Ultima giornata di Hangar Palooza al Parco della Pace da tutto esaurito al suo “lancio”

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Ultima giornata di Hangar Palooza al Parco della Pace da tutto esaurito

Ultima giornata del festival Hangar Palooza evento che ha “battezzato” l’apertura del Parco della Pace a Vicenza. Dopo l’inaugurazione di ieri, il sole ha finalmente illuminato la città e  i vicentini hanno affollato, fin dalla riapertura dei cancelli alle ore 9.00, il parco: famiglie con passeggini e bici cargo, coppie con cani al guinzaglio, sportivi che hanno scelto il parco per fare footing, ciclisti amatoriali a gruppetti, donne con il tappetino da fitness in spalla e davvero tantissime persone arrivate in sella alla loro bicicletta (forse una delle conquiste più importanti), tra cui anche l’assessore Cristina Balbi.

Il primo fine settimana lungo d’apertura ha fatto registrare una presenza eccezionale di cittadini che hanno preso parte a circa un centinaio di attività, tra laboratori, workshop, concerti e convegni.

Si respirava un’aria di soddisfazione e di voglia di godere di questo immenso patrimonio:

“Ciao! Siamo qui a godere di questi spazi”, “Eh sì, è stupendo questo parco”, “Bella zona, molto verde”, “E’ davvero bello questo posto”, “Se prende piede qui ci sarà un bel movimento”, tra i botta e risposta.

L’invito a lasciare a casa l’auto è, tra l’altro, stato colto da molti che hanno scelto mezzi sostenibili oppure la navetta che da Park Cricoli li ha portati fino all’entrata del parco. Un trenino (sempre pieno) ha permesso la visita del grande polmone verde anche a chi non ha voluto scoprirlo a piedi; ricordiamo infatti che si parla di 650 mila m2 di superficie, 65 ettari, quasi 9 km di canali e 8 km di sentieri percorribili.

La domenica si è aperta con i laboratori dedicati alla costruzione degli aquiloni, la lezione di yoga Hatha Flow e la pratica di tiro con l’arco con Compagnia Arcieri Vicenza. Molto seguite subito dopo la possibilità di imparare a suonare l’ukulele e le lezioni di CrossFit.

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Grande afflusso agli scivoli gonfiabili

Gettonatissimi gli scivoli gonfiabili e la parete per provare l’arrampicata, ma da non dimenticare tutte le attività proposte: dal pilates alla degustazione vini con Slow Food Vicenza, dal piccolo market bio ai diversi laboratori progettuali dedicati alla pace. Tra gli incontri su quest’ultimo tema anche il convegno divulgativo “Un futuro di Pace”, dedicato alla ricerca di una soluzione nonviolenta per i conflitti mondiali, organizzato da SiAmoVicenza, MIR, Rete Parco Pace, Casa Pace, Velocittà, i quali hanno riportato testimonianze di esperienze concrete in aree di violenza e guerra.

A chiudere l’incontro l’assessore all’istruzione e all’edilizia scolastica Giovanni Selmo che ha dichiarato: “Siamo entrati in una stagione politica in cui l’amministrazione deve essere condivisa con la società civile e con le associazioni sul territorio. L’amministrazione che da sola dà risposte, organizza e prepara ogni singola attività non è più possibile. Questo è frustrante da un certo punto di vista, ma anche incoraggiante da un altro punto di vista. I comuni hanno bisogno dei cittadini per organizzare l’ambito partecipato delle città e non sono più in grado di rispondere da soli a tutte le istanze che arrivano”.

Parco della Pace e caserma Renato Del Din
Parco della Pace e caserma Renato Del Din

L’assessore ha ricordato la lunga gestazione che il luogo ha avuto: “Siamo arrivati a un contrabbando storico che è l’apertura di un parco della pace di fianco a una base militare, un passaggio non ancora del tutto scontato per tante persone. Ieri abbiamo scoperto una targa nella zona dove nel 2007 sono entrati in maniera pacifica e non violenta i cittadini per la prima volta a mettere i primi alberi, e per tante persone entrare e calpestare quest’area resta comunque un dolore difficile da affrontare. Quindi già il fatto di aprire questo parco, di chiamarlo Parco della pace, di organizzare momenti come questo è qualcosa che ci mette sulla strada giusta per affrontarlo”.

L’assessore auspica, quindi, la creazione di una scuola strutturata per la pace all’interno del parco, anche attraverso un approccio multidisciplinare, al fine di arrivare alle nuove generazioni che, data la giovane età, non hanno cognizione della storia del Dal Molin e di tutte le implicazioni che ci sono state.

parco della pace
Una vista dall’alto dell’ultima giornata di Hangar Palooza

Presi d’assalto, anche grazie al gradevole meteo, i truck food che hanno permesso alle famiglie di vivere una giornata all’aria aperta (e devo dire che nessun bambino stringeva tra le mani smartphone o dispositivi elettronici). Grazie alle associazioni presenti, l’area dedicata agli sport era ricca di ragazzi che giocavano a Ultimate Frisbee Hat Tournament, un torneo a squadre che unisce agilità e strategia per “fare meta”, ma senza dimenticare il divertimento.

Moltissime anche le associazioni ambientaliste e pacifiste che hanno avuto spazio grazie all’esposizione di gazebi; tra queste, oltre ad ANPI Vicenza con in mostra “America sorella?”, il nuovo libro di Emilio Franzina, WWF, LIPU, Comitato Risorgive Bressanvido e Casa Pace hanno organizzato percorsi accompagnati da esperti all’interno delle aree di particolare interesse naturalistico per poter conoscere flora e fauna, senza tralasciare il racconto delle vicende che hanno portato alla attuale possibilità di fruizione del parco.

La zona a nord di Vicenza (a ovest del fiume Brenta) rappresenta infatti la più grande acquifera d’Europa: erano stati costruiti drenaggi per poterlo utilizzare come aeroporto, che, distrutti dalla base, sono stati ora ampliati. Veneto Agricoltura ha messo a dimora una vasta gamma di piante, mentre altre sono nate spontaneamente.

L’amministrazione comunale su questo fronte è ancora in impasse, ma le associazioni ambientaliste hanno proposto di vedersi affidate alcune zone del parco al fine di curare la flora “buona”- evitando quindi il soffocamento di alcune specie a favore di altre – e favorire la permanenza di insetti e uccelli autoctoni.

Se il parco dovesse rimanere in gestione del comune, secondo alcuni volontari Lipu il mantenimento costerebbe 1€ al metro quadro all’anno, ovvero 650 mila euro all’anno. È chiaro che la proposta delle associazioni costerebbe molto meno alle casse comunali, con la necessità di circoscrivere la presenza del pubblico in alcune aree per evitare il disturbo di talune specie. A discapito di alcuni timori espressi dai cittadini per usufruire del parco anche in estate, la zona non è ricca di zanzare, proprio grazie all’ecosistema tipico presente.

Laghetto parco della pace
Uno dei laghetti del Parco della Pace, ricco di fauna

“Si è creata una rete di associazioni di ambito molto vario – ci dice infine un volontario WWF -: associazioni ambientaliste, perché c’è una componente ecologica e ambientale molto importante nel parco, associazioni sportive, che si occupano del sociale, e politiche, e quindi una sorta di consulta che sta fornendo una serie di idee su cosa fare.  Per fortuna il parco è molto grande e quindi c’è la possibilità, tutto sommato, di dare soddisfazione anche a istanze contraddittorie, perché ad esempio la creazione di infrastrutture per eventi pubblici è contraria al mantenimento invece di un ambiente naturale per mantenere la biodiversità. Però essendo il parco grande qui nell’hangar abbiamo la possibilità di creare eventi, intrattenimento etc, e nel parco poter mantenere l’ambiente naturale”.

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Un gruppo di partecipanti alla visita guidata del parco

“Il Parco è nato dopo avere constatato l’impossibilità di respingere l’idea della costruzione della base – afferma una volontaria – ma è stato possibile ottenere come compensazione la creazione di un parco pubblico, che è stato chiamato Parco della Pace, proprio per sottolineare l’importanza della pace, un po’ in contrapposizione al fatto che abbiamo di fianco la Del Din. Una manifestazione di 150mila persone e poi… vent’anni per poter vedere il parco “concluso”, anche a causa delle diverse amministrazioni che hanno tentato di costruire o di dargli un’altra destinazione d’uso”.

A 17 anni dall’ultimo volo nell’aeroporto civile e a 14 anni dal protocollo d’intesa tra governo, Anas e Comune con oggetto “Interventi di mitigazione/compensazione per l’ampliamento dell’insediamento militare americano all’aeroporto Dal Molin di Vicenza”, un’area verde è finalmente in possesso dei cittadini e ciò che auspichiamo è che rimanga tale e che diventi un esempio da seguire anche altrove, non solo per la sua natura “valoriale” e sociale, ma anche per i suoi obiettivi di rigenerazione urbana e di contrasto ai cambiamenti climatici.