Sossano, morto tra i campi e nell’indifferenza: Michael Tony, vittima di caldo e sfruttamento invisibile. PRC: è un sistema che uccide

Trovato dopo 11 giorni di ricerche dopo la scomparsa. Il PRC Vicenza: “Non è un’emergenza ma un sistema che uccide. Servono regole vincolanti per chi lavora sotto il sole”

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Michael Tony, morto a Sossano in un campo di mais (foto di repertorio)
Michael Tony, morto a Sossano in un campo di mais (foto di repertorio)

È stato trovato senza vita tra le piante di mais di Sossano, dopo undici giorni di ricerche: Michael Tony, 43 anni, bracciante agricolo originario della Liberia, lavorava nella campagna vicentina per mandare un sostegno alla moglie e ai figli rimasti nel suo Paese. La sua morte, secondo quanto riportato dai media locali, non mostra segni di violenza, ma tutto lascia pensare a un crollo dovuto al caldo estremo e all’estenuante fatica del lavoro nei campi sotto il sole di fine giugno.

Il Partito della Rifondazione Comunista di Vicenza non usa mezzi termini: “Michael Tony è morto per il caldo, ma anche per l’indifferenza e lo sfruttamento. In una provincia dove la crisi climatica non è una minaccia futura, ma una condizione quotidiana per chi lavora all’aperto, la sua morte interroga la nostra coscienza collettiva”.

La riflessione amara arriva dopo che, nelle scorse settimane, il Ministero del Lavoro ha promosso un protocollo nazionale sugli eventi climatici estremi. Un documento condiviso da sindacati e associazioni datoriali che, però, secondo il PRC, non avrebbe comunque potuto salvare la vita di Michael: “Quel protocollo è pieno di buone intenzioni, ma vuoto di obblighi concreti. Non impone nulla ai padroni, non garantisce protezione a chi lavora stagionalmente, a chi ha contratti fragili, a chi è straniero e invisibile”.

Michael Tony era tutte queste cose insieme: migrante, africano, bracciante, precario. “E se è morto per il caldo, allora è morto perché il profitto vale più della vita di chi piega la schiena nei campi. La sua pelle scura lo ha reso ancora più invisibile. Non possiamo chiamare emergenza quello che è diventato un sistema”.

Il Partito della Rifondazione Comunista chiede ora che si faccia piena luce su quanto accaduto a Sossano e che si accertino eventuali responsabilità, ma soprattutto che il Parlamento trasformi le promesse in norme cogenti: “Nessuno deve più morire di caldo per raccogliere il cibo che finisce sulle nostre tavole. Serve un cambio di rotta radicale che metta la dignità del lavoro e della vita prima del profitto”.

Nel dolore e nella denuncia, un messaggio finale:
Michael Tony, presente.