Superticket sanità, Ruzzante (LeU): Veneto lo abolisca, facciamo come l’Emilia-Romagna, sanità pubblica e per tutti

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“Se può farlo l’Emilia Romagna, allora ci possiamo riuscire anche noi: la sfida è quella di eliminare il superticket, l’odioso balzello regionale introdotto nel 2011. Alcune regioni non l’hanno mai adottato, ma si trattava di regioni a statuto speciale. Adesso, con l’Emilia Romagna che ha deciso di abolirlo (con un risparmio di 22 milioni l’anno per i cittadini), non ci sono più alibi: va eliminato anche in Veneto”. Così l’esponente di Liberi e Uguali in Consiglio regionale del Veneto, Piero Ruzzante, che formalizzerà la sua proposta in occasione dell’assestamento di bilancio.
“È la dimostrazione che la Regione può scegliere se incentivare la sanità pubblica e per tutti, oppure quella privata e a pagamento. Il Veneto è ancora in tempo per correggere la rotta, anche se il recente studio di Censis-Rbm Assicurazione Salute ci restituisce una fotografia allarmante: il Veneto è la quinta regione in Italia per incidenza sui redditi della spesa sanitaria, cioè per ricorso al privato in sanità. Nel Nordest l’86,9% dei cittadini si è rivolto alla sanità privata nel corso dell’ultimo anno e negli ultimi 5 anni la spesa sanitaria privata è cresciuta dell’9,6%, arrivando nel 2017 a 37,3 miliardi di euro”.
“L’Emilia-Romagna – sottolinea il Consigliere – ha deciso di mantenere il superticket di 15 euro solo per i redditi superiori ai 100 mila euro: sono d’accordo, è giusto che chi ha avuto di più restituisca di più. Esattamente il contrario di quello che propone la Lega con la flat tax e che ha fatto Zaia tagliando l’addizionale Irpef ai redditi alti”.
“La cancellazione del superticket per i cittadini meno abbienti – conclude Ruzzante – oltre a garantire un importante risparmio per le famiglie, avrebbe altri due effetti positivi: ridurrebbe il numero dei veneti che per problemi economici rinunciano a curarsi (circa 750.000 nel 2016) e consentirebbe di rendere maggiormente competitive le prestazioni sanitarie pubbliche rispetto a quelle private riducendo pertanto la spesa sanitaria”.