
Tristezza. Rabbia. Vergogna. Sentimenti inevitabili davanti all’ennesima ferita inferta al cuore di Vicenza. Stavolta non si tratta di un cantiere trascurato o di un degrado silenzioso, ma di un gesto violento, plateale e profondamente irrispettoso: nella notte tra il 6 e il 7 giugno, alcuni individui hanno imboccato in auto il Ponte San Michele, storico passaggio pedonale del centro, abbattendo una colonnina in pietra e danneggiando il parapetto.

Un’azione irresponsabile e incosciente che sfregia non solo un bene monumentale del Seicento, restaurato con attenzione e amore, ma anche la coscienza civica di un’intera comunità. “È inaccettabile – dichiara il capogruppo PD in Consiglio comunale Giacomo Bez – che il nostro patrimonio venga trattato con tale disprezzo. Vicenza non è terra di impunità. Difendere la bellezza è un atto profondo di civiltà”.

Non si può liquidare questo gesto come una “bravata”. Il consigliere comunale Stefano Dal Pra Caputo lo definisce per quello che è: “Un gesto irresponsabile, figlio di una cultura dell’egoismo e dell’assenza di senso civico. Chi ha sbagliato deve rispondere delle proprie azioni”. Perché non si è solo sfregiata una porzione del nostro centro storico, ma si è messo a repentaglio anche l’incolumità di chi era a bordo dell’auto e di chi avrebbe potuto trovarsi a transitare sul ponte.
Ora si attendono le dovute indagini, ma intanto resta l’amarezza per un danno al Ponte San Michele che va ben oltre la pietra sbriciolata: è un’offesa alla memoria, alla storia, alla cultura. Un’offesa che Vicenza non può e non vuole tollerare.