualsiasi rinascita demografica e comunitaria.

Stefani: “Sinergia e prevenzione contro le dipendenze”

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Alberto Stefani

A Padova, invece, il candidato presidente di centro destra alle regionali del Veneto del centrodestra Alberto Stefani ha partecipato all’incontro con il Coordinamento Veneto delle Strutture Terapeutiche (Covest), aderendo formalmente al loro appello per riformare e potenziare il sistema dei servizi per le dipendenze.
Le dipendenze sono cambiate, e quindi devono cambiare anche gli strumenti e le competenze per combatterle”, ha dichiarato Stefani, parlando dalla sede della Comunità San Gregorio.

Il suo impegno è quello di creare una sinergia più forte tra pubblico e privato, investendo nella prevenzione, nel sostegno economico alle strutture e nella formazione di operatori specializzati. “Prevenire non significa solo ridurre il danno. Significa anche risparmiare. La prevenzione non è una spesa, ma un investimento”, ha spiegato.

Con un tono pragmatico, Stefani ha ricordato la propria esperienza di sindaco, raccontando di “incontri con genitori preoccupati per i comportamenti a rischio dei figli”. Per lui, le dipendenze – da sostanze ma anche nuove forme come gioco d’azzardo e dipendenza digitale – non riguardano solo chi le vive, ma l’intera rete familiare e sociale.
Il messaggio finale è di apertura e ascolto: “Siamo qui per ascoltare chi lavora ogni giorno sul territorio, perché chi aiuta gli altri merita di essere sostenuto”.

Bui: “Un nuovo progetto per autonomia, lavoro e comunità”

Fabio Bui (Popolari per il Veneto)
Fabio Bui (Popolari per il Veneto)

A completare il quadro politico, arriva la candidatura ufficiale di Fabio Bui, sostenuto dai Popolari per il Veneto. Con la firma depositata ieri, Bui ha dato il via a un progetto che vuole riportare al centro i valori del popolarismo europeo e del territorio come comunità viva.

“La gente è stanca di promesse mancate. I veneti si sentono traditi: da anni ci viene promessa l’autonomia, ma a Roma ci fermano sempre”, ha dichiarato, rilanciando la proposta di una Regione a statuto speciale capace di gestire in modo autonomo sanità, trasporti, formazione e politiche sociali.

Tra i punti programmatici, Bui ha presentato il progetto del “Porto delle Venezie” (Trieste–Venezia–Ravenna) e la creazione di un hub ferroviario europeo a Verona, per rendere il Veneto una piattaforma strategica tra Nord e Sud Europa. Ma anche la visione di una “megalopoli verde”, dove città, borghi e campagne convivano in equilibrio tra economia, ambiente e qualità della vita.

O il Veneto decide per sé, o qualcun altro deciderà per noi”, ha ammonito Bui, rivolgendosi agli elettori delusi. “Non sprecate questa occasione. Dopo anni di immobilismo, possiamo tornare a contare, ma serve partecipazione, non rassegnazione”.

Tre voci, tre letture diverse ma complementari di un Veneto in cerca di direzione alle prossime regionali. Se Manildo invoca welfare e fiducia sociale, Stefani insiste sulla rete di prevenzione e responsabilità collettiva, mentre Bui propone autonomia e protagonismo comunitario. Tre linee di pensiero che delineano un unico orizzonte: quello di un Veneto che vuole tornare protagonista del proprio futuro, ma che per riuscirci dovrà scegliere con chiarezza quale modello di sviluppo e convivenza seguire.