Trasporto pubblico locale: il Consiglio regionale del Veneto approva la riforma della legge dopo un acceso dibattito

158
riforma TPL Veneto

Il Consiglio regionale del Veneto ha dato ieri il via libera a maggioranza al disegno di legge numero 237, che modifica e integra, e di fatti riforma, la legge regionale del 1998 sulla disciplina e l’organizzazione del Trasporto Pubblico Locale (TPL).

La norma, di iniziativa della Giunta, è stata illustrata in aula dalla presidente della Seconda commissione consiliare, Silvia Rizzotto (Fratelli d’Italia), con la correlazione del vicepresidente della stessa Commissione, Jonatan Montanariello (Partito Democratico), ed è stata approvata senza voti contrari dopo un’ampia discussione generale e l’esame della manovra emendativa.

L’approvazione del progetto di legge numero 237 rappresenta, secondo Silvia Rizzotto, un passo decisivo per riformare la governance del TPL e modernizzare il sistema veneto. Rizzotto ha sottolineato che si tratta di un passaggio normativo strategico, atteso da tempo, che interviene su un settore complesso e fondamentale per la mobilità di cittadini e imprese.

L’obiettivo è superare l’attuale frammentazione organizzativa e aggiornare una legislazione ormai datata, in linea con le evoluzioni normative nazionali. Cuore della riforma è la ridefinizione dei bacini territoriali ottimali e omogenei, che non coincideranno più rigidamente con i confini provinciali, ma saranno delineati secondo criteri di natura trasportistica, tenendo conto della domanda reale di mobilità e dell’efficienza del servizio.

La legge prevede inoltre un nuovo modello di governance con l’introduzione delle Agenzie per il TPL in ciascun bacino, enti partecipati obbligatoriamente da Comuni e Province, con la presenza della Regione attraverso Infrastrutture Venete S.r.l. Questo rafforza il ruolo della Regione in materia di programmazione, indirizzo e controllo, con l’emanazione di linee guida per i piani di bacino, l’affidamento dei servizi, la definizione delle tariffe e la qualità dell’informazione all’utenza. Il nuovo assetto entrerà in vigore a partire dal 31 dicembre 2026.

Riforma TPL Veneto: le voci della maggioranza e le critiche dell’opposizione

Dalla maggioranza, Marco Dolfin (Lega – Liga Veneta) ha espresso piena soddisfazione per il via libera definitivo al provvedimento, definendolo una svolta attesa e necessaria. Ha evidenziato come la legge restituisca alla Regione un ruolo centrale nella pianificazione e nel coordinamento della mobilità, colmando una lacuna storica. Dolfin ha richiamato l’attenzione anche su alcune criticità operative, come la tutela degli operatori del settore, spesso vittime di aggressioni, e la questione delle clausole sociali e delle garanzie degli accordi integrativi. Ha inoltre auspicato strumenti fiscali più autonomi per il finanziamento del TPL, ricordando che il Veneto non ha mai attivato leve come l’IRPEF, sperando che l’Autonomia possa offrire nuove possibilità.

Similmente, il consigliere Stefano Giacomin (Lega-LV), assieme al collega Enrico Corsi e alla capogruppo di Forza Italia Elisa Venturini, ha espresso un giudizio positivo sul disegno di legge, in virtù delle esperienze positive sul territorio nel rapporto con gli enti locali.

Non sono mancate le critiche da parte delle opposizioni. Arturo Lorenzoni (Gruppo Misto), ha definito il provvedimento “vuoto e privo di risorse”, un’altra occasione persa per spingere verso l’innovazione. Lorenzoni ha evidenziato come siano stati impiegati cinque anni per introdurre minime novità organizzative e ha lamentato la mancanza di implementazione di un sistema di bigliettazione elettronica integrata, del tracciamento in tempo reale dei mezzi su scala regionale e dell’integrazione multimodale. Ha sottolineato la quasi totale assenza di servizi a chiamata, criticando la mancanza di una visione che impedisce al Veneto di allinearsi a modelli di TPL moderni presenti in altre città italiane ed europee.

Renzo Masolo, consigliere di Europa Verde, ha rimarcato come un sistema di trasporto pubblico efficiente gioverebbe anche agli automobilisti, rendendo gli spostamenti più agevoli. Ha denunciato il “ritardo mastodontico” del progetto di legge e ha criticato la Regione per non aver reso il trasporto pubblico agevole, diffuso e sostenibile in 15 anni. Masolo ha evidenziato la diminuzione degli spostamenti a piedi o in bicicletta (dal 22% nel 2008 al 19% nel 2023) e il fatto che quasi due terzi del trasporto regionale avvenga ancora su mezzi privati. Ha sottolineato la necessità del “biglietto climatico”, particolarmente utile per i giovani, e la penalizzazione di chi vorrebbe integrare il trasporto pubblico con la bicicletta, dato che i bus non effettuano trasporto bici.

Infine, Elena Ostanel, capogruppo de Il Veneto che Vogliamo, ha focalizzato il proprio intervento sulle problematiche legate al trasporto degli studenti. Ha definito “paradossale e quasi offensivo” che la Giunta Zaia presenti la riforma come una rivoluzione, certificando invece, a suo dire, un doppio fallimento: aver sprecato 250 milioni di euro di IVA in dieci anni e non aver ancora garantito il biglietto unico promesso dal 2008. Ostanel ha sottolineato come il servizio sia stato messo a dura prova da un sottofinanziamento regionale ventennale e ha criticato il mancato accoglimento di un emendamento per creare bacini interprovinciali davvero ottimali, soprattutto a favore del trasporto scolastico. Secondo i dati ISTAT, il Veneto è la regione del Centro-Nord con il peggior livello di raggiungibilità delle scuole tramite TPL per gli studenti.