Schio: FdI chiede controlli sugli alloggi per richiedenti asilo dopo l’incendio di Cornedo Vicentino

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L'intervento dei vigili del fuoco a Cornedo Vicentino

Si fanno sentire a Schio gli echi dell’incendio divampato martedì scorso a Cornedo Vicentino in una palazzina che ospitava richiedenti asilo, dove si è sfiorata la tragedia a causa del doppio delle persone previste presenti nell’edificio. Il fatto ha riacceso il dibattito sulla gestione dell’accoglienza e sulla sicurezza degli alloggi.

Quanto successo ha spinto Fratelli d’Italia (FdI) di Schio a chiedere ufficialmente alla Giunta comunale di attivare controlli approfonditi sugli alloggi per richiedenti asilo presenti in città.

Alex Cioni, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Schio, ha espresso forte preoccupazione. “Anche a Schio – spiega Cioni – riceviamo da anni segnalazioni su situazioni analoghe negli alloggi del centro, in particolare tra piazza Almerico da Schio, via Sella, via Fusinato e le vie attorno al Duomo, dove le cooperative collocano i sedicenti profughi”.

Cioni sottolinea che, nonostante le richieste, non risultano controlli anagrafici puntuali in queste abitazioni. “Alla luce di quanto accaduto a Cornedo – evidenzia il consigliere scledense – è assolutamente realistico ipotizzare che anche a Schio il numero effettivo di richiedenti asilo presenti negli alloggi sia superiore a quello ufficialmente registrato all’anagrafe, con tutte le ricadute del caso in termini di sicurezza, decoro e legalità”.

Il capogruppo ha inoltre ricordato che, secondo il criterio previsto dall’accordo SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), Schio dovrebbe ospitare al massimo 80 persone, mentre dagli ultimi dati disponibili ne risultano quasi 200.

Alex Cioni ha annunciato che porterà il tema in consiglio comunale, ma nel frattempo sollecita nuovamente il sindaco a “attivare controlli anagrafici seri e puntuali sugli alloggi utilizzati per l’accoglienza”. L’obiettivo è verificare il rispetto della normativa anagrafica dei cittadini, la sussistenza dei requisiti igienico-sanitari e di sicurezza, prevenendo così problematiche legate alla tensione abitativa, come le elusioni nel settore delle locazioni immobiliari e i sovraffollamenti.

“Il sindaco Cristina Marigo dimostri, una volta per tutte, di non essere complice di quel modello immigrazionista che ha trasformato il centro di Schio in un hub permanente per l’accoglienza dei richiedenti asilo, alimentando – di fatto – un sistema opaco gestito da cooperative e enti accreditati, spesso legati agli ambienti del terzo settore più ideologizzati e vicini alla sinistra”, ha concluso Cioni. Il capogruppo di FdI ha rimarcato come questo sistema, nato come risposta emergenziale, si sia nel tempo consolidato in un circuito stabile e redditizio. “Il governo, pur tra non poche difficoltà, sta cercando di frenare l’immigrazione illegale e riformare un meccanismo di accoglienza che ha mostrato gravi falle. Ma questi sforzi – ha concluso Cioni – rischiano di essere vanificati se, a livello locale, c’è chi continua a chiudere gli occhi e a coprire responsabilità e interessi radicati nel tempo”.