
“Una montagna di tesi”, le Sezioni Vicentine del CAI premiano i migliori lavori di ricerca sulla montagna. Nel corso della cerimonia di premiazione del 28 novembre a Montecchio Maggiore sarà assegnato anche il riconoscimento Sisilla 2025 alla memoria di Giovanni Beato e Franco Tosin.
Sono stati scelti i vincitori della settima edizione del concorso “Una montagna di tesi”, che valorizza i giovani studiosi dell’ambiente montano. I riconoscimenti saranno attribuiti, assieme al Premio Sisilla 2025, dall’Associazione Sezioni Vicentine del CAI venerdì 28 novembre alle 21 nella sala Civica di Corte delle Filande, n° 4 a Montecchio Maggiore. L’ingresso è libero.
L’ampiezza della ricerca sulla montagna
Dallo studio dell’encefalite da zecca all’ipotesi progettuale di un Parco Naturale nelle Dolomiti Pesarine, dagli interventi di innesto e riuso delle vie armentarie fino al racconto del territorio attraverso i toponimi delle Valli del Natisone, i lavori vincitori della settima edizione del concorso fanno emergere quanto l’ambiente montano possa essere indagato in ambito universitario a 360 gradi, offrendo innumerevoli spunti di analisi e ricerca. Il concorso, promosso fin dal 2002 dall’Associazione delle 14 Sezioni Vicentine del CAI (ASVICAI) rappresenta un modo virtuoso e stimolante per valorizzare i giovani studiosi che dedicano alle Terre Alte, in particolare del Triveneto, le proprie ricerche universitarie.
Una commissione composta da otto esperti ha esaminato le 37 tesi pervenute a questa settima edizione, riservata a ricerche triennali e magistrali svolte in ambito scientifico e umanistico e discusse nel triennio 2022 – 2024. Quattro i premi assegnati, due in ambito scientifico (triennale e magistrale) e due di interesse umanistico (triennale e magistrale), oltre a cinque menzioni decise dalla giuria.
«Il livello medio delle tesi è cresciuto ulteriormente – sottolineano i giurati – segno che la montagna continua a generare domande di ricerca, nuove prospettive e un dialogo sempre più stretto fra discipline scientifiche e umanistiche. Ogni lavoro premiato racconta un pezzo delle nostre terre alte, mettendo in luce fragilità, potenzialità e una straordinaria ricchezza di storie». Secondo quanto previsto dal regolamento, alle tesi vincitrici per le lauree triennali andrà un premio di 1.000 euro e a quelle magistrali di 2.000 euro. Tutti i lavori, come quelli delle precedenti edizioni, saranno inoltre inseriti nel catalogo BiblioCAI, Biblioteca Nazionale del CAI, ulteriore significativa occasione di valorizzazione dei giovani ricercatori premiati, oltre che importante contributo alla costituzione di una raccolta di studi utili alle attività delle sezioni italiane e, più in generale, a chi ha a cuore e si occupa delle trasformazioni, dei problemi e delle opportunità del territorio montano.
I vincitori dei premi scientifici e umanistici
Noemi Laghetto, thienese di 24 anni, laureata a Padova in Assistenza Sanitaria alla Facoltà di Scienze cardio-toraco-vascolari e sanità pubblica, ha vinto per la sezione triennale scientifica grazie al suo “Studio trasversale su percezione del rischio e conoscenza dell’encefalite da zecca e relativa vaccinazione nella popolazione dell’Azienda Ulss 7 Pedemontana”. Il trentenne friulano di Udine Enrico Rossi, laurea in Scienze per l’Ambiente e la Natura presso l’Università di Udine, Facoltà di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali si è aggiudicato il primo posto della sezione triennale umanistica con “Raccontare il territorio attraverso i toponimi: proposta di un itinerario didattico-escursionistico sul Matajur (Valli del Natisone)”.
Il veronese Giulio Massaro, 28 anni, laureato a Padova in Scienze forestali ed ambientali, Facoltà di Agraria – Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali è risultato il migliore per la sezione magistrale scientifica, presentando uno “Studio di fattibilità per l’istituzione di un’area protetta per la tutela e la valorizzazione delle Dolomiti Pesarine in Friuli Venezia-Giulia e in Veneto: l’ipotesi progettuale di un parco naturale”. Ed infine le bassanesi Barbara Pozza e Giulia Cadore, entrambe di 27 anni, della Facoltà di Architettura IUAV di Venezia, si sono aggiudicate il primo premio per la sezione magistrale umanistica presentando il lavoro “Lungo le vie armentarie: interventi di innesto e riuso sui passi di uomini e pecore”.
Le cinque menzioni e i premi Sisilla 2025 alla memoria
La giuria ha ritenuto meritevole di menzione anche le tesi di Maria Giulia Doda (Simulazione dell’evento di colata detritica avvenuta il 29 ottobre 2018 nel bacino del Rio Toèl Lench (Canazei, TN) mediante il modello “D.F.R.M.”. Università di Padova, Tesaf, triennale scientifica), Luca Romanello (Il bivacco rosso, icona delle Dolomiti. L’analisi dei tradizionali modelli di bivacco fisso alpino della “Fondazione Berti”, un patrimonio da preservare. Università di Padova, Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, triennale umanistica), Filippo Piana (Architettura cimbra: analisi e criteri di intervento sulle abitazioni cimbre nel comune di Asiago realizzate fino al primo dopoguerra. Facoltà di Architettura IUAV di Venezia, magistrale scientifica), Stefano Togni (Simulazione del comportamento del fuoco per la prevenzione degli incendi d’interfaccia: casi studio nel Distretto Forestale di Rovereto e Riva del Garda. Università di Padova, Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria, magistrale scientifica) e Marco Dallasega (La Giustizia asburgica sull’Altopiano dei Sette Comuni. Analisi di quattro vicende giudiziarie (1823 – 1849). Università di Trento, laurea in Scienze storiche presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, magistrale umanistica).
Attraverso il Premio Sisilla l’ASVICAI ha attribuito negli anni un riconoscimento a quei soci che si sono distinti per la loro attività di studi, pubblicazioni o iniziative di valorizzazione delle montagne del territorio. Quest’anno il premio è stato assegnato a due soci mancati recentemente. Giovanni Beato, della sezione di Montecchio Maggiore, spentosi a 68 anni, è stato premiato “per la passione e l’impegno profusi nell’assumere e svolgere con dedizione gli incarichi di Presidente di Sezione, Coordinatore delle Sezioni Vicentine e Vice Presidente della Commissione Centrale per l’escursionismo. Per la competenza, l’entusiasmo e il senso di responsabilità con cui ha formato e accompagnato numerosi soci del CAI alla scoperta della frequentazione consapevole della montagna, in Italia e oltre i confini nazionali”. Il premio Sisilla è stato attribuito anche a Franco Tosin, della sezione di Bassano del Grappa, mancato all’età di 79 anni, “che tanto ha fatto per la Montagna Vicentina, per il Club Alpino Italiano e per i suoi soci. Rigoroso istruttore di Alpinismo e Scialpinismo, infaticabile Consigliere Responsabile della sentieristica del Grappa e Canal del Brenta, appassionato viaggiatore, il metalmeccanico conosciuto con il soprannome di “Tappo”, diventato in corso d’opera “Proveditor sora i sentieri del basanese”, ha educato generazioni di allievi ad una frequentazione rispettosa e sicura della montagna”.
Breve storia dell’ASVICAI
L’Associazione Sezioni Vicentine del CAI (ASVICAI) è stata costituita nel 1980 ed è formata dalle sezioni di Arzignano, Asiago-Altopiano dei Sette Comuni, Bassano del Grappa, Dueville, Lonigo, Malo, Marostica, Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Recoaro Terme, Schio, Thiene, Valdagno e Vicenza.
Il concorso “Una montagna di tesi”, proposto per la prima volta nel 2002, in sette edizioni ha esplorato e messo a disposizione dei lettori più di 200 tesi dedicate al tema montagna. L’iniziativa è stata realizzata con il contributo della Provincia di Vicenza, l’ASVICAI, il CAI Veneto, la Fondazione Antonio Berti, Le Alpi Venete – Rassegna Triveneta del CAI. Per informazioni clicca qui.






































