
Da Sportal.it – Monica De Gennaro e Daniele Santarelli: moglie e marito si sfidano per il titolo mondiale. Le carriere del libero dell’Italia (e di Conegliano) e del ct della Turchia (e di Conegliano) partono da Vicenza: ecco come.
A Bangkok il destino ha scelto la trama più romantica e sorprendente per la finale mondiale di volley femminile: Italia contro Turchia, moglie contro marito. Da una parte Monica “Moky” De Gennaro, libero azzurro tra le più vincenti di sempre Oro olimpico a Parigi 2024 e simbolo di un’intera generazione, dall’altra Daniele Santarelli, da Foligno, l’allenatore che ha trasformato Conegliano in una leggenda e che ora guida la Turchia a caccia del primo titolo iridato. Domani, al centro del mondo (ore 14.30 diretta Rai1, DAZN, VBTV), saranno ancora avversari per una notte: lei in campo a difendere la maglia azzurra, lui in panchina a orchestrare le mosse delle rivali.

Un intreccio che affonda le radici a Vicenza, culla di talenti e di storie destinate a lasciare il segno. Tra la fine degli anni ‘90 e i primi Duemila fu Giovanni Coviello, uno dei più grandi dirigenti dell’epoca e di sempre della pallavolo (non solo italiana), e mente del progetto Minetti, a intravedere nel 2002, in quella ragazzina di 14 anni arrivata da Piano di Sorrento, la stoffa della campionessa. «Monica aveva già qualcosa di unico – racconta Coviello –. Nonostante l’età mostrava carisma, determinazione e una lucidità che raramente si vedono nelle adolescenti. Per noi era chiaro che sarebbe diventata una leader».
Sette stagioni a Vicenza hanno plasmato il carattere di Moky: tre scudetti giovanili, l’esordio in A1 e un ruolo sempre più centrale nello spogliatoio. «Il nostro club in quegli anni si sentiva parte integrante dei successi azzurri – prosegue Coviello –. Atlete come Paggi, Togut e Mifkova hanno vestito la maglia di Vicenza e contribuito a scrivere la pagina storica del Mondiale 2002. Sapere che anche De Gennaro stava seguendo quel solco era motivo di orgoglio». Monica e Daniele si conoscono proprio negli anni della Minetti Vicenza: «Entrambi giocavano nelle rispettive formazioni della filiera di Vicenza, lei in A1, lui in B1 – incalza Coviello – ragazzi educati, a modo, innamorati e professionisti seri. Stesso ruolo. La squadra maschile e quella femminile, nelle categorie di riferimento, raccoglievano tra l’altro buonissimi risultati».
La Minetti dei tempi d’oro sfornava anche i liberi, nel femminile, più forti al mondo come Isabella Zilio ed Elke Wijnhoven. Erano anche gli anni in cui Coviello decise di aprire al settore maschile, provando a portare avanti due universi paralleli che avrebbero portato ancora più lustro a Vicenza, al territorio e alla tradizione pallavolistica che lui stesso era riuscito a costruire nel corso degli anni e che gli veniva riconosciuto a livello globale, a partire dalla Lega Pallavolo Serie A Femminile, passando per la CEV fino alla potentissima FIVB.
E non è tutto. A distanza di vent’anni, il fondatore del “miracolo Vicenza” legge questa finale come un segno tangibile della forza di quel laboratorio. «La contentezza più grande – sottolinea Coviello – è vedere due biancorossi in una finale mondiale: lei, che da bambina muoveva i primi passi sul nostro parquet, e lui, che da giocatore di medio livello pose comunque le basi per una carriera straordinaria in panchina. Due ragazzi che dalle nostre squadre hanno sicuramente assorbito un insegnamento: impegno e serietà».
E sempre a Vicenza, infatti, prese forma anche la parabola di Daniele Santarelli. Libero di buon livello, con la passione già forte per la panchina, iniziò proprio lì a coltivare quel talento che lo avrebbe portato in cima al mondo. Poi l’amore con Monica, il matrimonio nel 2017, e una carriera da allenatore fulminea piena di successi: tutto con Conegliano in Italia e nel mondo, il Mondiale 2022 con la Serbia, l’Europeo e la VNL nel 2023 con la Turchia. Ora da italiano sogna il titolo iridato proprio contro la sua Italia, la Nazionale della moglie.
Ai Giochi di Parigi il verdetto era stato opposto, con Monika Moky De Gennaro capace di battere il marito Daniele Santarelli due volte, prima nella fase a girone e poi in semifinale. Stavolta la posta è ancora più alta. Domani, nella notte thailandese, non sarà solo Italia contro Turchia, sarà il confronto tra due destini incrociati, tra una campionessa che si appresta a salutare l’azzurro e un allenatore tra i più vincenti al mondo. Ma sarà anche, e soprattutto, il riflesso di un’idea nata vent’anni fa a Vicenza: lì un genio della comunicazione e del management di nome Giovanni Coviello seppe credere nei sogni anche di questi due ragazzi, consegnando al volley internazionale una lezione di impegno e serietà.