
Il teatro comunale di Vicenza è stato inaugurato il 10 dicembre di 18 anni fa, un “compleanno” importante per la città che, giustamente, viene ricordato e celebrato. Il teatro è sicuramente un polo che permette di diffondere cultura, condizione primaria per elaborare un pensiero libero e critico.
Ma c’è qualcosa nella costruzione del teatro che viene dimenticato o sottovalutato. Un qualcosa che è successo nel 2005 e che ha visto protagonisti non attori, cantanti, orchestre ma i lavoratori impegnati nella costruzione materiale del teatro. È bene ricordare che nel gelido gennaio di quell’anno, nove operai iniziarono, con la Fillea CGIL diretta da Toni Toniolo e il partito dei comunisti italiani, una lotta importante e decisiva. Quei lavoratori provenivano dall’est europeo e furono licenziati perché scioperarono in quanto non venivano pagati ed erano costretti a lavorare in condizioni a dir poco precarie. Una lotta, quindi, per rivendicare il diritto a lavorare in sicurezza e giustamente retribuiti. Diritti costituzionali che dovrebbero essere garantiti dalle istituzioni di qualsiasi livello. Fu una lotta che durò molti mesi e che vide crescere la partecipazione innanzitutto di una dozzina di altri lavoratori impegnati nel cantiere del teatro e poi di forze politiche e sociali, di cittadini, degli studenti che si unirono attorno a chi presidiava il cantiere lottando per i diritti propri e di tutti. Una scintilla di ribellione contro la protervia padronale e l’indifferenza anche delle istituzioni.
Quella del cantiere del teatro fu una vertenza importante che contribuì in maniera determinante non a bloccare i lavori ma a portare a termine in maniera onesta ed efficace la costruzione del teatro nel 2007. Senza quella lotta l’inaugurazione che oggi viene celebrata, se ci fosse stata, sarebbe stata certamente diversa.
Per questo è importante, oggi, non dimenticare quei lavoratori che avevano nomi “stranieri” come Nicolae, Ivan, Popa ecc. Ed è doveroso ricordare Toni Toniolo, “sindacalista combattente” che recentemente ci ha lasciato, senza il quale quella lotta non avrebbe ottenuto quella vittoria che, invece, è riuscita a conquistare a dispetto di tanti che la credevano irrealizzabile. Come sarebbe giusto che le istituzioni democratiche e culturali che celebrano la “maggiore età” del teatro comunale di Vicenza, ricordassero cosa accadde in quella prima metà del 2005: una lotta per la dignità iniziata da pochi per tutti.





































