Il teatro comunale di Vicenza è diventato maggiorenne. Giusto festeggiare ma ricordiamo anche Toni Toniolo e Nicolae, Ivan, Popa…

99
Cantiere Teatro comunale di Vicenza con i lavoratori in sciopero (foto di Giorgio Langella per L'altra stampa srl)
Cantiere Teatro comunale di Vicenza con i lavoratori in sciopero (foto di Giorgio Langella per L'altra stampa srl)

Il teatro comunale di Vicenza è stato inaugurato il 10 dicembre di 18 anni fa, un “compleanno” importante per la città che, giustamente, viene ricordato e celebrato. Il teatro è sicuramente un polo che permette di diffondere cultura, condizione primaria per elaborare un pensiero libero e critico.

Ma c’è qualcosa nella costruzione del teatro che viene dimenticato o sottovalutato. Un qualcosa che è successo nel 2005 e che ha visto protagonisti non attori, cantanti, orchestre ma i lavoratori impegnati nella costruzione materiale del teatro. È bene ricordare che nel gelido gennaio di quell’anno, nove operai iniziarono, con la Fillea CGIL diretta da Toni Toniolo e il partito dei comunisti italiani, una lotta importante e decisiva. Quei lavoratori provenivano dall’est europeo e furono licenziati perché scioperarono in quanto non venivano pagati ed erano costretti a lavorare in condizioni a dir poco precarie. Una lotta, quindi, per rivendicare il diritto a lavorare in sicurezza e giustamente retribuiti. Diritti costituzionali che dovrebbero essere garantiti dalle istituzioni di qualsiasi livello. Fu una lotta che durò molti mesi e che vide crescere la partecipazione innanzitutto di una dozzina di altri lavoratori impegnati nel cantiere del teatro e poi di forze politiche e sociali, di cittadini, degli studenti che si unirono attorno a chi presidiava il cantiere lottando per i diritti propri e di tutti. Una scintilla di ribellione contro la protervia padronale e l’indifferenza anche delle istituzioni.

Quella del cantiere del teatro fu una vertenza importante che contribuì in maniera determinante non a bloccare i lavori ma a portare a termine in maniera onesta ed efficace la costruzione del teatro nel 2007. Senza quella lotta l’inaugurazione che oggi viene celebrata, se ci fosse stata, sarebbe stata certamente diversa.

Per questo è importante, oggi, non dimenticare quei lavoratori che avevano nomi “stranieri” come Nicolae, Ivan, Popa ecc. Ed è doveroso ricordare Toni Toniolo, “sindacalista combattente” che recentemente ci ha lasciato, senza il quale quella lotta non avrebbe ottenuto quella vittoria che, invece, è riuscita a conquistare a dispetto di tanti che la credevano irrealizzabile. Come sarebbe giusto che le istituzioni democratiche e culturali che celebrano la “maggiore età” del teatro comunale di Vicenza, ricordassero cosa accadde in quella prima metà del 2005: una lotta per la dignità iniziata da pochi per tutti.

Una storia disonesta, di Giorgio Langella (L'altra stampa, 112 pagine, 14 euro)
Una storia disonesta, di Giorgio Langella (L’altra stampa, 112 pagine, 14 euro)
Articolo precedenteRegalo hi-tech per Meloni a Natale, parlamentari doneranno alla premier un ‘super Pc’
Articolo successivoTravolto da mezzo industriale, operaio 63enne morto in sito di stoccaggio di ecoballe
Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.