Un “Patriarca per amico. Marco Cè e i laici” e magistero Papa Leone XIV: a Mestre prove di “reunion” intorno a dottrina sociale Chiesa

A dare credibilità a passi futuri se non altro di riflessione di laici vicini alla Chiesa, oltre a Franco Conte, lo storico Carlo Urbani, il giornalista Paolo Possamai e...

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Franco Conte, secondo da sx, Paolo Possamai, il primo accosciato da sx e altri relatori all'M9 per
Franco Conte, secondo da sx, Paolo Possamai, il primo accosciato da sx e altri relatori all'M9 per "Un patriarca per amico. Marco Cè e i laici"

Di recente papa Leone XIV, ha incontrato legislatori e governanti di 68 Paesi, vediamo alcuni tratti fondamentali del magistero di Papa Leone sulla politica. L’azione politica è stata definita da Pio XI «la forma più alta di carità» (Pio XI, Discorso alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana, 18 dicembre 1927).

Si tratta di adoperarsi affinché sia superata l’inaccettabile sproporzione tra una ricchezza posseduta da pochi e una povertà estesa oltremisura (cfr Leone XIII, Lett. enc. Rerum novarum, 15 maggio 1891, 1).”

Papa Leone XIV in un bagno di folla
Papa Leone XIV in un bagno di folla

La seconda riflessione riguarda la libertà religiosa e il dialogo interreligioso. “Anche in questo campo, oggi sempre più di attualità, l’azione politica può fare tanto, promuovendo le condizioni affinché vi sia effettiva libertà religiosa e possa svilupparsi un rispettoso e costruttivo incontro tra le diverse comunità religiose.”

E veniamo alla terza considerazione di Papa Leone XIV. Il grado di civiltà raggiunto nel nostro mondo, e gli obiettivi a cui i politici sono chiamati a dare riscontro trovano oggi una grande sfida nell’intelligenza artificiale. “In particolare, non bisogna dimenticare che l’intelligenza artificiale ha la sua funzione nell’essere uno strumento per il bene dell’essere umano, non per sminuirlo né per definirne la sconfitta.”

Il Papa ha poi indicato come esempio da seguire San Tommaso Moro egli «pose la propria attività pubblica al servizio della persona, specialmente se debole o povera; gestì le controversie sociali con squisito senso d’equità; tutelò la famiglia e la difese con strenuo impegno; promosse l’educazione integrale della gioventù» (Lett. Ap. M.P. E Sancti Thomae Mori, 31 ottobre 2000, 4). “

Alcune di queste indicazioni paiono essere state colte, casualmente o come seme per un futuro politico strutturato?, dagli organizzatori della presentazione del libro “Un patriarca per amico. Marco Cè e i laici”, che celebra la figura del Cardinale Marco Cè, patriarca di Venezia, e il suo rapporto con i laici, tenutasi l’8 luglio 2025 alle ore 18 presso l’Auditorium Cesare De Michelis a Mestre. il libro di Franco Conte vede la prefazione del Card. Matteo Zuppi.

Presenti in sala, a dare credibilità a passi futuri se non altro di riflessione di laici vicini alla Chiesa, oltre a Franco Conte, lo storico Carlo Urbani, il giornalista Paolo Possamai ed altri co-autori.

Hanno animato il dibattito Don Gianni Bernardi che ha portato ai presenti il saluto dell’attuale patriarca di Venezia Francesco Moraglia, lo storico Carlo Urbani, che ha sottolineato come “il mondo che sta fuori dalla chiesa non è abbandonato da Dio e la chiesa non è l’unico luogo di Dio”, Paolo Possamai, che ha ricordato il dramma dei migranti invitando ad un risveglio delle coscienze, e Gianfranco Bettin, studioso ed esponente di spicco dei Verdi a Venezia, ha rammentato la spinta data dall’allora patriarca alle politiche di Welfare.

M9, in tanti con Franco Conte per il suo libro e non solo
M9, in tanti con Franco Conte per il suo libro e non solo

Il libro illustra in una particolare sezione dal titolo “A casa di Marco”, i racconti di figure impegnate in politica, in partiti diversi, che si incontravano nella biblioteca di Marco Cè periodicamente per leggere insieme il Vangelo: ma il patriarca sosteneva tutti coloro che si impegnavano in politica, restando un passo indietro sui temi specifici per aiutare a comprendere che la politica è la forma più alta di carità.

Un episodio isolato? È di questi giorni la nascita del “Movimento per un’Italia migliore” che vede come Presidente Onorario Roberto Formigoni e il cui statuto all’articolo 3 recita: “Il Movimento si fonda sul rispetto della dignità della persona, sulla centralità della famiglia naturale, sul principio di sussidiarietà, sulla solidarietà, sulla giustizia sociale e sulla libertà responsabile “.

Temi cari alla dottrina sociale della Chiesa, tuttavia vi è chi sottolinea che è inutile perdere tempo, l’epoca dei cattolici socialmente impegnati è politicamente tramontata ma Papa Leone XIV non sembra d’accordo.

Ma è altrettanto vero che i valori che ispirano molti sia nel centro destra che nel centro sinistra hanno come punto di riferimento il magistero ecclesiale e che l’azione politica è un tema centrale affrontato proprio di recente dal sommo pontefice.

Un recente sondaggio SWG condotto pochi mesi prima la scomparsa di Papa Francesco dice che la percentuale di cittadini che ritengono ancora attuale l’insegnamento della chiesa è, nel 2024, del 51 % mentre coloro che hanno fiducia nella chiesa sono il 36%.

Che poi l’attuale sistema maggioritario sospinga questo elettorato sballottandolo da una parte e dall’altra sarà indubbiamente vero, ma di norma la chiesa cattolica guarda ben oltre il secolo.