Un’analisi del momento storico vissuto da Ethereum

271
Ethereum
Ethereum

L’accumulo della moneta digitale Ethereum delle balene ha subito un incremento pari al 2.8% nel corso degli ultimi 70-80 giorni. Si tratta di una situazione che è stata messa in evidenza da parte di Santiment, che ha voluto di proposito fare riferimento a un grafico che spiega alla perfezione il costante e importante incremento degli ETH che si trovano su degli indirizzi custoditi in grandi quantitativi, compresi all’incirca 100 mila e 10 milioni, all’incirca a partire dal termine del mese di settembre.

In seguito alla diminuzione che era stata registrata a metà dello scorso mese di settembre, ovvero nel momento in cui il prezzo di Ethereum fece ritorno, anche se solo per pochissimo tempo fino a 2700 dollari, tutte queste balene hanno cominciato nuovamente l’attività di accumulo, dopo un periodo sostanzialmente di scarico.

Santiment ha volutamente messo in evidenza come, dal 19 settembre a questa parte, il quantitativo totale di Ethereum che si trova su questi indirizzi ha visto una crescita pari addirittura 1.4 milioni di unità, il che equivale a un aumento che si aggira intorno a 5.58 miliardi di dollari. C’è da sottolineare, al tempo stesso, come il livello che è stato toccato oggigiorno non è riuscito ancora ad arrivare al livello dello scorso settembre.

Il prezzo di Ethereum potrebbe calare?

L’analisi di Santiment, però, non è l’unica che sta facendo parlare in questo settore, nonostante in estate Ethereum sembrava pronta a lanciare la sfida a Bitcoin. Infatti, in base a quanto è stato messo in evidenza da parte di tanti altri analisti, lo scenario attuale potrebbe portare anche a una vera e propria diminuzione del prezzo della valuta digitale di Ethereum.

Il 10 novembre scorso si è arrivato al livello più alto di tutti i tempi, andando ad abbattere il muro dei 4800 dollari. Da quel momento in avanti, sembra proprio che abbia preso il via un’epoca di calo, che ha fatto nuovamente ripiombare il prezzo della valuta intorno al muro dei 3900 dollari. Una perdita cumulata che è arrivata a superare addirittura la soglia del 10% nel corso delle ultime due settimane.

Oggigiorno, invece, pare che il livello di attenzione dovrebbe aggirarsi intorno a una soglia pari a 3000 dollari, in pratica una soglia che non è stata più toccata dai primi giorni di ottobre fino a questo momento. C’è anche un fronte di analisti che ha espresso in più di un’occasione una grande preoccupazione circa una nuova ondata di FUD, che arriva per la maggior parte dalla Cina.

Di nuovo sotto il livello dei 3000 dollari: il rischio

Ebbene, questa situazione potrebbe comportare un netto indebolimento dei mercati di criptovalute, nonostante anche il Giappone stia virando verso la moneta digitale di Stato. Nello specifico, a risentirne maggiormente potrebbe essere proprio Ethereum. D’altro canto, va sottolineato anche un altro aspetto molto importante, ovvero che è rimasto più vivo che mai il problema che è legato alle fee particolarmente alte. Proprio questo aspetto ha comportato un costo medio per ciascuna transazione sulla blockchain di Ethereum che, al momento, va oltre quota 20 dollari. Giusto per fare una piccola comparazione, il costo medio per ogni transazione sulla blockchain di Bitcoin, si aggira invece intorno a 1.6 dollari.

Come si può facilmente intuire, ecco che tutti questi aspetti e scenari potrebbero andare a condizionare in maniera indiretta il prezzo di Ethereum. Per il momento, però, la sensazione è che questa valuta digitale non abbia le carte in regola per rimettersi in piedi, perlomeno nel corso delle prossime immediate settimane. In base ad una serie di previsioni che hanno trovato spazio sul web nel corso degli ultimi tempi, pare proprio che il prezzo di Ethereum punti ad arrivare a toccare i minimi che erano stati raggiunti verso la fine del mese di settembre, ovvero tornando ancora una volta al di sotto del muro dei 3000 dollari.