
PALERMO (ITALPRESS) – “Ringrazio i componenti dell’Assemblea parlamentare della NATO presenti oggi a Palermo, per l’attenzione che hanno voluto esprimere partecipando personalmente a questa importante iniziativa di rilievo internazionale che si tiene nella prestigiosa sede che ospita il Parlamento dei Siciliani, le cui radici affondano nell’antica storia del Mediterraneo”. Così il presidente della Regione Renato Schifani nel suo discorso in occasione della visita congiunta in Sicilia e a Lampedusa della Commissione Democrazia e Sicurezza, della Sottocommissione sui Partenariati e del Gruppo Speciale Mediterraneo e Medio Oriente dell’Assemblea parlamentare della NATO. “Un Parlamento che costituisce la testimonianza indelebile della tensione verso l’autogoverno del nostro popolo e che oggi è qui rappresentato dal Suo Presidente, Galvagno al quale va il mio Saluto come a tutte la Autorità civili e militari che onorano con la loro presenza questo prestigioso incontro – continua Schifani – Un cordiale benvenuto a tutti i vertici ed ai componenti qui riuniti dell’Assemblea parlamentare della NATO, ed in particolare a l’onorevole Lorenzo Cesa che ne guida la Delegazione italiana. La presenza della Commissione Democrazia e Sicurezza, della Sottocommissione sui Partenariati e del Gruppo Speciale Mediterraneo e Medio Oriente dell’Assemblea parlamentare della NATO costituiscono il riconoscimento dell’attenzione al ruolo geostrategico che la Vostra prestigiosa Istituzione riconosce alla Sicilia nell’area Mediterranea allargata. Un ruolo che se poggia su antiche fondamenta storiche trova rinnovati elementi di centralità, e che è chiamato a confrontarsi con la persistenza di vecchi e nuovi conflitti, con le crescenti dinamiche migratorie, ma anche con straordinarie opportunità di crescita e di sviluppo per il Mediterraneo di domani”.
“Mi è stato affidato il compito di illustrare il ruolo della Sicilia nel Mediterraneo. Piuttosto che un’analisi compiuta, incompatibile con i limiti di una prolusione, preferisco ricorrere all’analisi di alcune direttrici come di talune tendenze in atto – dice Schifani – La Sicilia ha assunto nella storia millenaria del Mediterraneo il ruolo di crocevia, luogo di incontro, scontro, ma anche d’interazione tra culture e civiltà, etnie e religioni. Alcune recenti letture di questa risalente centralità mediterranea della nostra Isola hanno offerto una sintesi efficace, sottolineando la connessione con gli snodi propulsivi: “Gateway” (Porta d’accesso) tra Oriente e Occidente e “stepping stone” (trampolino di lancio) dell’Europa verso l’Africa, esaltandone il ruolo di cerniera piuttosto che di frontiera. Anche se non può sottacersi che in questo dinamismo è stata la Sicilia, purtroppo, che ha sovente oscillato tra l’esser crocevia o scivolare verso l’isolamento. Il Mediterraneo ha indotto letterati, storici, geografi, filosofi e antropologi a perimetrarne lo spazio, definirne le identità plurali, individuarne le multiformi caratteristiche, conoscerne la poliedrica morfologia, le ampie cesure e le spesso tumultuose dinamiche interne”.
“Dal Mediterraneo – prosegue il presidente della Regione – sono passate gran parte delle vicende dell’umanità, in una sorta di coagulo millenario di storia e mito, memorie e utopie. Il mare che costituisce l’asse della storia del mondo, l’ombelico della terra attorno al quale erano collocati i grandi Stati della storia antica (Hegel). Il mare di civiltà descritto da Braudel, che si alimenta dell’interscambio fra culture e religioni in cui più viva, polisemica e plurilinguistica, è cresciuta e si è sviluppata la presenza umana da tempo immemorabile (Ferrarotti), tuttavia oggi muta prospettiva sotto la spinta delle grandi trasformazioni economico-sociali e demografiche, della pressione migratoria, delle opportunità delle connessioni energetiche e digitali, della esigenze di una tutela condivisa dell’ecosistema e della biodiversità che non hanno eguali nell’intero globo. È ormai diffusa la consapevolezza che l’Africa a breve supererà i due miliardi di abitanti, con la più bassa età media e con il più alto livello di povertà, ma anche che in quel Continente siano presenti il 50% delle risorse minerarie mondiali, il 50% delle terre coltivabili, il 60% delle acque potabili, mentre l’Europa pur ricca ed avanzata, invecchia e non riesce a superare dicotomie e divari interni, nonostante gli auspici di uno sviluppo armonioso posti a fondamento dell’edificio europeo”.
“I dati che abbiamo sinteticamente richiamato possono condurre ad uno scontro dalle conseguenze devastanti, o piuttosto, come ritengo, indurre ad un confronto intelligente, lungimirante, nel quale i paesi più avanzati possono metter in atto una strategia di lungo periodo nella quale possano dispiegarsi i valori di civiltà – prosegue Schifani – In questo approccio positivo alla grande trasformazione che stiamo vivendo alla Sicilia è affidato un ruolo cruciale non solo per la sua storia e per il ruolo di frontiera d’Europa, ma soprattutto per la sua capacita, affinata nei millenni, di suscitare la convivenza pacifica tra le diversità, di saper compendiare culture, tradizioni e religioni pur lontane, integrandole come nello stile architettonico di questi luoghi che rappresenta una sintesi, impensabile fino alla sua sperimentazione, tra arabi e normanni. Lo dimostra l’iscrizione trilingue dell’orologio idraulico voluto da Re Ruggero, che risale al 1142, collocata accanto la Cappella palatina di questo Reggia che reca iscrizioni in latino, greco-bizantino e arabo, simbolo essa stessa di una convivenza nella quale ha prevalso la tolleranza sulla cieca logica del dominio dei vincitori”.
“Come sottolineano le analisi più recenti la spirale di violenza innescata a partire dalla strage del 7 ottobre 2023, efferata da entrambe le parti, ha confermato le previsioni sulla crescente instabilità che, già da tempo, colpisce l’area del ‘Mediterraneo allargato’. Se il cammino necessitato è nel solco di una Sicurezza europea integrata, il nostro Paese ha fatto la scelta giusta varando il Piano Mattei, il cui obiettivo è il posizionamento dell’Italia, a partire proprio dalla Sicilia, come ponte tra l’Unione Europea e l’Africa, facilitando il dialogo e la cooperazione tra i due continenti. L’Italia e con essa la Sicilia possono svolgere un ruolo cruciale, prescegliendo un approccio equilibrato ed incentrato sulla cooperazione reciproca, assumendo così una funzione importante non solo a livello bilaterale, ma anche nel la dimensione europea e della stessa NATO. La Regione Siciliana, d’intesa con il Ministero dagli esteri, partecipa al Piano Mattei con rilevanti progetti in diversi Paesi africani aggiungendo anche questo impegno a quello che profonde negli organismi europei, quali il Comitato europeo delle Regioni e l’Assemblea euromediterranea (Arlem) che a giorni terrà qui a Palermo un importante incontro, nel Programma europeo Italia-Tunisia. Un ruolo cruciale svolgono poi le connessioni digitali ed energetiche che passano dall’Isola e che ne fanno una piattaforma-snodo dell’innovazione nel Mediterraneo” afferma Schifani.
“Auguro a tutti Voi giorni di lavoro proficuo per la costruzione di un futuro di pace nella consapevolezza che essa si può costruire su un complesso di valori condivisi ed in un contesto di progresso civile ed economico, nel quale ciascuno deve impegnarsi sempre e con responsabilità per far sì che la vita delle persone e dei popoli venga rispettata e promossa. Perché come ci ha insegnato San Giovanni Paolo II “dalla giustizia di ciascuno nasce la pace di tutti” conclude Schifani.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).




































