
Se lavori nel settore della formazione a distanza (FAD), è quasi impossibile che tu non abbia mai sentito parlare di SCORM. Questo termine, fondamentale per chiunque crei o gestisca corsi digitali, è in realtà un acronimo. Lo scorm significato è: Sharable Content Object Reference Model.
In termini semplici, SCORM è lo standard di riferimento che consente ai contenuti e-learning di “parlare” con i sistemi di gestione dell’apprendimento (LMS, Learning Management System). Prima dell’introduzione di questo protocollo, la creazione di contenuti formativi era legata alla specifica piattaforma scorm su cui dovevano essere erogati. Se un’azienda cambiava scorm lms, doveva spesso rifare l’intero corso.
La sua introduzione ha risolto questo problema di interoperabilità, garantendo che un corso sviluppato da un qualsiasi software (come iSpring) possa essere caricato e tracciato correttamente su qualsiasi piattaforma scorm compatibile, da Moodle a Docebo.
Per comprendere appieno l’importanza e l’utilità di questo standard, ti invitiamo ad Approfondisci qui l’argomento SCORM.
A cosa serve il pacchetto SCORM
Il motivo per cui SCORM è diventato il formato scorm prevalente risiede nella sua capacità di stabilire un linguaggio comune nell’universo dell’e-learning. Nel pacchetto scorm vi sono contenuti i file elearning di un corso.
Quando si parla di scorm elearning, si fa riferimento a quattro aspetti cruciali garantiti dallo standard:
- Accessibilità: Il contenuto deve essere in grado di funzionare su qualsiasi LMS conforme.
- Riusabilità: Un’unità didattica (Learning Object) può essere riutilizzata in diversi corsi o contesti senza necessità di modifiche.
- Interoperabilità: Garantisce che il contenuto e la piattaforma possano scambiare informazioni.
Per lo studente che segue una formazione scorm online, questo significa un’esperienza di apprendimento fluida e tracciata. Per l’azienda o l’ente di formazione, significa libertà di scelta della tecnologia, potendo cambiare LMS senza perdere l’investimento fatto nella creazione dei contenuti. Questo ha aperto la strada a una vera e propria industria della creazione di contenuti e-learning modulari e portatili.
L’architettura del pacchetto scorm
Ma come è fatto un corso che rispetta il protocollo? Un pacchetto scorm non è altro che un file scorm compresso, solitamente in formato ZIP, che contiene al suo interno tutti gli elementi necessari per l’esecuzione e il tracciamento del corso.
Questo archivio deve includere alcuni componenti essenziali:
- Contenuti Web: Materiale didattico (HTML, video, immagini, quiz) che costituisce l’esperienza di apprendimento vera e propria.
- Manifesto (imsmanifest.xml): Questo è il cuore del formato scorm. È un file XML che agisce come una sorta di carta d’identità del corso. Definisce la struttura del corso, l’ordine dei modulo scorm, dove si trovano i file scorm che compongono ogni unità didattica e, soprattutto, come la piattaforma deve relazionarsi con essi.
- API (Application Programming Interface): Una serie di istruzioni che stabiliscono come il contenuto e l’LMS comunicano. Ad esempio, quando uno studente risponde a un quiz, l’API invia il punteggio alla piattaforma scorm affinché possa registrarlo.
Quando carichi il file scorm (ZIP) su un LMS, la piattaforma legge prima di tutto il manifesto XML per capire cosa contiene il corso e come presentarlo all’utente. Successivamente, durante l’esecuzione, il contenuto del corso e la scorm lms si scambiano continuamente dati attraverso l’API, consentendo la tracciabilità dettagliata che è la vera forza del scorm standard.
La scelta della giusta tecnologia di gestione è fondamentale: per conoscere in dettaglio le migliori pratiche e piattaforme e-learning disponibili, è consigliabile una ricerca approfondita.