Rucco (FdI) allarga visuale da Vicenza puntando al Consiglio regionale: «rilanciare terme di Recoaro e difendere export veneto»

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Uno dei manifesti murali per Francesco Rucco che da Vicenza punta al Veneto per le elezioni regionali 2025
Uno dei manifesti murali per Francesco Rucco che da Vicenza punta al Veneto per le elezioni regionali 2025

Francesco Rucco, già sindaco di Vicenza e presidente della Provincia, oggi candidato al Consiglio regionale per Fratelli d’Italia, passa dai termi più locali ai dossier internazionali che minacciano le nostre esportazioni e alle sfide di rigenerazione turistica e termale dell’Alto Vicentino, dando voce a un Veneto che non vuole più restare ai margini ma ambisce a tornare protagonista, con una visione ampia e radicata nei territori.

Recoaro, le Piccole Dolomiti e la sfida del rilancio turistico

Nel commentare l’avvio della consultazione per il rilancio del compendio termale di Recoaro, Rucco parla di «un punto di svolta atteso da troppo tempo». Una rigenerazione resa possibile dalla sinergia tra Regione e Comune e dai fondi del PNRR, che però – sottolinea – «non deve fermarsi alla riqualificazione edilizia». L’obiettivo, per Rucco, deve essere ambizioso: trasformare Recoaro e Recoaro Mille in un unico polo turistico integrato, capace di offrire benessere, sport estivo e invernale, escursionismo e cultura.

Per riuscirci servono «una visione chiara, incentivi per il partenariato pubblico-privato e politiche coordinate che facciano dialogare turismo, salute e impresa». Il modello? Località come Bormio o Salsomaggiore, dove termalismo e territorio generano lavoro, sviluppo sostenibile e qualità della vita. «Recoaro – conclude – ha tutte le carte in regola per diventare un motore turistico competitivo per tutta la provincia di Vicenza».

Dazi USA, Green Deal e manifattura. Rucco: «L’Italia guidi il negoziato, l’Europa cambi passo»

Se Recoaro è il simbolo della rigenerazione interna, le parole di Rucco sulla crisi dell’export veneto rivelano un altro fronte caldo della sua agenda politica: difendere le imprese e i lavoratori veneti dal combinato disposto dei dazi USA e del Green Deal europeo. Secondo Rucco, l’export verso gli Stati Uniti è oggi «una colonna portante» dell’economia veneta – oltre 7 miliardi di euro – ma rischia perdite superiori ai 4 miliardi se non si evitano «dazi insostenibili».

Nel mirino anche una certa ideologia green che, avverte, «penalizza le nostre filiere produttive e rischia di trasformare la transizione ecologica in un suicidio industriale». Citando i dati CGIA, Rucco ricorda che solo Vicenza ha esportato 617 milioni nel primo trimestre 2025, con eccellenze come meccanica, oro e macchinari in prima linea.

Il richiamo è duplice: da un lato all’Italia, affinché sia «protagonista dei negoziati con Washington» sfruttando le relazioni dell’attuale governo Meloni; dall’altro all’Europa, perché abbandoni «logiche autopunitive» e torni a difendere le sue economie reali. «La transizione ecologica – ammonisce Rucco – non può prescindere dalla sopravvivenza industriale. Senza crescita non c’è sostenibilità».

Una candidatura che guarda al Veneto con ambizione

Rucco unisce visione locale e sensibilità internazionale. La sua candidatura alle regionali per Fratelli d’Italia sembra voler rappresentare quel Veneto produttivo, resiliente e strategico che non accetta più di essere osservatore passivo dei grandi giochi economici e geopolitici. Dal rilancio delle aree montane all’export, la sfida è restituire al Veneto un ruolo centrale nello scacchiere nazionale ed europeo.

«Il futuro – dice – non si governa con nostalgia o ideologia, ma con realismo, coraggio e progettualità. Da Vicenza a Bruxelles, io ci sono per dare voce a chi lavora, innova e tiene in piedi il nostro territorio».