“RiGenerazioni”, da Fondazione Cariverona 100 milioni di euro in tre anni per riscrivere il futuro dei territori

186
rigenerazioni

È tempo di “RiGenerazioni”. Con una visione rinnovata e lo sguardo rivolto al futuro dei territori, Fondazione Cariverona lancia il Documento di programmazione pluriennale 2026-2028 e il Documento di programmazione annuale 2026: due strumenti centrali che delineano la strategia, le priorità e le principali linee d’azione per i prossimi anni. Un impegno concreto che si tradurrà in 100 milioni di euro messi a disposizione nell’arco del triennio (+67% rispetto al 2023-2025), di cui 33,4 milioni nel 2026 – con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. I nuovi documenti verranno presentati in occasione dell’evento pubblico “RiGenerazioni – In dialogo per il futuro dei territori”, in programma venerdì 7 novembre alle 18 al Teatro Ristori di Verona: un momento di incontro e confronto aperto alla cittadinanza, ai partner e a tutti i protagonisti delle comunità locali.

“Questa programmazione nasce per rigenerare e mettere in movimento energie nuove”, dichiara Bruno Giordano, presidente di Fondazione Cariverona. “Puntiamo su progetti che uniscono visione e concretezza: tutela dell’ambiente, formazione e lavoro per i giovani, comunità capaci di includere. La Fondazione agirà da catalizzatore e da regista di alleanze, selezionando iniziative capaci di durare, con criteri chiari e misurabili. Vogliamo che i nostri territori tornino a essere luoghi in cui le persone scelgono di vivere, lavorare, innovare”.

E proprio il concetto di rigenerazione è il filo conduttore della programmazione 2026-2028: riattivare risorse, relazioni e possibilità per trasformare l’esistente in futuro. La visione si concretizza in tre grandi obiettivi strategici, che interpretano le sfide più urgenti dei territori e ne guidano le priorità operative: Ambiente e territorio, con interventi che promuovono sostenibilità e qualità della vita attraverso progetti di rigenerazione urbana e ambientale, tutela della biodiversità e sviluppo locale; Giovani, per valorizzare il talento e la partecipazione di ragazzi e ragazze sostenendo percorsi educativi, formativi e occupazionali in grado di rendere attrattivi i luoghi di vita e di lavoro; Comunità accoglienti e solidali, con programmi per rafforzare coesione e inclusione sociale, creando spazi di incontro, partecipazione e nuova socialità.

Il metodo con cui la Fondazione traduce questa visione in impatto poggia su quattro priorità trasversali che ne ridefiniscono il modo di operare. Lavorare in modo integrato e sistemico significa progettare mettendo in relazione dimensioni sociali, ambientali, economiche e culturali, agganciando gli interventi alle strategie di sviluppo locale. Sostenere progetti ad alto impatto e di lunga durata vuol dire privilegiare iniziative capaci di consolidarsi nel tempo, generando competenze e sostenibilità gestionale. Valorizzare e diffondere le buone pratiche comporta capitalizzare ciò che funziona, favorirne l’adattamento ad altri contesti e alimentare una conoscenza condivisa. Promuovere il dialogo intergenerazionale, infine, permette di connettere età ed esperienze diverse per costruire comunità più coese e lungimiranti. Si tratta di scelte che spostano il baricentro dal singolo contributo al processo rigenerativo e qualificano il ruolo della Fondazione come motore di alleanze territoriali, innovazione e misurabilità degli esiti.

Gli strumenti operativi danno consistenza quotidiana alle linee di indirizzo. I bandi restano la modalità privilegiata di attuazione e stimolano la progettazione integrata degli attori locali. Le progettualità di iniziativa diretta consentono alla Fondazione di ideare e presidiare programmi socio-culturali con soggetti qualificati. I percorsi di capacity building affiancano alle risorse economiche competenze tecniche e manageriali per rafforzare enti e reti. Le analisi e gli approfondimenti tematici supportano la lettura dei bisogni e la definizione di strategie di intervento efficaci. I laboratori di coprogettazione mettono a fattor comune competenze e visioni per disegnare nuove risposte alle sfide sociali. 

A queste leve si affiancano tre strumenti che segnano un cambio di passo: i programmi emblematici, interventi sistemici di ampia portata co-progettati con soggetti pubblici e privati per valorizzare risorse e potenzialità locali; lo Young Advisory Board, una commissione di 12 giovani che, a partire da gennaio 2026, porterà in modo strutturato il punto di vista delle nuove generazioni nei processi della Fondazione; e gli Impact LAB, spazi di apprendimento tra pari per condividere pratiche, misurare risultati, leggere gli esiti dei progetti e raccontare il cambiamento generato. Insieme, questi strumenti costituiscono un cantiere permanente che attiva reti, accelera l’innovazione e consolida nuove capacità.

Il 2026 è il primo banco di prova del nuovo ciclo. Le risorse disponibili ammontano a 33,4 milioni di euro: 11,5 milioni sono destinati alle giovani generazioni, 7,5 milioni ad ambiente e territorio e 7,5 milioni alla creazione di comunità inclusive, con quote dedicate anche ai programmi emblematici e allo Young Advisory Board. La ripartizione tiene inoltre conto di impegni pluriennali, interventi culturali diretti e adesioni a iniziative nazionali.

All’interno del piano annuale, sono i bandi a dare gambe alla visione. Per l’ambiente, verranno sostenuti progetti di rigenerazione con ricadute ecologiche e sociali, dalla tutela del capitale naturale e della biodiversità ai modelli di agricoltura e alimentazione sostenibili, fino alla qualità degli spazi di vita nei quartieri più fragili e alla valorizzazione delle aree interne. Per le giovani generazioni, si agirà lungo una doppia direttrice. Da una parte, rafforzare alleanze educative tra scuole, università, imprese e terzo settore per costruire percorsi integrati di orientamento, apprendimento e cultura del lavoro coerenti con le aspirazioni dei ragazzi e con i bisogni dei territori; dall’altra, sostenere l’autonomia e l’attrattività dei luoghi con spazi comuni multifunzionali, esperienze di partecipazione civica, modelli abitativi inclusivi e percorsi per imprenditorialità giovanile. Per le comunità, il focus sarà l’inclusione e la nuova socialità: si promuoveranno percorsi per le persone più fragili – dalla disabilità al reinserimento dopo la detenzione, fino all’esclusione lavorativa o abitativa – e si investirà nell’accessibilità di servizi culturali e sportivi, oltre che nel rafforzamento delle governance locali capaci di ascolto e decisioni condivise. 

“Il nuovo ciclo punta sulla qualità delle reti e sulla misurabilità degli esiti”, afferma Filippo Manfredi, direttore generale della Fondazione. “Nel 2026 attiveremo bandi specifici per ciascun ambito, favorendo progettazioni integrate e strumenti di accompagnamento. Lavoreremo con programmi emblematici nei capoluoghi, valorizzando poli universitari e hub di alta formazione come motori di attrattività e sviluppo; lanceremo lo Young Advisory Board per portare la voce dei giovani nei nostri processi; e diffonderemo gli Impact LAB per consolidare ciò che funziona. La sfida è trasformare ogni euro investito in valore condiviso”.

La programmazione si accompagna a una ridefinizione responsabile del perimetro geografico d’intervento, maturata nel confronto con la Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana. Fondazione Cariverona concentrerà progressivamente il proprio impegno nelle province di Verona, Vicenza, Belluno e Mantova, garantendo una presenza attiva e di accompagnamento nella provincia di Ancona fino al termine del 2026, così da assicurare continuità alle iniziative avviate e cura delle comunità coinvolte. È una scelta di prossimità pensata per aumentare efficacia e impatto nei territori serviti.

La sostenibilità economica del piano è assicurata da una gestione patrimoniale orientata alla redditività nel lungo periodo attraverso strategie di diversificazione, alla protezione del valore reale e all’integrazione dei criteri ESG. L’obiettivo del triennio è generare risorse certe, stabili e distribuibili per sostenere con continuità la programmazione istituzionale e costruire ben-essere diffuso. 

Rigenerare non è uno slogan: è una scelta quotidiana”, conclude Giordano. “Vogliamo accendere processi che restino, connettere generazioni e competenze, accompagnare i territori a trasformare i bisogni in opportunità. Il nostro impegno è misurare i risultati, valorizzando ciò che funziona e rimettendo in circolo valore. Così 100 milioni di euro diventano sviluppo condiviso e un invito a fare squadra: istituzioni, terzo settore, imprese, università, giovani. Perché il futuro dei nostri territori si costruisce insieme, ora”.

Per iscrizioni all’evento “RiGenerazioni – In dialogo per il futuro dei territori” di venerdì 7 novembre, ore 18, al Teatro Ristori di Verona (partecipazione gratuita previa registrazione): https://www.eventbrite.it/e/biglietti-rigenerazioni-in-dialogo-per-il-futuro-dei-territori-1802675293329?aff=oddtdtcreator