
Simone Contro, referente regionale M5S Veneto e candidato alle prossime elezioni regionali del Veneto, attacca le deroghe venatorie (“scelta scriteriata che danneggia biodiversità e ci espone a sanzioni UE”) e boccia l’idea di importare il “modello lombardo” in sanità (“sanità a due velocità, si investa nel pubblico e nel CUP che oggi è al collasso”).
Caccia in deroga: “Un massacro inutile, dannoso e costoso”
Le associazioni venatorie si preparano a fare strage di avifauna per gentile concessione di un mondo politico che non guarda alla biodiversità come ricchezza e garanzia di vita del pianeta, ma come a un parco dei divertimenti in cui sfogare frustrazioni. Le deroghe concesse per l’abbattimento di migliaia di uccelli (quasi centomila nel solo Veneto) sono frutto di una scelta scriteriata, mirata a raccogliere voti da cacciatori, agricoltori e allevatori, senza alcun fondamento scientifico.
Contro sottolinea anche il rischio di pesanti sanzioni UE per violazione della direttiva Uccelli, che pagheranno tutti i cittadini. Oltre al danno economico, ci sarà quello ambientale: l’attività venatoria, giustificata da censimenti antiscientifici e in conflitto di interessi, altera gli equilibri tra specie selvatiche, con effetti potenzialmente devastanti sugli ecosistemi.
Sanità veneta: “No alla deriva privatistica proposta da Tosi”
Le recenti dichiarazioni del segretario regionale di Forza Italia, Flavio Tosi, che propone il modello sanitario lombardo per il Veneto, rappresentano per Contro una visione inaccettabile e pericolosa. “Definire ‘liberale’ il maggior coinvolgimento del privato – afferma – significa tradire il principio costituzionale del diritto universale alla salute”.
Secondo il referente M5S, il modello lombardo creerebbe una sanità a due velocità, con cittadini di serie A e di serie B. Il problema delle liste d’attesa, aggiunge, non si risolve smantellando il sistema pubblico, ma investendo in esso e gestendo meglio le risorse. Contro critica il collasso del CUP in Veneto e denuncia la mancanza di controlli sull’attività dei privati convenzionati. “La sanità è un diritto, non un privilegio da comprare a suon di denaro – conclude –. Ci batteremo perché in Veneto torni a essere un servizio universale, pubblico e di qualità”.