Richiami vivi, il Consiglio regionale del Veneto approva la legge. Frattura netta tra maggioranza e opposizione

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Richiami vivi
Richiami vivi

Il provvedimento del Consiglio regionale del Veneto sui richiami vivi modifica la normativa regionale sulla caccia da appostamento. Eurodeputato Berlato (ACR): “risposta giusta”. Rucco: “Segnale concreto a chi vive il territorio”. Pan (Lega)”: “Più chiarezza e legalità”. Entusiasta anche Joe Formaggio (FdI). AVS e Lorenzoni all’attacco: “Regalo di fine mandato alla lobby dei cacciatori”. 

Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato a maggioranza il progetto di legge n. 313, presentato dal leghista Giuseppe Pan, che modifica la legge regionale n. 50/1993 in tema di richiami vivi per la caccia da appostamento. Al centro della norma, la ricognizione del patrimonio di richiami, l’introduzione di anelli identificativi numerati, una banca dati regionale informatizzata e sistemi di autocertificazione e tracciabilità. Obiettivo dichiarato: porre fine alle ambiguità normative che hanno generato sanzioni e sequestri a danno dei cacciatori.

Pan (Lega): “Regole certe e niente più multe assurde”

“Con questa legge – ha spiegato il relatore Pan – il mondo venatorio veneto avrà finalmente regole chiare, strumenti moderni di controllo e una banca dati regionale. Eviteremo sanzioni paradossali e daremo serenità a chi caccia nel rispetto della legge”. Per Pan si tratta di una riforma “di buonsenso”, nata da mesi di confronto con associazioni e cittadini.

Entusiasta anche Joe Formaggio (FdI), co-firmatario del testo: “È una vittoria dei cacciatori onesti, una risposta concreta alle ambiguità che nel Vicentino hanno portato a procedimenti penali ingiusti. L’autocertificazione e la tracciabilità sono strumenti di legalità”.

Il mondo venatorio esulta: “Finalmente una risposta giusta”

Hanno assistito all’approvazione in aula Sergio Berlato (Associazione Cultura Rurale) e Giulia Sottoriva (Confederazione Associazioni Venatorie Italiane). Entrambi hanno espresso “grande soddisfazione” per una legge definita “attesa da anni”, che sana “un vulnus normativo causato da interpretazioni sbagliate che hanno criminalizzato i cacciatori”.

Anche Francesco Rucco (FdI), probabile candidato presidente alle prossime regionali, ha commentato favorevolmente: “È un segnale concreto a chi vive il territorio con responsabilità. Legalità e rispetto delle tradizioni sono i nostri pilastri politici”.

AVS all’attacco: “Pratica atroce, resistenza utile ma non sufficiente”

Durissimo il commento dei consiglieri di Alleanza Verdi e Sinistra, Renzo Masolo e Andrea Zanoni, che hanno parlato di “regalo di fine mandato alla lobby dei cacciatori”. I due consiglieri hanno presentato 75 emendamenti, alcuni accolti, come l’obbligo di controlli a campione e la conferma degli anelli identificativi su indicazione di ISPRA.

“Resta – denunciano – una legge che legittima la detenzione disumana di uccelli in gabbie minuscole, in stanze buie, pieni di escrementi. Una norma contro la sensibilità diffusa dei veneti. E le parole del consigliere Pan, secondo cui i cacciatori trattano i richiami meglio dei figli, dovrebbero allarmare anche i servizi sociali”.

Lorenzoni (Gruppo misto): “La legge Berlato, non del Consiglio

Molto critico anche Arturo Lorenzoni (Veneto Vale): “La maggioranza ha tirato dritta ignorando ogni tentativo di mediazione. In aula si è piegata alla linea ‘berlatiana’, difendendo la caccia da ogni controllo. È un’altra pagina triste in cui il 95% dei veneti è piegato agli interessi dello 0,6%”.

Prossime sfide: caccia in deroga e norme applicative nel mirino

L’approvazione del Pdl 313 è stata accompagnata da un Ordine del giorno che impegna la Giunta ad attivare la caccia in deroga. E mentre i sostenitori della legge parlano di “modello veneto” da esportare, le opposizioni annunciano battaglia sugli atti amministrativi attuativi e possibili ricorsi al TAR.