

“Si tratta di un risultato giuridico di assoluta rilevanza, che consolida un impianto accusatorio costruito con rigore scientifico e giuridico, in collaborazione con i nostri assistiti, i consulenti tecnici e i soggetti pubblici danneggiati”. Così i legali delle società idriche, il professore universitario e avvocato Angelo Merlin e l’avvocato Marco Tonellotto, titolari dello studio legale Merlin & Tonellotto, hanno commentato la sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Vicenza al termine del processo sul maxi-inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) che ha coinvolto le province di Vicenza, Verona e Padova.

La condanna di 11 imputati per un totale di 141 anni di carcere, con il riconoscimento della colpevolezza dei reati di avvelenamento delle acque, disastro ambientale e inquinamento ambientale, è per i due avvocati una sentenza storica, che rende finalmente giustizia a un intero territorio: “Una vittoria su tutta la linea, frutto di un lavoro sinergico e rigoroso, portato avanti nell’interesse della collettività e del senso di giustizia”.
Particolarmente significativi i risarcimenti: la sentenza prevede importi rilevanti a favore di enti pubblici e gestori dei servizi idrici: Acquevenete e Acque del Chiampo sono state risarcite con 500mila euro ciascuna a titolo di danno patrimoniale, mentre Viacqua ha ottenuto un risarcimento di 400mila euro, sempre per danno patrimoniale. Inoltre i 13 Comuni del territorio vicentino e padovano che si sono costituiti parte civile, sempre assistiti dai Merlin e Tonellotto, hanno ottenuto riconoscimento di danni non patrimoniali: tra questi, Arzignano, Brendola, Montecchio Maggiore, Sarego, Noventa Vicentina, Pojana Maggiore, Alonte, Val Liona, Montagnana, Orgiano, Asigliano Veneto, e Montecchio Maggiore hanno ricevuto risarcimenti pari a 80mila euro ciascuno, mentre il Comune di Agugliaro è stato risarcito con 50mila euro. Infine, è stato riconosciuto anche il danno patrimoniale subito dal Consiglio di Bacino Valle del Chiampo, con un risarcimento pari a 499mila euro, e dal Consiglio di Bacino Bacchiglione, che ha ottenuto 900mila euro.
“Questo processo – concludono i due avvocati – ha rappresentato uno dei più complessi e delicati casi di giustizia ambientale nella storia recente del nostro Paese. La decisione della Corte conferma la fondatezza del nostro operato e l’efficacia di un lavoro corale, sempre improntato alla ricerca della verità e alla tutela del bene comune”.
Acquevenete, sentenza importante, ma resta il problema dei pfas
Per Acquevenete la sentenza rappresenta un momento importante, anche se non risolutivo. La società pubblica con sede a Monselice, che gestisce il servizio idrico integrato in 107 Comuni, ha espresso profonda amarezza per una vicenda che lascia dietro di sé un danno ambientale e sociale incalcolabile.
Il presidente di Acquevenete Piergiorgio Cortelazzo ha ribadito che la sentenza applica il principio che chi inquina paga, suggellando l’importanza della protezione della salute e dell’ambiente, ma ha sottolineato anche il problema a monte, quello della produzione o utilizzo di sostanze poli e perfluoroalchiliche: “Bisogna mettere in campo tutte quelle azioni volte a sostituire i Pfas nei numerosi impieghi civili e industriali – ha affermato – affinché, anche in futuro, i maggiori costi operativi e infrastrutturali per garantire la sicurezza dell’acqua non ricadano integralmente sulle tariffe dei cittadini”.