
L’ospedale San Bortolo di Vicenza ha raggiunto nei giorni scorsi un traguardo di assoluto rilievo nel campo della sanità: il centesimo paziente ha potuto beneficiare della terapia CAR-T, acronimo di Chimeric Antigen Receptor T-cell.
L’Unità Operativa Complessa di Ematologia dell’ULSS 8 Berica si conferma così un’eccellenza, vantando la maggiore casistica a livello regionale e tra le più significative a livello nazionale ed europeo per questa terapia all’avanguardia contro il cancro.
Le CAR-T rappresentano una forma di terapia cellulare avanzata, un tipo specifico di immunoterapia che sfrutta le cellule T del paziente, opportunamente modificate, per combattere il tumore (per approfondire, clicca qui). Il processo inizia con il prelievo delle cellule T dal paziente attraverso una procedura chiamata aferesi. In laboratorio, queste cellule vengono poi geneticamente modificate per esprimere il recettore CAR, una molecola artificiale che permette loro di riconoscere un antigene specifico presente sulle cellule tumorali. Le cellule T così modificate, ora chiamate CAR-T, vengono moltiplicate e infine reinfuse nel paziente, dove attivano la loro potente azione di contrasto contro le cellule malate.
CAR-T a Vicenza: cinque anni di esperienza e risultati di rilievo
Sono trascorsi ormai cinque anni – era la primavera del 2020 – da quando il primo paziente affetto da una forma particolarmente aggressiva di linfoma ricevette l’infusione di terapia CAR-T all’ospedale di Vicenza. All’epoca, il San Bortolo fu il primo centro autorizzato AIFA in tutto il Nord Italia e, a tutt’oggi, rimane unico per la terapia delle forme oncoematologiche dell’adulto insieme all’Università di Verona. Da quel momento, l’utilizzo della “Chimeric antigen receptor T cell” è diventato uno standard terapeutico consolidato, grazie ai positivi riscontri ottenuti e al ruolo di primo piano della casistica raccolta proprio a Vicenza.
L’analisi di questa vasta esperienza ha permesso di evidenziare risultati di assoluto rilievo per i pazienti, a partire dal beneficio clinico. Sul piano organizzativo, l’ospedale ha sviluppato una forte rete di collaborazione intra-aziendale e un approccio multidisciplinare che coinvolge, oltre all’Ematologia, la Medicina Trasfusionale, la Terapia Intensiva, la Neurologia e la Farmacia Ospedaliera. Questo modello collaborativo ha consentito un incremento progressivo nel numero di pazienti trattati, tanto che per il solo 2025 è previsto il trattamento di circa quarantacinque pazienti, ovvero circa i due terzi di tutti i pazienti sottoposti a terapia con CAR-T in Veneto. L’ospedale di Vicenza opera infatti nell’ambito di una rete clinica regionale, e al San Bortolo sono stati valutati oltre duecentocinquanta pazienti per il trattamento mediante CAR-T, provenienti principalmente dal Veneto. Gli altri centri autorizzati nella nostra regione sono l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona e il reparto di Oncoematologia Pediatrica di Padova. Ogni trattamento ha un costo che si aggira sui duecentomila euro.
Le CAR-T oggi e gli sviluppi futuri
La terapia con cellule CAR-T richiede un elevato livello di conoscenze professionali, sia mediche che infermieristiche, non solo nel reparto che la esegue ma in tutte le strutture e servizi coinvolti. Per questo motivo, può essere svolta solo in pochi centri autorizzati dall’AIFA e dalla Regione. Le cellule CAR-T sono globuli bianchi prelevati dal paziente tramite una procedura di aferesi, in collaborazione con le Medicine Trasfusionali. Dopo la raccolta, vengono inviate a laboratori specializzati, spesso negli Stati Uniti o in Germania, dove vengono modificate per essere “iperattive” contro determinate cellule malate, e successivamente reinfuse nel paziente.
Questa metodica all’avanguardia presenta ancora ampi margini di sviluppo, come spiega Alberto Tosetto, direttore dell’Ematologia del San Bortolo. “I farmaci CAR-T oggi in commercio hanno indicazione per il trattamento di alcuni linfomi aggressivi (il linfoma diffuso a grandi cellule B, il linfoma primitivo del mediastino e il linfoma mantellare) e della leucemia linfoblastica acuta del bambino e giovane adulto”, ha affermato Tosetto. Ha aggiunto che a brevissimo inizieranno a trattare anche pazienti affetti da mieloma multiplo, e che in futuro sono previste terapie CAR-T per altre indicazioni in ambito non-ematologico, come le malattie autoimmuni. Il principio di base rimane lo stesso: le CAR-T inducono una risposta immunitaria contro il tumore, con effetti collaterali specifici che richiedono una gestione da parte di un gruppo multidisciplinare esperto. “Si tratta di un campo in rapida espansione, per il quale diventa imperativo mantenere costante l’impegno sviluppando nuovi modelli organizzativi per rendere accessibile questo tipo di terapia a numeri di pazienti prevedibilmente sempre maggiori”, ha concluso Tosetto.
Il ruolo cruciale della Medicina Trasfusionale
All’interno di questo percorso terapeutico, frutto del lavoro integrato di più professionalità, la Medicina Trasfusionale svolge una parte cruciale attraverso il coinvolgimento di tre settori: Aferesi Terapeutica, Laboratorio di Manipolazione Cellulare e Laboratorio di Validazione Biologica degli emocomponenti. L’attività dell’Aferesi Terapeutica è la prima tappa fondamentale, con la raccolta aferetica dei linfociti del paziente in una sala terapia dedicata, utilizzando separatori cellulari che isolano selettivamente e in sicurezza i linfociti dal sangue periferico. Questa tecnologia garantisce un prodotto di elevata qualità, riducendo i rischi e salvaguardando la compliance del paziente.
In questi anni di esperienza, la Medicina Trasfusionale di Vicenza ha sviluppato un’organizzazione efficiente e flessibile, che permette di programmare e calendarizzare le raccolte entro 3-7 giorni dalla presa in carico, ottimizzando i percorsi ambulatoriali e garantendo un accesso rapido e sicuro alla terapia. Sono cresciute anche le competenze dell’équipe nella gestione del patrimonio venoso, essenziale per pazienti spesso fragili. Il Laboratorio di Manipolazione Cellulare, composto da biologi e tecnici, è fondamentale in tutte le fasi di manipolazione del prodotto raccolto, inclusa la gestione del congelamento e la conservazione delle CAR-T al rientro in forma farmaceutica. Infine, il Laboratorio di Validazione Biologica è cruciale per il rilascio del prodotto biologico alle aziende farmaceutiche, seguendo i più elevati standard di qualità e sicurezza.
“Come Azienda”, ha sottolineato Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica, “siamo orgogliosi di avere contribuito ad aprire questa strada cinque anni fa e consapevoli del grande valore che ha il continuare a mettere a disposizione questo know-how. Voglio sottolineare come il fatto di essere stati tra i primissimi in Italia a partire e l’avere maturato in questi anni un’esperienza di assoluto rilievo sia il risultato non solo della grande professionalità, ma anche della disponibilità e dedizione di tutte le figure coinvolte. Questo vale sia per l’Ematologia di Vicenza, ma anche per tutte le unità operative complesse impegnate per la terapia Car-T, come la Medicina Trasfusionale, la Rianimazione, la Neurologia, la Farmacia. Per questo voglio ringraziare tutto il personale coinvolto. Il traguardo del 100° paziente infuso è per noi motivo di orgoglio, ma anche uno stimolo a continuare con passione sulla strada dell’innovazione, dell’integrazione multidisciplinare e del miglioramento continuo. In questo percorso, anche le Associazioni dei pazienti – in particolare AVILL-AIL – sono sempre state un supporto fondamentale e per questo a loro va un particolare ringraziamento da chi ha raggiunto risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti”.
“Dopo la mossa pionieristica fatta da Vicenza nel 2020”, ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, “oggi della questione si discute ampiamente anche a livello nazionale sulla prospettiva di ampliare la rete specifica e di istituire nuovi centri di riferimento, anche interregionali. Dobbiamo essere pronti per questa nuova sfida – ha concluso – perché il Veneto, dopo aver aperto la strada, vuole essere protagonista anche nel tracciare quella futura”.