ULSS 7 Pedemontana, la CGIL attacca UIL e sindacati infermieri sull’accordo SPISAL: “Straordinari imposti e nessun confronto”

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Infortunio sul lavoro (foto d'archivio) cgil vicenza
Infortunio sul lavoro (foto d'archivio)

La Funzione Pubblica della CGIL di Vicenza ha duramente criticato la UIL FPL e i sindacati degli Infermieri, accusandoli di aver sottoscritto un’ipotesi di accordo con l’Amministrazione dell’ULSS 7 Pedemontana senza alcuna consultazione preventiva del personale SPISAL (Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro).

L’accordo in questione, secondo la CGIL, impone ai tecnici la prestazione di centinaia di ore di straordinario per poter accedere a un compenso che, invece, dovrebbe essere garantito a prescindere, vista la cronica carenza di personale che già costringe i lavoratori a superare le ore contrattuali.

Questa vicenda si inserisce in un contesto più ampio di crescente preoccupazione per la sicurezza sui luoghi di lavoro, un tema sensibile e purtroppo spesso legato a infortuni, anche mortali.

Le notizie di infortuni sul lavoro sono quotidiane e, purtroppo, includono spesso esiti tragici. Solo nelle ultime due settimane, nel bassanese, si contano due infortuni mortali. Di fronte a questa realtà, la CGIL sottolinea l’importanza della prevenzione, che dovrebbe essere una priorità assoluta per le politiche territoriali. La Regione Veneto, con una sua delibera, ha già evidenziato la necessità di “promuovere interventi strutturali e non solo emergenziali, orientati a una gestione corretta e sistematica di tutti quei rischi che, anche in conseguenza delle nuove transizioni sociali, economiche e ambientali, rappresentano vere e proprie sfide per la tutela della salute fisica e mentale delle lavoratrici e dei lavoratori”. In questo scenario, la presenza dei Tecnici della Prevenzione dello Spisal risulta imprescindibile.

Eppure, secondo la CGIL di Vicenza, questa figura professionale è sempre meno presente nelle aziende sanitarie: i partecipanti ai concorsi diminuiscono costantemente, tanto che nell’ultima selezione bandita dall’ULSS 7 Pedemontana hanno partecipato solo due candidati, di cui soltanto uno è stato poi destinato allo SPISAL. La situazione è critica: sempre nell’ULSS 7, nel solo 2025, si sono già registrate due dimissioni su un totale di undici tecnici in servizio. Questo avviene in un territorio vasto, con oltre 360.000 abitanti, centinaia di luoghi di lavoro privati e numerose strutture pubbliche come scuole, Comuni, case di riposo e la stessa azienda ULSS. Il personale dello SPISAL, inoltre, garantisce un presidio operativo attivo ventiquattr’ore su ventiquattro, spesso in un ambiente reso ostile da atteggiamenti aggressivi da parte dei datori di lavoro durante le ispezioni.

In un contesto di progressiva perdita di risorse professionali e di impoverimento delle dotazioni organiche, la CGIL ritiene necessario adottare misure che aumentino l’attrattività di questi servizi. La Regione Veneto ha deliberato le quantità e le modalità di distribuzione degli incentivi economici anche per gli operatori SPISAL, come previsto dalla normativa nazionale. Tuttavia, l’ULSS 7 Pedemontana, a differenza di altre aziende sanitarie del Veneto, intende erogare tali riconoscimenti economici solamente in cambio di un aumento dell’orario di lavoro settimanale di almeno quattro ore, fino al 2026. Per la CGIL, questo significa che, di fronte alla necessità di valorizzare il lavoro già svolto con grande professionalità e nel rispetto degli obiettivi nonostante la carenza di personale, l’amministrazione risponde chiedendo ai pochi tecnici rimasti di lavorare di più.

La Funzione Pubblica CGIL Vicenza ritiene che il riconoscimento economico non debba essere condizionato all’aumento dell’orario di lavoro, ma debba rappresentare un reale strumento di valorizzazione professionale, utile anche a prevenire dimissioni improvvise. E, soprattutto, che gli accordi vadano condivisi con il personale interessato, e non fatti contro i loro interessi. Per questo, la CGIL ha sostenuto la vertenza dei Tecnici della Prevenzione, richiedendo la riapertura del tavolo negoziale per modificare l’accordo e renderlo rispettoso della volontà del personale tecnico, con riferimento anche alla conciliazione dei tempi di vita-lavoro. L’obiettivo è garantire la continuità e la qualità delle ispezioni nei luoghi di lavoro, rendere maggiormente attrattiva la professione ed evitare il rischio di una fuga dei professionisti verso il settore privato, tutti elementi fondamentali per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nel territorio vicentino.