Regionali Veneto, Corveneto: Salvini-Zaia, un lampo di incontro e il nodo del terzo mandato

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Luca Zaia

Un incontro tra il presidente della Regione Luca Zaia e il vicepremier e segretario federale della Lega Matteo Salvini ha infiammato il dibattito sulle prossime elezioni regionali del Veneto.

Il faccia a faccia, avvenuto ieri nell’androne di Palazzo Balbi a margine della presentazione delle medaglie olimpiche di Milano-Cortina 2026, è stato breve, ma carico di significato politico, come svelato oggi dal Corriere del Veneto.

Fonti vicine alla Lega descrivono un clima di “ottima sintonia”, con Salvini che avrebbe esplicitamente detto “sono venuto apposta per parlare con Luca” e lo vedrebbe “bene anche con un ruolo nel governo nazionale“. Chi è vicino a Zaia, invece, parla di un incontro interlocutorio, da cui il governatore non si aspettava granché, e in cui Salvini avrebbe preannunciato la necessità di attendere l’esito del vertice odierno dei leader nazionali di centrodestra.

La notizia chiave, infatti, è proprio questa: il vicepremier ha confermato alla stampa che oggi, mercoledì 16 luglio, alle 13 e 30, si terrà il primo tavolo ufficiale sulle Regionali. A questo appuntamento siederanno la premier Giorgia Meloni (FdI), l’altro vicepremier Antonio Tajani (FI), Maurizio Lupi (Noi Moderati) e lo stesso Salvini.

Il leader del Carroccio porterà le istanze venete, rivendicando la presidenza della Regione. “Io porto il buon governo della Lega in tanti territori“, ha dichiarato Salvini, sottolineando i 161 sindaci e oltre mille amministratori locali in Veneto. “Squadra che vince non si cambia“, ha chiosato, rendendo cristallina la richiesta di esprimere il candidato governatore. Una posizione rafforzata dalle dichiarazioni della vice di Salvini, Silvia Sardone: “In un’ottica di coalizione se non dovesse essere Luca Zaia, che comunque rimane un politico di razza da valorizzare, è ovvio che la Lega rivendichi la presidenza di quella regione“.

Zaia, dal canto suo, non si sottrae al dibattito e mantiene alta la bandiera dell’orgoglio amministrativo. “Non ho la più pallida idea di che tavolo sia convocato“, ha affermato, ribadendo la sua posizione chiara: “C’è un’eredità di questa amministrazione che è importante, non è un’eredità della Lega ma anche del centrodestra. Stiamo amministrando dal 2010 e penso che i risultati siano sotto gli occhi di tutti“. Il governatore ha evidenziato i primati del Veneto in sanità e per le Olimpiadi, sottolineando un rapporto con i veneti che lo porta a rappresentare tutti i cittadini. L’incontestabile trasversalità di Zaia, che nel 2010 sfiorò il 77% dei consensi, rappresenta un “bagaglio importante che la Lega vuol tenersi stretto“, ma che per gli alleati di coalizione può diventare ingombrante.

Gli scenari futuri, tratteggiati da Martina Zambon per Il Corriere del Veneto, sono molteplici. Fratelli d’Italia, che ha già doppiato la Lega alle ultime Politiche ed Europee, non appare intenzionata a cedere una regione così preziosa. In questo contesto, per Zaia potrebbe essere trovata una “collocazione adeguata”, e il riferimento a un posto da ministro potrebbe tornare d’attualità. La Lega, tuttavia, tenterebbe comunque di sfruttare il “brand” Zaia, magari modificando il simbolo e sostituendo il riferimento a Salvini con quello al presidente uscente, anziché usare la lista Zaia, che a quel punto sarebbe bandita. Un modo per tentare di contenere i danni se, come appare sempre più probabile, le minacce del Carroccio di correre da soli si scioglieranno in nome della ragion di Stato o di coalizione.

Salvini avrebbe detto a Zaia che sull’assetto e sulle liste ci si dovrà aggiornare dopo il vertice odierno. Un vertice che si preannuncia tutt’altro che risolutivo, soprattutto per le due regioni più “calde”: la Campania e, in particolare, il Veneto, che si conferma un “rompicapo di difficile soluzione”.