Sanità in Veneto: un Piano quinquennale e 150 milioni in 3 anni per rispondere alla carenza di personale

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“La sanità in Veneto, come quella nazionale e molte internazionali come riferito dall’OMS, sta vivendo un notevole problema di reperimento del personale, a fronte della domanda di salute che cambia (aspettativa di vita in aumento, invecchiamento della popolazione, non autosufficienza, cronicità), che ci pone di fronte a un quadro preoccupante su alcune specialità mediche, come urgenza emergenza, chirurgia generale, medicina territoriale, ma anche sul fronte della disponibilità di infermieri che sono essenziali sia in ospedale che sul territorio”.

In questo quadro, sintetizzato dall’assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin, si è tenuto ieri a Venezia il convegno “Carenza di personale nel SSSR, il cambiamento necessario: dalla rincorsa al turnover all’agire per la retention”, promosso dalla Fondazione SSP, Scuola di sanità pubblica della Regione del Veneto.

“Risposte miracolistiche non ce ne possono essere – ha detto Lanzarin – ma il Veneto si è mosso e si sta muovendo con tempestività e con una visione strategica a lunga gittata, tanto che abbiamo varato un Piano quinquennale con una serie di linee con le quali cerchiamo di incidere su due fattori: l’attrattività della professione e la retenction, cioè fare in modo che chi è in servizio non se ne vada, sentendosi considerato come merita, centrale sul piano organizzativo, su quello umano e di vita lontano dal posto di lavoro, su quello retributivo.

Non a caso – ha fatto notare l’assessore – è già legge regionale una disponibilità di 150 milioni di euro in tre annualità, stanziati per aumentare i fondi contrattuali delle Aziende Sanitarie, ma anche per incidere sui servizi e sulle aree disagiate per renderli più attrattivi. Nell’ambito del Piano, ora al confronto con tutti gli stakeholders nell’ambito della specifica cabina di regìa, si ragiona anche su altri tasselli, come l’organizzazione complessiva, la flessibilità, i carichi di lavoro, l’invecchiamento dei lavoratori in servizio, come trattenere i lavoratori non in età pensionabile che però vogliono andarsene instillando in loro una consapevole voglia di rimanere. Quindi si tratta non solo di attrarre, ma anche di mantenere.

Di semplice, in sanità, oggi non c’è nulla – ha concluso Lanzarin – ma sono fiduciosa che dalle iniziative in atto possano scaturire buoni risultati”.

Tra le iniziative più importanti volte ad investire sulla forza lavoro esistente, il Piano prevede l’attuazione di strategie di promozione di stili di leadership supportivi, al fine di costruire un ambiente organizzativo incentrato sul benessere del personale e su minori livelli di assenteismo e turn over, e ottenere nel medio e lungo periodo ricadute positive nella cura del paziente. In particolare, è previsto l’avvio di un progetto con alcuni atenei italiani per la definizione di un modello italiano da applicare nelle Aziende sanitarie della Regione del Veneto.