
Sulla sicurezza l’invito dei consiglieri comunali Giovanni Selmo e Sandro Pupillo al sindaco Francesco Rucco nella nota che pubblichiamo è di farsi accompagnare (e “consigliare”) non solo dalle forze dell’ordine, che possono tamponare momentaneamente i problemi, ma anche da istituzioni, enti, associazioni (come il Sert, la Caritas, i mediatori culturali, gli stessi cittadini) che possono in gran parte risolverli. La parola d’ordine deve essere prevenzione, non repressione.
Lo scorso 20 maggio, sulle pagine dei quotidiani locali e delle  testate online, il sindaco Rucco affermava: “Le persone che hanno  pubblicato post fascisti, antisemiti, omofobi o razzisti, abbiano la  correttezza, se eletti, di fare un passo indietro.” Uno di questi è  Nicolò Naclerio a cui il sindaco ha chiesto, quando eletto, di fare un  passo indietro, e che ora – come nelle più classiche storie d’amore – è  stato promosso suo fedele “braccio destro” durante le ultime azioni di  controllo, di “pulizia” e di sgombero.  
Naclerio in conferenza  stampa si è lasciato subito scappare una frase che fa capire come questa  amministrazione intende ed intenderà affrontare i problemi legati alla  sicurezza: “Laddove ci sono situazioni di emergenza, rispondiamo con  misure di emergenza“. Questa affermazione è allarmante. Le situazioni  emergenziali non si risolvono con misure emergenziali! Queste servono  solo a spostare i problemi, a rimandarli e a rinviarli. Bisogna invece  intraprendere percorsi difficili, complessi, lunghi, di rete. La mano  della fermezza è certamente importante quando si ha a che fare con  criminali e con persone che non hanno alcuna intenzione di collaborare.  Ma accanto alla fermezza è indispensabile ci sia sempre la mano della  solidarietà. Il pugno di ferro non serve a nulla se non accompagnato  anche da approccio umano. Abbiamo ancora nella mente l’intervento del  Consigliere alla seduta del Consiglio del 24 luglio sulle Linee  Programmatiche. Parole che tradivano precisi riferimenti alla sola  repressione e all’instaurazione di un clima poliziesco, tant’è che  pensavamo di assistere a un film di guerra più che ad un dibattito sul  futuro della città. Fatichiamo a credere di vivere nella stessa città  che Naclerio ha descritto durante la seduta, quando affermava che Vicenza  è “ostaggio della criminalità, del degrado e del malcostume“, dove  “accadono gravi fatti di sangue“. “Non vederlo sarebbe diabolico” –  aggiungeva il Consigliere.  “La principale forza dell’amministrazione è la  Polizia. I nostri vigili si specializzeranno contro l’accattonaggio  molesto, diventeranno lo scudo di ogni cittadino onesto. Verrà creato un  sistema di cittadini specializzati. Chi bivacca e chi spaccia droga  sarà nemico dell’Amministrazione.“_
Ci teniamo “diabolicamente” a  ribadire, invece, che la Città di Vicenza non è in guerra contro  nessuno, non è il far west che viene descritto e la nostra comunità non  intende banalmente solo dare la caccia – sarebbe troppo facile – ai meno  fortunati e a chi vive nell’indigenza. _Non ignoriamo i problemi, come  ad esempio Campo Marzo. Ma nemmeno li usiamo per dipingere una realtà  distorta, come successo recentemente con la triste propaganda delle  panchine a Parco Fornaci. È noto che in città le percentuali di  criminalità sono in costante calo da anni, le stesse Fornaci sono fra  gli spazi verdi più frequentati e amati dalla cittadinanza._ Ci sono  soggetti che possono essere recuperati. I temi legati alla sicurezza non  devono mai essere disgiunti dall’inclusione sociale e dalla lotta alle  povertà e alle marginalità, che non possiamo ignorare né risolvere  solamente con metodi repressivi. Le pene, le sanzioni, le condanne,  prendendo spunto dall’art. 27 della nostra Costituzione, non possono  consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere  alla rieducazione di chi le riceve. Al centro ci deve essere sempre la  persona che è fondamento di ogni società. 
Chi sono questi soggetti,  sono gruppi a rischio, sono giovani? Un invito quindi rivolto al Sindaco  di farsi accompagnare (e “consigliare”) non solo dalle forze  dell’ordine, che possono tamponare momentaneamente i problemi, ma anche  da istituzioni, enti, associazioni (come il Sert, la Caritas, i  mediatori culturali, gli stessi cittadini) che possono in gran parte  risolverli. La parola d’ordine deve essere prevenzione, non repressione:  la vera sfida è ridurre in principio il rischio di comportamenti  criminali!
Farsi fotografare quotidianamente accanto alle forze  dell’ordine è troppo facile. Fra l’altro non ci risulta, dopo aver  interloquito con alcuni vigili, che siano state adottate azioni  straordinarie con la polizia locale, eccezion fatta per il continuo uso  mediatico, pericolosamente strumentale, dato dal Sindaco alle consuete e  normali operazioni di vigilanza.
I Consiglieri comunali di Adesso in Poi
Giovanni Selmo
Sandro Pupillo
 
             
		


