Telecamere negli asili nido e scuole materne, Usb: “no al Grande Fratello”. Ipab Minori: “posizione inaccettabile”

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L’installazione di telecamere negli asili nido e nelle case di riposo – scrive in una nota Germano Raniero del sindacato Usb Vicenza – fortemente voluta e propagandata da Salvini, è passata all’unanimità nelle Commissioni Lavori Pubblici e Ambiente del Senato. A un occhio distratto potrebbe sembrare la misura giusta contro i maltrattamenti e gli abusi. Peccato che agisca sugli effetti e non curi le cause. Cause che una buona politica della scuola e dell’assistenza dovrebbe al contrario promuovere e finanziare invece di delegarle al ministro dell’Interno.

Il dipente pubblico è spesso additato come nulla facente o addirittura “orco”. Occorre a questo proposito riflettere sulle condizioni di lavoro degli educatori negli asili e degli OSS e degli infermieri nelle case di riposo. Negli ultimi anni continui tagli sugli investimenti e leggi regionali hanno aumentato il rapporto numerico educatore/bambini negli asili, stessa cosa nel rapporto operatori e ospiti nelle case di riposo con conseguente aggravio dei carichi di lavoro. E il lavoro degli educatori e degli operatori è un lavoro pesante e stressante.
Contemporaneamente proliferavano i nidi e le case di riposo privati, appalti al massimo ribasso e aumento di costi per le famiglie.

Tutti i governi, le Regioni, i Comuni di questi anni, compreso quello attuale hanno perseguito scientificamente il peggioramento di questi settori vitali che coinvolgono, aiutano le famiglie e le persone nella prima e l’ultima fase della nostra vita. Gli asili sono assolutamente insufficienti così pure le case di riposo pur in presenza delle badanti. Manca una visione d’insieme. Manca una rete nazionale. Le conseguenze sono forti squilibri non solo tra regioni ma anche all’interno di una stessa città.

Né il ministro della Famiglia Fontana né quello della Scuola Bussetti, parlano di investimenti, di formazione del personale, di adeguamento delle strutture, quando invece occorre un cambiamento sostanziale a livello politico e culturale.

Gli educatori, negli asili, oss e infermieri nelle case di riposo sono impegnati quotidianamente in un lavoro prezioso, delicato e difficile, spesso soli senza indirizzi precisi, addirittura con forme contrattuali precarie e altamente flessibili di livelli salariali indecenti: per i dipendenti pubblici si parla di bassi stipendi per chi lavora nelle cooperative e nel privato si parla di paghe orarie inferiori ai 9 euro lordi con stipendi mensili sotto i mille euro se a tempo pieno. Ecco delle condizioni di questi lavoratori non si parla, non si vuole riconoscere loro la dignità che meritano.

Prevenire i maltrattamenti è fondamentale. come fondamentale è punire chi gli compie, ma soprattutto significa investire sulle risorse umane e sul potenziamento, investire sulla formazione del personale, inserire test psicoattitudinali nel protocollo della visita annuale dei lavoratori del settore educativo e scolastico, agevolare il cambio di mansioni volontario, studiare il burn-out, spesso fortemente correlato ai maltrattamenti, come stress lavoro correlato che può essere diagnosticato.

Installare telecamere fa invece venire meno il patto di fiducia tra famigliari ed operatori, tratta tutti i dipendenti come “orchi” e scarica tutti dalle proprie responsabilità, soprattutto quanti dovrebbero monitorare e supervisionare.

Ricordiamoci che il pesce puzza sempre dalla testa. Questa volontà “punitiva” se trova pure consenso comunque dirotta milioni di euro che dovrebbero essere investiti per ristrutturare nidi, scuole, case di riposo , per costruirne laddove non ce ne sono, per stabilizzare il precariato e per formare il personale.

Diciamo no al ‘grande fratello’ .

Vogliamo nidi, scuole e case di riposo pubbliche e di qualità.


“La posizione espressa dal sindacato USB in merito all’installazione di telecamere negli asili è semplicemente non accettabile.” Il Presidente di IPAB per i Minori di Vicenza, Gian Pietro Santinon, interviene con un comunicato sulla posizione espressa in una nota da USB Settore Educativo.

“Le telecamere servono per la tutela dei più piccoli e indifesi dai maltrattamenti che, troppo spesso e purtroppo, provengono da operatori professionali, in un ambiente -la scuola e gli asili- in cui i minori dovrebbero essere tutelati, accuditi e sicuri, in un rapporto di totale fiducia con le famiglie.

Stiamo parlando di una minoranza assoluta degli operatori e degli insegnanti, ma sostenere che i maltrattamenti e le violenze nei confronti dei minori siano la conseguenza di stress lavorativo, condizioni di lavoro gravose per gli educatori, scarsità di formazione e organici insufficienti è una posizione semplicemente inaccettabile, frutto solo di vecchi slogan sindacali.

Non mettiamo in dubbio le difficoltà del settore educativo, con particolare riferimento ad asili e scuole materne, ma la violenza contro i minori, a maggior ragione in un ambito protetto, NON è mai ammissibile e, tanto meno, giustificabile. Non facciamo politica su temi così seri.”.