COP 30 in Brasile: Mamme No Pfas portano l’allarme dei “killer eterni” e chiedono il bando universale dei Pfas

161
pfas

Michela Piccoli, portavoce delle Mamme No Pfas, sarà a Belém, in Brasile, per rappresentare la Rete Zero Pfas Italia al Vertice dei Popoli COP 30 che si terrà dal 7 al 12 novembre. La Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), alla quale interverranno 162 Paesi, vedrà la partecipazione di 250 delegazioni internazionali.

L’obiettivo della Rete Zero Pfas Italia, invitata dalla Campagna per il Clima fuori dal Fossile in delegazione con altre associazioni italiane, è duplice: portare l’esperienza delle madri italiane per mettere in guardia le popolazioni ignare della pericolosità dei Pfas e chiedere la messa al bando universale di queste sostanze. I Pfas, noti come “inquinanti eterni” a causa della loro elevata persistenza, costituiscono una minaccia globale: sono composti di sintesi chimica pericolosi per la salute e l’ambiente che si diffondono contaminando acqua, suolo, aria ed entrando nella catena alimentare.

La Rete Zero Pfas Italia parteciperà, in particolare, alla Quarta Assemblea Nazionale dei danneggiati della MAB (Movimenti dei Danneggiati dalle Dighe), Rete internazionale contro il modello energetico estrattivo globale, che si terrà dal 10 al 21 novembre 2025.

In questo importante contesto in cui si discuterà di cambiamento climatico e del rispetto degli Accordi di Parigi, i membri della Rete Zero Pfas Italia dichiarano che cercheranno di porre l’attenzione sulla questione dei Pfas, che tanto contribuiscono al dramma dell’inquinamento che sta devastando il pianeta. L’appello ai Governanti del mondo è di affrontare il problema con la massima urgenza, prima che la terra diventi un luogo irrimediabilmente invivibile. La richiesta fondamentale è quella di promuovere una legge universale che metta al bando i Pfas e, contestualmente, aumentare gli investimenti destinati alla ricerca di alternative sostenibili a queste pericolose sostanze chimiche.

L’adesione della Rete Zero Pfas Italia al “Manifesto dei Popoli” del Vertice si basa su punti cardine che richiamano l’importanza della partecipazione dal basso, della solidarietà internazionale e della giustizia ambientale. Il primo punto del Manifesto condiviso è “acqua per la vita, non per la morte”, seguito dalla necessità di cambiare il modello per la gestione dell’energia e dell’acqua. Viene poi ribadito che l’acqua e l’energia non sono merci e che sono necessari “fiumi liberi per popoli liberi!”.

La Rete sostiene la costruzione di una enorme e diffusa rete globale composta da città, territori e associazioni, ritenendo che solo l’unione e il fare rete possano proteggere le fondamenta democratiche della società dagli interessi economici che hanno avvelenato i territori e le acque. La grave compromissione di ambiente e acque è vista come il frutto di un avido e insensato sfruttamento dell’ambiente, orientato al profitto immediato e incurante delle conseguenze a lungo termine, rendendo fondamentale la cooperazione internazionale.

Il principio delle ingiustizie ambientali verso coloro che hanno meno contribuito alla crisi trova riscontro nell’esperienza della Rete, portatrice del dovere di salvaguardare cittadini inermi e ignari dall’esposizione ai Pfas, con particolare attenzione all’accumulo di queste sostanze nell’organismo umano e alla loro veicolazione nel latte materno. La Rete aspira alla giustizia climatica, alla revisione del modello economico attuale e alla responsabilizzazione delle multinazionali, per difendere i cittadini dai comportamenti voraci delle grandi aziende che, in nome del profitto, distruggono l’ambiente.

Un altro obiettivo centrale è il riconoscimento della natura come soggetto di diritti e la protezione della biodiversità. La Rete cita come esempio la sentenza peruviana che ha riconosciuto lo status di soggetto giuridico al fiume Marañón, considerandola la base concreta per la costituzione di comitati di bacino gestiti dalla società civile. In conclusione, mobilitare l’opinione pubblica, rafforzare la democrazia partecipativa e denunciare i passi indietro sono tutti capisaldi nel tentativo di costruire un modello economico, culturale e sociale più dignitoso.