Ritiro Biden, attesa per discorso alla nazione. Harris-Trump, come cambiano i sondaggi

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Il presidente americano Joe Biden oggi alle 20 ore di Washington, le 2 di notte in Italia, parlerà alla nazione per spiegare il suo ritiro dalla corsa alla Casa Bianca. Nbcnews cita una fonte informata che precisa che si tratterà di un discorso in prime time dalla Casa Bianca.

Biden ha confermato su X che “parlerà alla nazione su quello che ci aspetta e come finirò il lavoro per il popolo americano”. Domenica il presidente ha annunciato la sua decisione diffondendo il testo di una lettera con cui ha dato il suo endorsement alla vicepresidente Kamala Harris nella sfida contro Donald Trump alle elezioni Usa 2024 di novembre. I primi sondaggi sembrano premiare la scelta che i dem si avviano a ufficializzare con la convention di agosto.

Biden si è detto “grato” alla direttrice del Secret Service, Kimberly Cheatle, che si è dimessa dopo la bufera per la gestione della sicurezza al comizio in Pennsylvania durante il quale Donald Trump è scampato ad un tentato assassinio. “Come leader ci vuole onore, coraggio e un’incredibile integrità per assumersi la piena responsabilità di un’organizzazione che ha uno dei compiti più difficili del servizio pubblico”, ha affermato il presidente Usa. “Mentre andiamo avanti, io auguro il meglio a Kim, intendo nominare a breve un nuovo direttore”, ha annunciato. “Jill e io siamo grati alla direttrice Kim Cheatle per i suoi decenni al servizio dello Stato – ha dichiarato Biden che ha conosciuto Cheatle come agente della sua scorta quando era vicepresidente – ha dedicato in modo altruista e rischiato la sua vita per proteggere la nazione durante la sua carriera al Secret Service. La ringraziamo in modo particolare per aver accettato di guidarlo durante la nostra amministrazione e le siamo grati per il servizio prestato per la nostra famiglia”.

“L’inchiesta indipendente per stabilire quello che è successo il 13 luglio continua e io sono ansioso di valutarne le conclusioni – ha sottolineato ancora riferendosi al tentato assassinio di Trump -. Tutti sappiamo che quello che è successo quel giorno non può mai ripetersi”.

Riguardo alle richieste di dimissioni di Biden che continuano ad arrivare dai repubblicani è intervenuta la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, intervistata da Abc. “Penso veramente che sia ridicolo – ha affermato – Il presidente ha deciso di non candidarsi alla rielezione. Questo è tutto, è tutto quello che ha deciso. Vuole continuare il suo lavoro”.

“Ho avuto a che fare con predatori sessuali, truffatori, imbroglioni. Conosco i tipi come Donald Trump”, l’affondo di Kamala Harris nel suo primo comizio, a Milwaukee, in Wisconsin, dal ritiro di Biden. La vicepresidente ha esordito con una dedica all'”incredibile presidente Joe Biden”. “Servire come vicepresidente è stato uno dei più grandi onori della mia intera vita. I risultati raggiunti da Joe nella sua carriera e in particolare negli ultimi 3 anni non hanno eguali, nel suo mandato ha superato quello che altri presidenti hanno fatto in due mandati. Sono onorata di avere il suo endorsement in questa corsa”, ha detto Harris. “La strada per la Casa Bianca passa attraverso il Wisconsin. E per vincere nel Wisconsin, contiamo su di voi proprio qui a Milwaukee. E tutti voi ci avete aiutato a vincere nel 2020. E nel 2024, vinceremo di nuovo”, ha aggiunto. “Ho appreso che abbiamo il sostegno di un numero sufficiente di delegati per ottenere la nomination democratica. Vi prometto che trascorrerò le prossime settimane continuando a unire il nostro partito in modo che siamo pronti a vincere a novembre. Mancano 105 giorni alle elezioni, abbiamo molto da fare ma il duro lavoro non ci spaventa. E vinceremo in queste elezioni. Sì, vinceremo”, ha detto ancora.

Quindi, l’attacco a Trump: “Sono stata procuratrice della California e prima sono stata un procuratore in aula. Ho affrontato autori di reati di ogni genere: predatori che abusavano delle donne, truffatori che imbrogliavano i consumatori, imbroglioni che violavano le regole per il proprio tornaconto. Quindi, ascoltatemi quando dico che conosco i tipi come Donald Trump. E in questa campagna, vi prometto, metterò in campo orgogliosamente il mio curriculum contro il suo ogni giorno della settimana”, ha aggiunto prima di snocciolare alcune condanne che Trump ha subito nella sua carriera.

I primi sondaggi dopo il ritiro di Biden dalla corsa alla Casa Bianca fotografano un quadro condizionato dal ‘fattore Harris’. Per il sondaggio pubblicato da Morning Consult si riduce nettamente il vantaggio di Trump, che si attesta al 47% contro il 45% della vicepresidente. Nell’ultimo poll realizzato sempre dalla stessa società, tra il 15 e il 17 luglio, Trump aveva un vantaggio di quattro punti sul presidente democratico, con il 46% contro il 42%. C’è poi il sondaggio Reuters-Ipsos, su base nazionale e quindi non aderente pienamente al sistema elettorale, che addirittura assegna il 44% a Harris e il 42% a Trump.

“Kamala Harris ha unito il partito e unirà il Paese. Si guadagnerà la nomination e vincerà queste elezioni”, ha detto il marito di Harris, Douglas Emhoff, sottolineando che la candidata in pectore dem per la Casa Bianca ha “una visione del futuro in cui c’è la libertà” e non “il paesaggio infernale che Donald Trump ha creato”. Un mondo “dove vi dicono che non puoi leggere questo libro, che non puoi studiare certe cose, ti dicono che non puoi votare, tutto questo deve cambiare”.  “Vedete l’entusiasmo, i soldi raccolti, il partito che si riunisce – ha continuato il marito di Harris, parlando con i giornalisti e riferendosi alla reazione alla candidatura della vicepresidente – avete visto che grande base di sostegno ha ottenuto in un giorno o due, perché sta parlando di un’America in cui tutti abbiamo un posto”.

I leader democratici al Congresso, Chuck Schumer e Hakeem Jeffries, hanno annunciato il loro endorsement alla candidatura alla Casa Bianca di Harris. “La vasta maggioranza dei miei senatori l’hanno velocemente ed entusiasticamente sostenuta e ora che il processo si è sviluppato, dalla base ai vertici, siamo qui per dare il nostro sostegno alla vicepresidente”, ha detto il leader della maggioranza dem al Senato. “La vicepresidente Harris si è conquistata la nomination dalla base in su e non dai vertici in giù”, ha ribadito il leader dei democratici alla Camera Hakeem Jeffries, che si è detto “orgoglioso di sostenere con forza Kamala Harris come 47esima presidente degli Stati Uniti”.  “Il presidente Biden ha preso la generosa decisione di passare il testimone alla vicepresidente che è pronta, disponibile e in grado di guidarci nel futuro – ha aggiunto – Kamala Harris e la sua candidatura hanno dato entusiasmo ed energia al caucus democratico, al partito e alla nazione”.  Intanto la campagna presidenziale di Harris ha avviato il processo di scelta del candidato alla vicepresidenza, chiedendo il materiale per valutare cinque diversi possibili ‘running mate’. Secondo fonti citate da Nbcnews si tratterebbe del governatore della North Carolina, Roy Cooper, del governatore della Pennsylvania, Josh Shapiro, del senatore dell’Arizona, Mark Kelly, della governatrice del Michigan, Gretchen Whitmer e del governatore del Minnesota Tim Walz.

Pennsylvania, Michigan, Arizona e North Carolina sono tra gli stati chiave cruciali per l’esito delle elezioni del prossimo novembre. Si sta discutendo anche di altri due nomi, il governatore dell’Illinois, J.B. Pritzker e l’ex deputato della Louisiana, Cedric Richmond, che è stato co presidente della campagna Biden-Harris. Ma non è chiaro se per loro sia stato avviato il ‘vetting”, cioè il processo formale di valutazione del candidato, per loro e anche per il governatore del Kentucky, Andy Beshear, il cui nome sta anche circolando insistentemente come un possibile candidato.

L’ex attorney general dell’amministrazione Obama, Eric Holder, ha l’incarico di guidare, con il suo studio legale, il processo di controllo dei diversi candidati, un’operazione che solitamente richiede mesi mentre ora dovrà avvenire nel giro di poche settimane, dal momento che l’obiettivo è di avere il vicepresidente scelto prima dell’inizio della convention di Chicago il 19 agosto. Mentre si ritiene che la candidatura di Harris – che ha ottenuto già il sostegno della maggioranza dei delegati – potrà essere formalizzata da una votazione virtuale nella prima settimana di agosto.

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