
Ben 150 sindaci italiani, oltre al sindaco di Betlemme Nicolas Canahuati hanno partecipato oggi pomeriggio all’incontro “I Sindaci per la Pace” che si è tenuto nel pomeriggio di oggi nell’Hangar I al Parco della Pace. Anche il cardinale Pierbattista Pizzaballa ha inviato un videomessaggio.
Il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, che ha fatto gli onori di casa, ha sottolineato l’importanza del luogo scelto per l’appello alla pace: «Questo luogo – ha affermato -racconta di come la mobilitazione dal basso possa portare a risultati straordinari. Si tratta infatti di un’area verde di 63 ettari che 15 anni fa lo Stato ha deciso di consegnare alla città di Vicenza in seguito a una grande mobilitazione di cittadini legata all’arrivo di una nuova base americana.» Possamai ha poi aggiunto che i sindaci non hanno un potere diretto sulle guerre ma «tante fasce tricolori insieme hanno una grande forza che consente loro di parlare in modo forte e chiaro».
Maher Nicolas Canahuati sindaco di Betlemme ha dichiarato: «L’esistenza del popolo palestinese dipende molto anche dalla speranza e i miei cittadini la stanno perdendo. Vedere qui tanti sindaci di diversi colori politici è molto importante. Siamo qui per la giustizia e l’umanità, la bandiera palestinese non rappresenta solo i palestinesi ma è simbolo di umanità». Canahuati ha parlato delle difficili condizioni della popolazione a Gaza e anche della città di Betlemme, che dipende molto dal turismo e che negli ultimi tre anni ha visto la popolazione diminuire e aumentare la disoccupazione: «Da mesi i dipendenti del Comune non ricevono lo stipendio ma continuiamo a garantire la manutenzione delle nostre strade, a supportare i cittadini. La nostra resilienza ci porta ad andare avanti ma abbiamo bisogno del vostro supporto».
Il presidente dell’Anci Gaetano Manfredi ha definito i valori di pace un patrimonio comune del Paese, della gente, della democrazia e della Repubblica, valori che dunque vanno difesi: «Porteremo avanti l’impegno delle nostre comunità a far sentire, con una voce sola, che non c’è un destino irreversibile di guerra, ma un futuro di pace e prosperità, di un sogno europeo e globale dove si sono possono vincere i conflitti con la diplomazia». Manfredi ha poi commentato l’intervento de sindaco di Betlemme il quale ha fatto capire che la lotta al terrorismo è una cosa, l’umanità è un’altra: «negare il cibo e l’acqua e i diritti essenziali della persona – ha ribadito – è una cosa disumana mai fatta in nessuna guerra, e non lo possiamo accettare oggi perché significa accettare il principio che i diritti umanitari non esistono”.
Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia e delegata Anci alla pace, ha a sua volta ricordato che la pace si costruisce dal basso, nelle città, attraverso il lavoro quotidiano dei sindaci e delle comunità. «La diplomazia dei territori, fatta di relazioni, gemellaggi e cooperazione internazionale, è oggi più che mai necessaria – ha precisato -. Per questo chiediamo che l’Italia incrementi le risorse per la cooperazione, perché gli investimenti in istruzione, salute e sviluppo producono effetti profondi e duraturi, molto diversi dall’impatto della spesa militare». Ferdinandi ha poi dato appuntamento alla Marcia Perugia–Assisi, del prossimo 12 ottobre.
Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto, oltre a ripetere con forza che se si parla di pace e di bambini non dovrebbero essere dubbi su da che parte stare, ha ricordato la storia del trevigiano, uno dei territori più colpiti durante la seconda guerra mondiale: «Il 7 Aprile 1944 in 11 minuti su Treviso caddero 2600 bombe, con 1600 morti di cui 233 bambini. In quegli 11 minuti è stata cancellata la storia di 1600 persone. Evidentemente l’umanità non è stata in grado di fare tesoro degli errori del passato: sta a noi che rappresentiamo il presente cercare di coltivare la cultura del rispetto del dialogo con la speranza che si possa davvero arrivare in un mondo di pace».
Anche il vicepresidente vicario di Anci nazionale Roberto Pella ha puntato l’attenzione sul fatto che i sindaci sono simbolo di unità: «Portiamo questa fascia che rappresenta il Paese e l’appartenenza a una comunità, siamo un buon esempio perché non solo ogni giorno siamo impegnati a rispondere alle esigenze dei cittadini ma applichiamo anche politiche sovranazionali. I cittadini hanno paura, sono preoccupati ma noi Sindaci possiamo, ogni giorno, con piccole azioni concrete mettere in pratica un messaggio di pace». Christofer De Zotti, sindaco di Jesolo e vicepresidente di Anci Veneto ha ricordato che «al di là dei colori dei partiti e delle divisioni dobbiamo chiedere e pretendere un mondo in cui i bambini non muoiano sotto le bombe». Secondo De Zotti, bisogna prendere posizioni chiare: «Non è accettabile che uno Stato sovrano attacchi e violi l’integrità di un altro Stato sovrano, bisogna avere il coraggio di dire anche ai nostri alleati storici che se è vero che l’aggressione di Hamas è stata un’aggressione violenta da condannare, quanto sta succedendo forse sta andando oltre ogni limite della tollerabilità».
Flavio Lotti, presidente della Fondazione Perugia Assisi per la cultura della pace, direttore del Coordinamento Nazionale Enti Locali ha definito la presenza dei sindaci come il segno della volontà di ciascuno di loro di assumersi la responsabilità della pace. «Le città sono il luogo dove si esercita la cura della comunità. E – usando le parole del sindaco Giorgio La Pira- le città sono chiamate ad essere il candelabro dell’umanità. Siamo in una notte buia e le città possono essere la luce».