Risparmiatori: attacco a Gabanelli (CorSera) per articolo crac bancari “Ecco come soci e speculatori si sono spartiti 1,5 miliardi di soldi pubblici”

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Gabanelli e Priante su CorSera e caso risparmiatori soci per crac bancari
Gabanelli e Priante su CorSera e caso risparmiatori soci per crac bancari

Spett.le Corriere della Sera, gentile sig.ra Milena Gabanelli, le scriventi Associazioni dei risparmiatori, già componenti della Cabina di regia istituita presso il Ministero dell’economia e delle finanze ai fini dell’elaborazione della legge in materia di indennizzi ai risparmiatori, in relazione all’articolo apparso on line, all’interno del sito del Corriere della Sera, in data 28 febbraio 2024, espongono quanto segue.

Riteniamo detto articolo gravemente lesivo della dignità dei risparmiatori traditi dalle banche, i quali, per lungo tempo, hanno fatto affidamento su quanto loro comunicato e rappresentato, anche in forma scritta, dagli organi di vertici di tali banche.

In ragione di tale incolpevole e legittimo affidamento, migliaia e migliaia di piccoli risparmiatori hanno acquistato, per anni, quote azionarie emesse da tali banche che, peraltro, prima della sciagurata riforma messa in atto nel 2015 dall’Esecutivo guidato da Matteo Renzi, avevano forma di società cooperative, riforma partita dall’Unione Europea recepita dal Governo Italiano il 16/11/2015,  che con la controversa vicenda degli aiuti di stato imposti dalla Commissione Europea dalla Commissaria europea Margrethe Vestager Bruxelles, 22 novembre 2015 , non permise l’utilizzo dei fondi del FITD portando alla morte le banche, poi con SENTENZA DELLA CORTE (Grande Sezione) 2 marzo 2021 su aiuti di Stato a Banca Tercas SpA condannava la Commissione Europea per l’errore fatto con condanna alle spese del procedimento.

Quelli che Voi (Gabanelli, Priante e CorSera, ndr), impropriamente e volgarmente, definite soci e speculatori sono in massima parte comuni cittadini che, all’esito di una colossale truffa commessa ai loro danni, hanno visto andare in fumo i loro risparmi e che, dall’oggi al domani, si sono trovati sul lastrico.

Del resto, con i dissesti delle sole Banca Popolare Vicenza e Veneto Banca, sono andati perduti, da un giorno all’altro, tra i dieci e gli undici miliardi di euro.

Teniamo inoltre a precisare che, nel caso delle 11 Banche messe in L.C.A. liquidazione coatta amministrativa , alle numerose e macroscopiche irregolarità che hanno caratterizzato, nel tempo, la gestione delle banche si sono sommate, a nostro avviso, l’omessa vigilanza e l’omesso controllo degli organi a ciò deputati, ovvero Banca d’Italia e Consob, che hanno sanzionato quando ormai era troppo tardi.

Il comportamento colposamente omissivo di Banca d’Italia si è innestato nella concatenazione di eventi che hanno permesso alle banche  di essere condotte alla liquidazione coatta amministrativa, svuotate di tutto il patrimonio sano, svilendo ogni opportunità̀ per i risparmiatori di porre tempestivamente rimedio al raggiro subito.

Ebbene, tale Organo di Vigilanza risultava a conoscenza delle anomale modalità con cui i Consigli di Amministrazione delle banche popolari venete procedevano alla determinazione del valore delle azioni da loro emesse.

È noto, infatti, che il valore delle stesse, eccetto che per Banca Etruria che era regolarmente quotata in Borsa, non fosse determinato dal mercato bensì autonomamente dai vertici societari, rendendo dunque indispensabile verificare che il rapporto tra tale valore e quello del patrimonio fosse quantomeno ragionevole.

Conferma della consapevolezza da parte di Banca d’Italia dell’importanza di tale parametro si riscontra, ad esempio, nei risultati dell’ispezione avvenuta nel 2001 presso la Banca Popolare di Vicenza, nei quali si accertava che il metodo di determinazione del prezzo di emissione e di rimborso delle azioni sociali “non è ispirato a criteri di oggettività, ma risultato di un compromesso di valutazioni dei consiglieri”.

Eppure, seppur conscio della sproporzione tra l’effettivo valore patrimoniale della Banca e quello da quest’ultima attribuito alle proprie azioni, l’Organo di Vigilanza non è mai intervenuto onde sanzionare la condotta illegittima dell’Istituto.

Altresì, come detto, riteniamo ravvisabile una responsabilità della Consob in conseguenza delle evidenti carenze nell’esercizio dei poteri di vigilanza alla medesima spettanti, soprattutto con riguardo alla correttezza delle comunicazioni rilasciate dalle banche popolari venete al mercato.

In specie, non risulta che l’Organo di vigilanza abbia operato dei controlli sostanziali sui prospetti informativi diffusi da tali banche nelle occasioni in cui queste si sono rivolte al mercato.

Eppure, proprio le peculiarità che caratterizzavano le banche popolari rendevano indispensabile l’adozione di maggiori cautele.

Infatti, com’è noto, il valore delle azioni di tali istituti non era determinato dal mercato, bensì dal Consiglio di Amministrazione degli stessi.

Di conseguenza, le informazioni fornite ai risparmiatori, soprattutto con riguardo ai dati di bilancio, risultavano l’unico parametro di cui i risparmiatori disponevano al fine di poter valutare la convenienza dei prodotti finanziari loro proposti.

Dalla consultazione delle relazioni allegate ai bilanci degli ultimi dieci anni emerge come le Società di revisione abbiano negli anni certificato de plano la documentazione contabile della Banca revisionata, utilizzando regolarmente un unico format.

Inoltre, le Società di revisione non hanno mai rilevato la situazione di deterioramento dei crediti appostati in bilancio dalle banche.

Per giunta, le relazioni di certificazione redatte da tali Società hanno influito in modo diretto sulle intenzioni d’acquisto dei risparmiatori: il personale delle banche popolari venete, infatti, utilizzava tali certificazioni come leva al fine di rassicurare i propri clienti circa la propria solidità patrimoniale e, quindi, convincerli all’accantonamento del risparmio in QUOTE DELLE BANCHE.

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Ben due commissioni parlamentari di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, all’esito della propria attività, hanno evidenziato l’inosservanza degli obblighi di diligenza, trasparenza e correttezza nell’allocazione di prodotti finanziari, nonché degli obblighi di corretta informazione ai risparmiatori, documenti che in parte sono stati  secretati dal Segreto di Stato da parte della prima commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle Banche.

Gravi criticità, inoltre, sono state rilevate nell’attività di vigilanza sul sistema bancario e sui mercati finanziari poste in essere dagli organi preposti, in relazione alla tutela del risparmio, garantito dalla nostra Costituzione, alla modalità di applicazione delle regole e degli strumenti di controllo vigenti, che hanno portato alla cancellazione con la messa in LCA  liquidazione coatta amministrativa 11 Banche sparse in tutta Italia ( Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, BBC Banca Brutia, Banca Popolare delle Province Calabre, BCC Paceco, Credito Cooperativo Interprovinciale Veneto Crediveneto, Banca Padovana Credito Cooperativo) coinvolgendo e azzerando i risparmi a oltre 300.000 famiglie.

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Nel 2018 veniva istituita presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze la cabina di regia ai fini dell’elaborazione della normativa in materia di indennizzi ai risparmiatori traditi dalle banche.

All’esito dei lavori di detta cabina di regia, la L. 145/2018 istituiva il Fondo Indennizzo Risparmiatori Governo Lega Salvini/Bitonci e M5S Di Maio/ Villarosa come inserito nel contratto di Governo LEGA M5S del 18/05/2018 (in continuità al precedente enorme lavoro che ha fatto   creare e fissato il principio dal Fondo di Ristoro vittime del risparmio tradito, già istituito con Legge 205/2017 Governo Gentiloni/ Baretta utilizzando i fondi dai conti dormienti risvegliati dalla legge 266/2005 Berlusconi/ Tre Monti, NON DA RISORSE PUBBLICHE DEI CONTRIBUENTI COME DA VOI RIPORTATO ERRONEAMENTE), con una dotazione iniziale di 525 mln/€ per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, per un totale di 1.575 mld/€, privo di controlli, poi per farlo partire modificato la legge con l’inserimento dei 2 Binari di controllo reddito patrimonio, a seguito dell’incontro del 08/04/2019 a Palazzo Chigi con Presidente Conte/ Tria/Villarosa/Bitonci con 19 associazioni risparmiatori 17 favorevoli.

Tali somme spettano, per legge, ai risparmiatori traditi dalle banche.

Lo Stato, quindi, se agisse come da Voi sperato ed auspicato (… avanzano ancora circa 150 milioni … Ci auguriamo che lo Stato decida di tenerseli per aiutare magari qualcun altro), che da matematica sono almeno € 210 milioni ( dotazione iniziale € 1,575 Miliardi – utilizzati € 1,353832529 Miliardi rimangono € 221.167.471, detraendo le spese € 218.767.471) violerebbe una propria legge e, verosimilmente, andrebbe incontro a migliaia e migliaia di vertenze giudiziarie.

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Certi di aver fatto chiarezza, per conto e nell’interesse dei risparmiatori da noi assistiti, ci auguriamo di averVi dato dei punti di riflessione sulla complessa vicenda e che possa insegnare al rispetto delle vittime del risparmio tradito, distinti saluti.

Associazione Ezzelino III da Onara Patrizio Miatello 

Adusbef Avv. Fulvio Cavallari

Associazione banche venete Avv. Sergio Calvetti

Associazione Soci Banche Popolari Avv. Pietro Guidotto

Confconsumatori Aps Mara Colla

Consumatori Attivi Avv. Barbara Puschiasis

Gruppo azionisti Banca Etruria Angiolino Cirulli

Movimento Difesa del Cittadino – Friuli Venezia Giulia Dott. Raimondo Englaro

Movimento Difesa del Cittadino – Piemonte Avv. Clarissa Tacchini

Movimento Difesa del Cittadino – Veneto Avv. Matteo Moschini

Movimento Diritti Europei Dott. Giordano Farinati

Movimento Risparmiatori Traditi Milena Zaggia

Unione Nazionale Consumatori Avv. Corrado Canafoglia

Unione Nazionale Consumatori – Puglia Avv. Antonio Calvani

Vittime del Salva Banche Avv. Letizia Vescovini

EZZELINO III DA ONARA