
L’ex presidente della Provincia, pronto a candidarsi per il Consiglio regionale del Veneto, rilancia un piano regionale per valorizzare l’identità del territorio e il turismo: “Vicenza e la sua provincia vanno vissute, non attraversate”

Oltre 820 mila arrivi nei primi cinque mesi del 2025 (+7% rispetto al 2024), oltre 2.000 turisti al giorno in media: il turismo nel Vicentino torna a correre. Ma secondo Francesco Rucco, già presidente della Provincia ed esponente di Fratelli d’Italia, è il momento di alzare l’asticella: «La vera sfida non è farli arrivare, ma farli restare». Per Rucco serve un cambio di paradigma: dal turismo “mordi e fuggi” a un turismo della permanenza, capace di generare valore per tutto il territorio. «Vicenza è troppo spesso una meta da vedere in giornata – sottolinea – ma ha tutte le carte in regola per offrire esperienze autentiche e prolungate, che intrecciano cultura, gusto, paesaggio, spiritualità e commercio di qualità».
Il centro storico, con i suoi simboli palladiani, il Teatro Olimpico, la Basilica, Monte Berico, le Gallerie d’Italia, i musei, le chiese e i negozi storici, rappresenta una base straordinaria. Ma, sottolinea Rucco, «è tempo di pensare Vicenza come cuore pulsante di un’offerta turistica diffusa, che valorizzi l’intero patrimonio della provincia».
E allora ecco la mappa di un possibile itinerario identitario: Marostica, con la sua piazza degli scacchi e le mura medievali; Recoaro Terme, da rilanciare come polo del benessere; Asiago e l’Altopiano, che uniscono natura, storia e ospitalità; i Colli Berici, da Lonigo a Barbarano, con il loro straordinario patrimonio enogastronomico; Montecchio Maggiore e i castelli di Giulietta e Romeo; e naturalmente Bassano del Grappa, candidata a diventare hub strategico per il turismo pedemontano anche grazie ai collegamenti ferroviari e ciclabili.
Da qui, la proposta politica che magari prelude a una sua candidatura, post elezioni, al relativo Assessorato: una nuova governance regionale del turismo, che metta in rete le eccellenze locali, promuova percorsi tematici, investa in infrastrutture leggere, sostenibilità, digitalizzazione, accoglienza diffusa e marketing integrato.
«Serve una regia pubblica – conclude Rucco – che faccia sistema, aiuti a superare i localismi, sostenga le imprese turistiche e costruisca una narrazione coerente: Vicenza non può più essere solo una tappa. Deve diventare una destinazione».