
WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il presidente americano Donald J. Trump ha presentato un piano globale per porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza. L’obiettivo dichiarato è la creazione di una Gaza “deradicalizzata e libera dal terrorismo”, che non rappresenti più una minaccia per i Paesi vicini, attraverso un processo di smilitarizzazione e riqualificazione a beneficio della popolazione locale. Il piano prevede un cessate il fuoco immediato, con la sospensione di tutte le operazioni militari e il congelamento delle linee di battaglia, a condizione che entrambe le parti accettino l’accordo. Entro 72 ore dall’accettazione da parte di Israele, dovrà avvenire la restituzione di tutti gli ostaggi, vivi o deceduti. Contestualmente, Israele rilascerà 250 ergastolani e 1.700 detenuti di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre 2023, comprese donne e minori. Per ogni ostaggio israeliano deceduto saranno restituiti i resti di 15 cittadini palestinesi.
Una volta completato lo scambio, i membri di Hamas che rinunceranno alla lotta armata otterranno l’amnistia, mentre a chi vorrà lasciare Gaza sarà garantito un passaggio sicuro. Immediatamente saranno inviati aiuti umanitari consistenti, coerenti con l’accordo del 19 gennaio 2025, comprendenti riabilitazione di infrastrutture, ospedali e panifici, oltre a mezzi per rimuovere le macerie. La distribuzione degli aiuti avverrà tramite Nazioni Unite, Mezzaluna Rossa e altre istituzioni internazionali neutrali, con la riapertura del valico di Rafah.
La governance della Striscia sarà affidata a un comitato tecnocratico palestinese e apolitico, affiancato da esperti internazionali e supervisionato da un nuovo organismo transitorio, il “Consiglio per la Pace”, presieduto dallo stesso Trump insieme ad altri leader, tra cui l’ex premier britannico Tony Blair. Questo organismo gestirà i fondi e definirà il quadro di sviluppo fino a quando l’Autorità Nazionale Palestinese non avrà completato il suo programma di riforme e potrà riprendere il controllo.
Il piano prevede inoltre un programma economico di rilancio, con la creazione di una zona economica speciale e l’attrazione di investimenti internazionali per favorire occupazione e crescita. Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, ma sarà incentivata la permanenza con nuove opportunità di sviluppo. Hamas e le altre fazioni non avranno alcun ruolo politico o amministrativo, mentre tutte le infrastrutture militari e offensive saranno smantellate e sottoposte a un processo di dismissione controllato da osservatori indipendenti. Sul piano della sicurezza, sarà istituita una Forza di Stabilizzazione Internazionale (ISF), con il coinvolgimento di Stati Uniti, Paesi arabi e partner internazionali. L’ISF formerà e supporterà nuove forze di polizia palestinesi, coordinandosi con Israele, Egitto e Giordania per proteggere i confini e prevenire il contrabbando di armi. Le Forze di Difesa Israeliane si ritireranno progressivamente in base a un calendario concordato, mantenendo una cintura di sicurezza finché Gaza non sarà considerata stabilizzata.
Se Hamas dovesse rifiutare la proposta, Trump prevede comunque l’avvio degli aiuti e della riqualificazione nelle aree considerate libere dal terrorismo. Parallelamente sarà promosso un processo di dialogo interreligioso volto a favorire tolleranza e coesistenza tra israeliani e palestinesi. Secondo il presidente Usa la piena attuazione del piano potrebbe infine aprire la strada a un percorso credibile verso l’autodeterminazione palestinese e, in prospettiva, alla nascita di uno Stato riconosciuto.
TRUMP “NETANYAHU LO HA ACCETTATO”
“Netanyahu ha accettato il piano di pace per Gaza. Lo ringrazio per questo”. Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in conferenza stampa alla Casa Bianca dopo l’incontro con il primo ministro israeliano. “Lui è un guerriero, lotta per il suo Paese, ma adesso è il momento della pace”, ha aggiunto. “Se Hamas non accetterà l’accordo, Israele avrà il pieno sostegno per quello che deve fare. Ma sono fiducioso”, ha aggiunto.
NETANYAHU “IL PIANO DI TRUMP UN PASSO CRUCIALE”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, intervenendo oggi alla conferenza congiunta con il presidente Donald Trump alla Casa Bianca, ha ringraziato gli Stati Uniti per il sostegno nella gestione della crisi a Gaza e ha ribadito la sua ferma opposizione alla creazione di uno Stato palestinese. “Voglio ringraziare il Presidente Trump per avermi ospitato nuovamente alla Casa Bianca e per la sua amicizia e leadership”, ha detto Netanyahu. Il premier ha sottolineato l’importanza del piano di pace proposto da Trump per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, riportare tutti gli ostaggi e smilitarizzare l’area: “Crediamo che questo piano rappresenti un passo cruciale verso la sicurezza e la stabilità della regione“. Netanyahu ha inoltre espresso apprezzamento per il coinvolgimento dei Paesi arabi e musulmani e per il coordinamento internazionale che accompagna l’accordo, auspicando che l’attuazione del piano possa aprire un nuovo capitolo di pace e cooperazione in Medio Oriente: “Spero che possiamo finalmente costruire un futuro di pace e prosperità per tutti”.
“Non avremmo raggiunto questo punto di svolta senza il coraggio e il sacrificio dei nostri soldati. Combattono come leoni”, ha affermato Netanyahu, sottolineando il ruolo delle operazioni recenti – citate come Rising Line e Midnight Hammer – nel colpire programmi militari iraniani. Il premier ha inoltre definito il piano presentato dagli Stati Uniti coerente con i “cinque principi” del governo israeliano per porre fine alla guerra e gestire il periodo successivo alla sconfitta di Hamas. “Ecco il nostro piano, approvato in Consiglio dei Ministri: tutti i nostri ostaggi, sia quelli vivi sia quelli deceduti, torneranno immediatamente a casa”, ha detto Netanyahu, ribadendo l’impegno a collaborare con gli alleati per smilitarizzare la Striscia e garantire la sicurezza della regione.
IL VIDEO DELL’INCONTRO TRA TRUMP E NETANYAHU
HAMAS “ESCLUSI DA PIANO TRUMP PER GAZA”
Un alto funzionario di Hamas, Taher al-Nunu, ha dichiarato all’emittente qatariota “Al-Arabi” che “Hamas non ha preso parte ai negoziati sul piano americano” per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza. “Finora non ci sono state discussioni dirette o indirette sul piano promosso dagli Stati Uniti e Hamas ne è a conoscenza solo attraverso indiscrezioni stampa “. Al-Nunu ha aggiunto che “Hamas è pronta a rilasciare gli ostaggi nell’ambito di un accordo globale che porrà fine alla guerra e porterà al ritiro di Israele da Gaza”.
LE FAMIGLIE DEGLI OSTAGGI “SERATA DI SPERANZA, ORA ATTUARE L’ACCORDO”
“Le famiglie degli ostaggi sperano di tirare un sospiro di sollievo alla luce dello storico annuncio del presidente Trump e del primo ministro Netanyahu. La prova ora è l’immediata attuazione dell’accordo. Questa è una serata di grande speranza per l’intero popolo israeliano, per le famiglie in lutto e in particolare per gli ostaggi e le loro famiglie che vivono un incubo continuo da due anni. È anche un sospiro di sollievo per decine di migliaia di soldati in servizio regolare e di riserva che potranno tornare a casa sani e salvi”. E’ quanto si legge in una dichiarazione diffusa dal forum delle famiglie degli ostaggi, che ha ringraziato Trump per “la significativa svolta, la leadership e il coraggio”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).



































