
Lo scontro sullo ius scholae accende anche il dibattito vicentino. Dopo il video pubblicato su Facebook (clicca qui) dall’europarlamentare di Fratelli d’Italia Elena Donazzan, che ha bollato la proposta come “una svendita del patrimonio della nostra terra”, non si è fatta attendere la replica di Francesca Carli, segretaria cittadina di Azione e responsabile regionale per le politiche educative.
Nel breve intervento condiviso online, Donazzan – già assessora regionale all’istruzione e ora rappresentante al Parlamento europeo – ha attaccato con veemenza la proposta, evocando un’Italia minacciata da un’idea “svenduta” della cittadinanza, e opponendosi con forza a qualsiasi forma di riconoscimento civico legato al percorso scolastico dei figli di stranieri.
Una visione “ideologica e superata” secondo Carli, che con un intervento articolato ha ribaltato completamente la prospettiva: “Il patrimonio di una terra non si misura in termini di esclusività o chiusura etnica – scrive – ma nella capacità di trasmettere valori, lingua, tradizioni e senso civico a chi vive quella terra, la conosce, la apprezza”.
Carli difende lo ius scholae come riforma “giusta, moderna e necessaria”: un passo avanti per riconoscere cittadinanza a chi, pur non essendo nato formalmente italiano, “lo è nei fatti”. Il disegno di legge prevede che possano acquisire la cittadinanza i minori stranieri nati in Italia (o arrivati entro i 12 anni) che abbiano completato un ciclo scolastico: “Non è un automatismo – precisa – ma un riconoscimento. La scuola è la vera palestra di cittadinanza: è lì che si imparano diritti e doveri, la Costituzione, il rispetto delle regole comuni”.
Lo scontro non è solo politico ma culturale. Da una parte, la retorica identitaria di Donazzan, che vede la cittadinanza come privilegio da difendere da “estranei”; dall’altra, l’idea di una comunità che si costruisce nella quotidianità e nell’impegno di chi studia, cresce e vive dentro le istituzioni italiane.
“La scuola – conclude Carli – è il cuore della nostra democrazia. E l’identità italiana non è un fossile da custodire sotto vetro, ma una costruzione viva, che si evolve nel tempo grazie al contributo di chi la ama e la vive, anche con origini diverse”.
La battaglia è lanciata. Tra chi difende un’Italia che guarda al passato e chi lavora per un Paese che includa chi lo abita e lo costruisce ogni giorno.