Sete in Veneto e a Valdobbiadene, lavori in corso ora per l’acquedotto “emmental”: li sollecitava Massimo Malvestio nel…

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Acquedotto, cantiere a Valdobbiadene
Acquedotto, cantiere a Valdobbiadene

Nel bel mezzo della siccità che sta colpendo pesantemente, anche, il Veneto ci è capitato di leggere su TrevisoToday che “a Valdobbiadene, Segusino e Quero-Vas, a causa della crisi idrica, è stata ridotta la portata delle reti. Il tratto interessato dall’intervento è compreso fra il centro di Bigolino e l’innesto con via Casolani, per un totale complessivo di 280 metri di rete da sostituire…“.

“«Gli interventi a Bigolino si inseriscono all’interno di un importante piano di investimenti per il rinnovo della rete idrica a Valdobbiadene che comprende anche frazioni quali Guia e San Pietro di Barbozza – spiega sul quotidiano web di Citynews  il presidente di Ats, Fabio Vettori – Investire nel miglioramento delle condotte significa rendere più efficiente il sistema idrico integrato, con riduzione delle perdite e tutela del bene acqua, a beneficio di utenti e ambiente…»“.

Su Il Corriere del Veneto, all’interno di un fondo documentato dell’autore sugli incarichi di amministratori pubblici nei cda delle società degli enti locali col titolo “Poltrone e compensi“, leggiamo “L’ultima legge finanziaria ha disciplinato la materia collegando i compensi degli amministratori delle società pubbliche locali ai compensi dei vertici degli enti soci…. Si è anche deciso che i compensi siano collegati ai risultati reddituali delle società.

Quest’ultima previsione all’apparenza assai ragionevole in realtà legittima la strana teoria per la quale i comuni e le province possono utilizzare i loro denari per ritrarne degli utili quando invece parrebbe necessario che i denari pubblici fossero investiti per la realizzazione delle opere di competenza degli enti locali che nessun privato altrimenti realizza. A Valdobbiadene, ad esempio, vengono investiti quasi 7 milioni di euro (700 per abitante, ma a Zenson di Piave e Refrontolo sono circa 5.000 per abitante) nell’Ascopiave ma non spendono nulla per un acquedotto che ha perdite ben oltre il 50 per cento…“.

Se l’articolo della testata web trevigiana è del 20 luglio 2022, anche quello de Il Corriere del Veneto è del 20 luglio, ma dell’anno 2007, 15 anni prima che si parlasse degli attuali lavori all’acquedotto emmental di Valdobbiadene.

Lo firmava Massimo Malvestio, professionista molto noto come avvocato e poi come gestore di fondi internazionali, oltre che come autore di vari libri anche sul mondo grigio che avvolgeva (e avvolge?) la cosa pubblica e le nostre banche (attuali ed ex), ma allora e per vari anni anche opinionista dei dorsi del CorSera…

Lo abbiamo contattato, come avevamo fatto, senza esiti positivi, in passato per sollecitargli qualche scritto sul sistema finanziario, e ci ha detto: “penso che lei capisca ora perché a un certo punto mi sono stufato di scrivere… Oggi sembra che sia la sorte cinica e bara che ha colpito Valdobbiadene ma nessuno dice che per decenni hanno avuto un acquedotto colabrodo e se ne sono fregati…“.