Rucco (FdI): mozione in Consiglio Comunale per intitolare uno spazio pubblico a Sergio Ramelli

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Sergio Ramelli
Sergio Ramelli

In occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa di Sergio Ramelli, il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia al Comune di Vicenza ha depositato una mozione – a firma del consigliere Francesco Rucco – per chiedere l’intitolazione di uno spazio pubblico o l’apposizione di una targa commemorativa in sua memoria.

Sergio Ramelli, giovane studente milanese di appena diciotto anni, fu vittima di una brutale aggressione a sfondo politico il 13 marzo 1975 e morì dopo ventinove giorni di agonia, il 29 aprile. La sua tragica vicenda è diventata negli anni simbolo del rifiuto della violenza ideologica e monito per le future generazioni: Ramelli è una figura che, per la sua giovane età e per la crudeltà del gesto che lo colpì, rappresenta una ferita aperta nella coscienza civile del Paese. Ricordarlo oggi significa riaffermare il valore della libertà, della tolleranza e della convivenza democratica.

“Con questa mozione – dichiara Francesco Rucco – accogliamo e rilanciamo in sede istituzionale la proposta presentata nei giorni scorsi dal movimento giovanile di Fratelli d’Italia, Gioventù Nazionale, al Sindaco Possamai.

Crediamo che sia giunto il momento di riconoscere pubblicamente, anche a Vicenza, il valore della memoria di Ramelli, non come gesto di parte ma come atto di responsabilità civile e morale. La memoria, quando è autentica, unisce. E Vicenza deve saper dare un segnale in questa direzione”.

A sostegno della mozione è intervenuto anche il proponente originario, Nicolò Stefano Aldighieri, Vicepresidente Regionale di Gioventù Nazionale, che ha così commentato: “Ringrazio sentitamente Francesco Rucco e il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia per aver dato seguito alla proposta del nostro movimento con un’iniziativa formale in Consiglio. Sono convinto che la strada della memoria condivisa passi anche da scelte come questa: sobrie, coraggiose e capaci di parlare a tutta la città”.

“Nel giorno della commemorazione dei 50 anni dall’omicidio politico di Sergio Ramelli, giovane militante massacrato a colpi di chiave inglese per le sue idee, ci ritroviamo di fronte a un gesto opposto ma ugualmente violento nella sua natura politica: l’invenzione di una finta aggressione ‘fascista’, confezionata ad arte per alimentare odio e criminalizzare l’avversario”.

Lo dichiarano i consiglieri regionali del Veneto di Fratelli d’Italia.

“Il riferimento – spiegano i consiglieri – è alla vicenda di Fabiano Mura, sindacalista della Cgil ora indagato per simulazione di reato dopo aver denunciato una presunta aggressione da parte di ‘due fascisti’, poi rivelatasi completamente inventata. Non solo un danno alla verità e alla giustizia, ma una provocazione gravissima  lanciata proprio nei giorni attorno al 25 aprile, e mentre il Capo dello Stato era atteso a Genova per una visita dal forte valore simbolico”.

“Il fatto che un sindacalista abbia costruito ad arte un falso episodio di violenza politica, con tanto di accusa pubblica, presidio della Cgil e clamore mediatico, dimostra quanto ancora oggi certi ambienti non abbiano elaborato i drammi del passato – evidenziano gli esponenti di Fratelli d’Italia – Strumentalizzare l’antifascismo per ottenere visibilità o vantaggi politici è una pratica che alimenta tensioni sociali e riscrive la storia in modo fazioso”.

“A 50 anni dalla barbara uccisione di Ramelli, è più che mai necessario ribadire che la violenza politica, fisica o strumentale, non può essere tollerata, né minimizzata – ribadiscono i consiglieri di FdI – La Cgil, che si è prestata a una messa in scena senza verifiche, deve chiedere scusa pubblicamente e avviare un serio processo di autocritica interna”.

“Noi continueremo a batterci perché la memoria di chi ha pagato con la vita per le proprie idee non venga infangata da chi oggi usa la menzogna per screditare l’avversario – concludono i consiglieri regionali veneti di Fratelli d’Italia –  Il coraggio di Ramelli è la nostra bussola: servono verità, giustizia e rispetto”.