Terzo mandato, bocciato emendamento Lega in Senato. Stop a Zaia IV

128
regioni zaia terzo mandato

L’emendamento sul terzo mandato per i governatori, presentato dalla Lega in Senato al ddl in materia di adeguamento del numero di consiglieri e assessori regionali all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato, è stato bocciato.

Il governo si era rimesso al parere della Commissione. Alla fine, a quanto si apprende, sono stati 15 i voti contrari, 5 quelli favorevoli (tre della Lega oltre a quelli di Autonomia e IV) e due gli astenuti: il presidente Alberto Balboni e Domenico Matera, entrambi di Fdi.

“La nostra posizione è assolutamente evidente, è la quinta volta che presentiamo l’emendamento, c’era stata anche un’ipotesi di un potenziale accordo che non si è trovato, e con amarezza devo dire oggi è stato bocciato per la quinta volta. Comunque io ritengo che il terzo mandato sia giusto non solo a livello delle Regioni e Province a statuto speciale ma anche a quelle ordinarie”, afferma il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, che sul voto contrario di Fratelli d’Italia aggiunge: “Ci sono state due astensioni da parte di FdI e devo dire che ho apprezzato la disponibilità ad affrontare l’argomento e a trovare delle possibili soluzioni”. “Non ho apprezzato il muro eretto da Forza Italia. Non è una questione di politica di governo, però non ho apprezzato questo gesto”, conclude il leghista.

La vicenda del terzo mandato, come ampiamente noto, riguarda da vicino Luca Zaia, attuale presidente della Regione Veneto, dove è finita al al centro di un acceso dibattito politico e giuridico.

La Corte Costituzionale – di recente – si è espressa contro la possibilità di un terzo mandato consecutivo per i presidenti di Regione, ribadendo un principio che il governo ha anche impugnato nel caso della legge regionale della Campania, che avrebbe permesso un terzo mandato per Vincenzo De Luca.

Luca Zaia ha preso atto dell’impossibilità di proseguire nel suo ruolo attuale, pur respingendo i presupposti su cui si basa il divieto. Ha espresso critiche verso il principio che il blocco dei mandati sia l’unica modalità per eliminare “centri di potere”, considerandolo offensivo per gli amministratori e i cittadini. Negli ultimi giorni, ha continuato a non sbilanciarsi sul suo futuro politico.

In tutto questo tempo, la Lega aveva tentato di presentare emendamenti in Parlamento per istituire ufficialmente il terzo mandato per i governatori. Tuttavia, queste iniziative hanno trovato l’opposizione non solo del Partito Democratico e di altre forze di minoranza, ma anche di Fratelli d’Italia e Forza Italia, all’interno della stessa maggioranza di centrodestra.

Alcuni osservatori hanno notato una minore “spesa” da parte del segretario della Lega, Matteo Salvini, a favore della causa di Zaia, e anche esponenti della Lega come il generale Roberto Vannacci si sono espressi contro un cambio delle regole “in corsa”.

La polemica sul caso Zaia – lo ricordiamo – è stata resa più complessa dal fatto che il suo primo mandato (2010) non venne contato ai fini del limite dei due mandati consecutivi, poiché la legge nazionale sul doppio mandato venne assimilata nell’ordinamento veneto solo nel 2012. Questa interpretazione, che lo ha di fatto portato a un “terzo” mandato già in carica, fu allora oggetto di discussione ma non venne impugnata dal governo.

(Adnkronos) – politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)