Sfregiato il Ponte San Michele, Bez e Dal Pra Caputo: “Atto incivile contro Vicenza, serve giustizia e rispetto”

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Ponte San Michele sfregiato (foto Corrado Marangoni)
Ponte San Michele sfregiato (foto Corrado Marangoni)

Tristezza. Rabbia. Vergogna. Sentimenti inevitabili davanti all’ennesima ferita inferta al cuore di Vicenza. Stavolta non si tratta di un cantiere trascurato o di un degrado silenzioso, ma di un gesto violento, plateale e profondamente irrispettoso: nella notte tra il 6 e il 7 giugno, alcuni individui hanno imboccato in auto il Ponte San Michele, storico passaggio pedonale del centro, abbattendo una colonnina in pietra e danneggiando il parapetto.

Ponte San Michele danneggiato da vandali (foto Corrado Marangoni)
Ponte San Michele danneggiato da vandali (foto Corrado Marangoni)

Un’azione irresponsabile e incosciente che sfregia non solo un bene monumentale del Seicento, restaurato con attenzione e amore, ma anche la coscienza civica di un’intera comunità. “È inaccettabile – dichiara il capogruppo PD in Consiglio comunale Giacomo Bez – che il nostro patrimonio venga trattato con tale disprezzo. Vicenza non è terra di impunità. Difendere la bellezza è un atto profondo di civiltà”.

Ponte San Michele, danneggiati ciottoli da vandali (foto Corrado Marangoni)
Ponte San Michele, danneggiati ciottoli da vandali (foto Corrado Marangoni)

Non si può liquidare questo gesto come una “bravata”. Il consigliere comunale Stefano Dal Pra Caputo lo definisce per quello che è: “Un gesto irresponsabile, figlio di una cultura dell’egoismo e dell’assenza di senso civico. Chi ha sbagliato deve rispondere delle proprie azioni”. Perché non si è solo sfregiata una porzione del nostro centro storico, ma si è messo a repentaglio anche l’incolumità di chi era a bordo dell’auto e di chi avrebbe potuto trovarsi a transitare sul ponte.

Ora si attendono le dovute indagini, ma intanto resta l’amarezza per un danno al Ponte San Michele che va ben oltre la pietra sbriciolata: è un’offesa alla memoria, alla storia, alla cultura. Un’offesa che Vicenza non può e non vuole tollerare.