
L’8 agosto la sopravvissuta da bambina alla Strage fascista di Bologna presenterà il libro “30 secondi”. Il sindaco Guzzonato: «La giustizia è arrivata troppo tardi, ma la memoria non deve più fermarsi»

Marano Vicentino non dimentica. A 45 anni dalla strage fascista del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, che provocò 85 morti e oltre 200 feriti, tra cui anche i maranesi Elisabetta Manea e Roberto De Marchi, il Comune rinnova il proprio impegno per la memoria e la verità. Lo fa partecipando come ogni anno alle cerimonie ufficiali nel capoluogo emiliano, ma anche con un incontro dal forte valore simbolico: l’8 agosto, in piazza Silva, sarà ospite Sonia Zanotti, sopravvissuta all’attentato quando aveva solo undici anni.
Il 2 agosto 2025, giorno del 45° anniversario della strage – la più sanguinosa della storia repubblicana – Marano sarà presente al corteo e alla commemorazione ufficiale delle vittime a Bologna, per poi ritrovarsi alle 19 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata per la messa in ricordo di Manea e De Marchi. Ma l’appuntamento centrale sul territorio sarà quello di venerdì 8 agosto, alle 20.30, nel vialetto delle scuole elementari, dove presenterà “30 secondi” (Edizioni Pendragon, 2022), il libro che racconta la sua esperienza di bambina travolta dalla bomba esplosa nella sala d’aspetto di seconda classe.

Con lei interverrà anche la famiglia De Marchi, testimone diretta di quel dolore mai sopito. L’incontro, a ingresso libero, si svolgerà all’aperto ma sarà trasferito in auditorium comunale in caso di maltempo. L’immagine scelta per il manifesto dell’iniziativa è una scultura in ceramica dell’artista Ivo Sottoriva, che sarà poi donata al Comune come segno permanente di memoria civile.
«In vari modi intendiamo dare continuità alla memoria collettiva che il paese di Marano Vicentino ha fatto di questa tragedia – afferma il sindaco Marco Guzzonato –. È una strage che, purtroppo, solo ora, a distanza di troppi anni, comincia a trovare una chiarezza e una giustizia processuale. Al dolore per la perdita si è aggiunto per decenni quello dell’assenza di verità: ora che la giustizia ha cominciato a fare luce, spetta anche a noi cittadini coltivare la memoria e non lasciarla più morire».
Il riferimento è alla sentenza della Corte di Cassazione del 1° luglio 2025, che ha confermato il quadro emerso negli ultimi processi: la responsabilità dell’attentato è da attribuire a terroristi neofascisti, ma anche alla complicità di settori deviati dei servizi segreti, della Loggia P2 e di ambienti politici di destra dell’epoca. Una verità giudiziaria che coincide finalmente con la verità storica faticosamente ricostruita in 45 anni di battaglie civili, soprattutto grazie all’Associazione familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna.
Con questo incontro, Marano non solo rinnova il suo legame con la memoria di Manea e De Marchi, ma si fa anche presidio di democrazia e verità in un’epoca in cui troppe volte si rischia di dimenticare o di riscrivere i fatti. La voce di una sopravvissuta, quella di una bambina ferita nel corpo e nella vita, è oggi più che mai necessaria. E Marano ha scelto di ascoltarla.